Non mi sono ancora cimentato nel Cammino di Santiago di Compostela ma in quasi 50 anni di vagabondare curioso, fin da quando accompagnavo mi padre e mio nonno, entrambi ufficiali degli Alpini, i miei piedi hanno calpestato luoghi d'ogni genere: dal permafrost dell'Alaska alle boscaglie del Canada ai grandi parchi USA, dai deserti africani, alle Alpi, dai dolci pendii appenninici ai crinali viola di erica delle Highlands scozzesi. So di essere piuttosto tecnico nei miei consigli ma spero si capisca che non è una mania, qualcosa di fine a se stesso o peggio di snobbistico ma la volontà di sfruttare in modo ponderato ciò che le moderne tecnologie offrono, sempre tenendo un occhio molto attento, per ogni equipaggiamento, al rapporto leggerezza-indispensabilità-prezzo.

LO ZAINO

- Nostre reali necessità 

- Scelta del modello 

- Dorso 

- Bastino 

- Cinghie ventrali 

- Scelta delle dimensioni 

- Tessuti e materiali Marche e modelli 

La scelta di uno zaino è cosa tutt'altro che facile e il mercato propone in continuazione sempre nuovi modelli. Quando si decide l' acquisto di uno zaino, fondamentale, come in tante altre scelte, valutare prima di tutto le .....

NOSTRE REALI NECESSITÀ.  
È bene, cioè, chiedersi, quale uso prevalente faremo dello zaino. Non esiste infatti un modello universale, adatto ad ogni uso, dalla gita in periferia all'escursione in alta quota, tuttavia una scelta ben ponderata, che tenga conto delle nostre abitudini escursionistiche (trekking leggero, pesante, roccia, ecc), ci consentirà di fare un' acquisto davvero rispondente alla "maggior parte" delle nostre esigenze. In ogni caso è bene ricordare che lo zaino è un attrezzo altamente specializzato e come tale dà il meglio di sé quando viene usato per gli scopi per cui è stato progettato.
In questa sede mi limiterò a considerare le necessità di trasporto di un escursionista che voglia intraprendere un viaggio a piedi della durata di almeno qualche settimana.  

SCELTA DEL MODELLO  
È doverosa una premessa. Il panorama dei fabbricanti di zaini si può dividere, a mio parere, in due "famiglie": quella più dinamica di chi sperimenta continuamente nuovi materiali e nuove soluzioni e quella di chi invece è più legato alla tradizione. Nel primo caso ci si trova di fronte, spesso, a soluzioni più pratiche, pesi più ridotti a parità di capacità, a un miglior rapporto prezzo-qualità e, a volte, a un prezzo in assoluto più basso rispetto a modelli prodotti da aziende legate a soluzioni e materiali più ortodossi.  
Ci tengo a precisare di non avere alcun interesse commerciale a proporre una marca piuttosto che un'altra e in altri casi avrei omesso di citare marchi e modelli precisi ma ritengo indispensabile farlo qui, per offrire delle indicazioni di reale utilizzo pratico.  
Per l'escursionismo ad ampio raggio che stiamo ora considerando, non sarà necessario che la sagoma dello zaino resti all' interno di quella corporea, come invece è richiesto dalle esigenze, per esempio, di chi arrampica in roccia o su sentieri difficili.  Nel nostro caso, è consigliabile che lo zaino sia munito di ampie tasche esterne, molto utili per collocarvi materiali di uso frequente, cui potremo accedere senza bisogno di aprire il vano principale. Meglio, però, non usarle per materiali troppo pesanti o rischieremmo di squilibrare il carico; questo perché allontaniamo il baricentro dello zaino verso l'esterno e di conseguenza il nostro corpo è costretto ad assumere posizioni innaturali per rimettere il baricentro del sistema uomo-zaino in posizione di equilibrio. 
DORSO
Può essere: mobile o fisso.
a) Mobile.
Permette di regolare la distanza cinghia ventrale-attacco degli spallacci.
Vantaggi: uno stesso zaino può essere adattato ad un notevole numero di persone, indipendentemente dalla loro altezza e conformazione fisica.
Svantaggi: Il dorso mobile implica la presenza di parti articolate tra loro e aumenta la possibilità di rotture. In certi casi può aumentare il peso totale dello zaino e ridursi la stabilità. Il prezzo può essere maggiore.
b) Fisso.  
In questo caso gli spallacci sono ad una altezza fissa rispetto alla cinghia ventrale.
Vantaggi: è più robusto in quanto non ci sono parti meccaniche in movimento. Anche in questo caso vale la regola: "quello che non c'è non si può rompere". Elevata stabilità del carico e, spesso, un peso minore.
Svantaggi: non può essere adattato alla struttura fisica di chi lo porta.
BASTINO
Il bastino è l'anima dello zaino e determina la rigidità della struttura. Questo, che può essere in lega di alluminio (tipo T7075 o simile) o, nei modelli più recenti, in materiale plastico, deve essere interno, inglobato nel tessuto.
Deve essere possibile l'asportazione (tipi in alluminio) per la regolazione o la sostituzione. Le forme del bastino sono diverse, ad X, a T, ad H, solo per citarne alcune. Le case più prestigiose, in genere, fanno progettare questa parte a cliniche ortopediche o centri specializzati.  

