Raccolsi Pinona, allora una manciatina di ossa spelacchiata e malconcia, in un pollaio accanto al suo presunto fratellino morto stecchito al sole. La misi in una scatola da scarpe, che mi fu fornita dalla solita donna delle pulizie che abitava in campagna e che ero andata a trovare, e la caricai malvolentieri in macchina. Il mio cuore soffriva ancora per Patatina, e non volevo altri animali. Arrivata a casa, il mostriciattolino bianco, adagiato comunque con delicatezza nell'ex cesto di Patatina, non dava più cenni di vita, quando, d'improvviso, lentamente si alzò sulle zampette esili e malferme e andò a far pipì nel 'bagnetto' di fortuna che le avevo preparato (una bacinella rosa con tanti pezzettini di carta).Non me ne rendevo bene conto, ma Pinona mi aveva già conquistato completamente.Portata dal veterinaio, che le riscontrò tutte le malattie feline (e umane) possibili immaginabili, ebbi anche la bella notizia che in realtà se la piccina , di meno di due mesi, fosse stata ben curata e fosse sopravvissuta, sarebbe divenuta una spendida gatta dal bellissimo bianchissimo lunghissimo pelo bianco : insomma la gatta dei miei sogni che non potevo permettermi di comprare.In più le fu diagnostica la tipica dolcissima soave indole dei gatti di tal foggia.In brevissimo Pinona divenne non la gatta che amavo, ma il mio amore. Una compagna meravigliosa di vita, come ignoravo che un gatto potesse essere, abituata come ero alle follie feline di Patatina; un essere dolcissimo a cui bastava un mio sguardo per esternarmi tutta la sua felicità di vivere con me (Patatina non faceva mai le fusa); una micia bellissima da fotografia continua , così come fu definita da un estimatore di foto e di gatti. Fino a quando non andò in calore, ero convinta che la gatta non avesse unghie (!!)...Quando avevo Patatina ero sempre piena di lunghi e profondi graffi. Pinona dormiva con me, prima ai miei piedi, poi sul mio cuscino. Pinona 'guardava' la tv con me. Faceva persino (e questo mio malgrado) il bagno con me. Usciva poco e non si allontava mai. Pinona, se mi vedeve triste o addirittura piangere, mi consolava strusciandomisi addosso o semplicemente standomi accanto e , anche se può sembrare strano, a suo modo mi dava delle carezze. Ovviamente una gatta che sapeva dare tanto amore agli umani, non potè, appena fu la sua ora, non innamorarsi follemente, assolutamente ricambiata, di un gattone che bazzicava nei dintorni ribattezzato 'Capoccione' per l'incredibile dimensione della sua buffa testa. Non volevo ostacolare la natura, e tanto meno quella della mia Pinona. Così, un giorno di primavera, attirai lo spasimante in casa e chiusi per pò gli amanti in una stanza. Ma non successe proprio niente. E allora, poichè Pina andava in calore con le strilla più pietose che avessi mai udito a riguardo, un bel giorno la accompagnai da un gatto-stallone, un bellissimo esemplare di persiano bianco detto Penny, il cui scopo era appunto quello di consentire la procreazione di esemplari di gatti particolarmente belli che sarebbero stati poi venduti, se maschi, a caro prezzo dai suoi padroni. Pinona, per la sua bellezza e il suo lungo manto assolutamente candido, fu accolta molto bene da Penny e padroni di Penny. Il matrimonio fu consumato in un paio di giorni. Quando la cosa mi fu comunicata (ero in ufficio) mi scapicollai a riprendermi la mia Pinona. Di lì a due mesi nacquero Puntino (femmina nonostante il nome) e Giannino, un bellissimo esemplare di maschio bianco destinato ad uscire, per gli accordi presi a riguardo, molto presto dalla mia vita. Un fatto sconvolgente nella quieta vita delle due gatte, fu la nascita del mio unico figlio, fatto decisivo, che comportò l'allontamento immediato di Puntino non appena la beccai dentro la culla con intenzioni non proprio tenere nei confronti del piccolo. Del resto l'indole di Puntino era stata sempre molto diversa da quella della madre: gelosissima, dispettosa e...sporcacciona. Ma non è questo il momento di parlare di lei. Al contrario, Pinona assunse subito un ruolo di difesa nei confronti del piccolo; più tardi, come era prevedibile per una gattona buona e un piccino che impara a camminare, assunse quello di vittima; ed ora, che il bimbo è un pò più grande e lei un pò vecchietta, si amano anch'essi teneramente. Come concludere? Lunga vita alla nostra Pinona che sa dare solo gioia e amicizia, e che non è certo più una giovincella!