CINGHIA VENTRALE
Deve essere ben imbottita, con una consistenza corposa, tendente al duro. Deve possedere una superficie ampia che possa poggiare sulle anche, al fine di scaricare il peso sul bacino, sgravando le spalle dal carico. È questa una delle parti dello zaino spesso sottovalutata ma che aiuta parecchio, se ben collocata, ad alleviare le fatiche ed i dolori alle spalle e alla schiena. Per ottenere questo, occorre regolare con molta cura lo zaino sulla propria struttura fisica e assicurarsi ad ogni partenza che essa appoggi sui fianchi in maniera corretta. La cinghia ventrale viene chiusa da una fibbia, in materiale plastico, che deve essere grande e facilmente slacciabile.  

SCELTA DELLE DIMENSIONI
A mio avviso un 50/55 lt. dovrebbe essere sufficiente per le necessità di un escursionismo ad ampio raggio, in special modo durante la stagione calda e a condizione di non dover portare con sé una tendina e il necessario per cucinare (fornello a gas, pentolini). In tal caso lo zaino dovrebbe avere una capacità di non meno di 65 litri.  In ogni caso il mercato presenta un'ampia gamma di capacità (25, 30, 35, 50, 55, 60, 65, 70, 75, 80, 90, 110 lt.) che si può scegliere proprio quello che occorre. Consiglio uno zaino comunque un po’ capiente del minimo necessario per non essere costretti a difficili e lunghe operazioni di compressione e piegatura del contenuto.
Proprio a riguardo della compressione del contenuto dello zaino consiglio la compressione dell'abbigliamento che tipicamente occupa molto volume, la maggior parte costituita da aria. Il modo migliore per ridurre al minimo l'aria è riporre, rigorosamente alla rinfusa, non piegare nulla, tutto l'abbigliamento ed i ricambi in un sacchetto di compressione, meglio conosciuto come Stuff Sack.
Se il fattore impermeabilità è predominante l'unica scelta ricade allora sui sacchi stagni Ortlieb oppure Cascade Design.  Da qualche tempo vi sono in commercio dei sacchetti di plastica, trasparenti e dotati di chiusura a tenuta d'aria e di speciali valvole: una volta riempiti basta schiacciarli e forzare fuori l'aria che, grazie alle valvole, non potrà rientrare. Molto utili per ridurre il volume di capi d' uso non frequente che, nel contempo, resteranno protetti da polvere e umidità.
Ma torniamo allo zaino. Considerando una capacità di almeno 60 lt restano da valutare le seguenti cose.

TESSUTI e MATERIALI
La Cordura della DuPont è tra i materiali più utilizzati dall'industria dello zaino da montagna negli ultimi anni. Nuovi e leggeri materiali sono comunque alla ribalta, basati su fibre di nylon con rifinitura ripstop che promettono delle performance simili alla Cordura ma con un peso molto minore. Personalmente non penso sia possibile paragonare un pesante tessuto in cordura con i leggerissimi e esili tessuti in ripstop.
Si, è vero, sono molto più leggeri e rimane una questione di scelte. Se si vuole uno zaino leggero ci si deve anche aspettare che si possa bucare con più facilità, cosa decisamente impensabile per uno zaino ad esempio Berghaus di qualche anno fa. Insomma, come sempre, non si può avere tutto: se decidiamo che sia la ricerca della massima leggerezza a determinare certe scelte, occorre accettare dei compromessi, per primo una minor robustezza, che, però, nei materiali di alta marca è a mio parere abbastanza relativa. Personalmente possiedo oramai una diecina di zaini di età compresa tra i 30 anni e i tre mesi: è chiaro che gli zaini degli anni '60 erano pesanti e scomodi ma indistruttibili. Oggi invece, poiché i materiali sono tutti sintetici, occorre una maggior cura, specialmente nei confronti delle fonti di calore. In cambio però si dispone di zaini con un rapporto peso-capienza più vantaggioso.

MARCHE e MODELLI
Per quanto riguarda le marche: Lowe, Alpine, Karrimor, The North Face, Berghaus, Mammuth e Vaude.
È difficile se non impossibile stabilire l'esatto ordine di qualità.
Sappiate però che queste case hanno praticamente "inventato" e reinventato lo zaino negli ultimi anni e sono leader indiscusse nel panorama internazionale. Se si cerca uno zaino a dorso fisso, la scelta è certamente su Berghaus, anche se si tratta di uno zaino costoso.
Di tutti i sopracitati, The North Face e Vaude offrono secondo me, oggi, il miglior rapporto prezzo-qualità sul nostro mercato, con una vastissima gamma di modelli, per ogni uso e di ogni dimensione. Personalmente ho una particolare simpatia per Vaude, una casa tedesca che ha un occhio particolarmente attento alla progettazione, alla praticità e ai materiali.
Due modelli che ritengo davvero centrati per l' escursionismo a lungo raggio sono il Formula e il Profile, disponibili in varie capacità, da 60 a 70 litri e in due linee: uomo e donna. Ciascuna linea è a sua volta disponibile in due misure di dorso regolabile. Questo è emblematico della volontà del fabbricante di offrire una scelta su misura e la possibilità per ogni utente di adattare alla perfezione lo zaino alla propria struttura fisica. Sono zaini dotati di sacco impermeabile incorporato (molto utile in caso di pioggia: ricordate che nessuno zaino è impermeabile davvero!!), di regolazione della patella superiore (per una maggior capacità interna), degli spallacci (in altezza, larghezza e lunghezza) e del robusto ma leggerissimo telaio in poliammide che permette un'ottimale distribuzione del peso su tutta la schiena e sui fianchi, grazie anche alla nuova cintura davvero indovinata. Un'innovazione molto utile è la regolazione degli spallacci in larghezza mediante un sistema che consente, con il solo ausilio di una moneta, di variarne l' angolo di attacco al corpo dello zaino e quindi la distanza tra uno spallaccio e l'altro. Ciò permette di avere gli spallacci esattamente dove desideriamo noi, in funzione non soltanto della nostra conformazione ma, ad esempio, della quantità di indumenti che indosseremo.
Altra innovazione, che sto sperimentando proprio in questi giorni, è il sistema per bere Aquarius della Markill, azienda USA al vertice delle attrezzature da campo per bere e per cucinare. Si tratta di una sacca floscia in plastica trasparente di capacità variabile tra lt. 1,5 e 3, munita di un sottile tubo ( 1 mt.) e di una valvola terminale. Inserito nello zaino e fatto passare il tubo da un apposita asola, è possibile dissetarsi senza fermarsi e senza togliere lo zaino dalle spalle. Utile per ottimizzare i consumi idrici e avere un'assunzione di acqua costante ed evitare di disidratarsi per il fastidio di doversi fermare e staccare lo zaino per poi ingollare eccessive quantità di acqua. Altri vantaggi sono la maggior leggerezza rispetto a qualunque tipo di borraccia e la maggior capienza.

CONCLUSIONE
Oggi, grazie alle continue ricerche tecnologiche è possibile disporre di zaini leggeri, molto pratici e molto ben accessoriati.
Lo stesso discorso vale però anche per il resto dell'equipaggiamento di chi viaggia a piedi (o in bicicletta). Sacco a pelo, vestiario, accessori, eventuale tendina, materiali per cucinare, calzature, se ben scelti, consentono significativi risparmi di peso. Il che si traduce in minori sollecitazioni per le nostre ossa e i nostri legamenti e, in definitiva, in maggior mobilità e maggior piacere per noi che camminiamo.
Appena possibile fornirò altri aggiornamenti "tecnologici" utili ad una scelta equilibrata dell'equipaggiamento escursionistico, nell'ottica di una sempre maggior leggerezza e per aiutare a distinguere ciò che è indispensabile da ciò che è soltanto utile e da ciò che invece è proprio superfluo.
Per ogni ulteriore informazione, potete scrivermi a uno dei due indirizzi sotto indicati; sarò ben felice di rispondere, nei limiti delle mie possibilità

Alberto

albe@iol.it
cicero850@yahoo.it