NEWS: Il percorso ciclopedonale del Bim è in condizioni disastrose»

 



Piave, un ente per la sua tutela


I naturalisti sandonatesi prendono posizione sul percorso Bim e sui problemi del Piave. Il presidente dell'associazione naturalistica Michele Zanetti ha scritto una lettera al presidente del Bim, bacino imbrifero montano che ha in gestione il percorso ciclopedonale sulle rive del Piave, Giuseppe Cestaro. Una missiva nella quale ancora una volta solleva i temi del minimo deflusso vitale del fiume, senza dimenticare le condizioni in cui versa il percorso, famoso anche per le polemiche e i contrasti con alcuni residenti, in particolare a Croce per le critiche mosse da Giovanni Cancellier. Zanetti è parso critico nella sua missiva al presidente, tornando su una vecchia proposta di costituire un ente che tuteli il basso corso del Piave. Tutti argomenti che hanno visto interessate anche altre personalità, come il presidente del consorzio di bonifica Mario Del Chiele, oppure il consigliere comunale Fortunato Nava che ha firmato un ordine del giorno, un po' romanzato, sulla sicurezza idraulica del Piave. "Dico solo - spiega Zanetti - che per prima cosa il Piave ha un ingresso di acque marine che arriva fino a Noventa e questo significa che in certi periodi il flusso del fiume è davvero lento e debole e potrebbe creare dei seri problemi. Poi sul Bim aggiungo che bisognava probabilmente, prima di inaugurarlo, assicurarsi che il suo percorso fosse integro totalmente e non semidiroccato come avviene in alcuni punti. Questi sono tutti aspetti che mi pare siano stati trascurati. Un ente per la tutela del Basso Corso del Piave inoltre è previsto dalla legge e sarebbe un'ulteriore garanzia per i problemi che interessano il Basso Piave". Come sempre però è difficoltoso mettere tutti d'accordo i soggetti che sono interessati ai medesimi problemi. Da una parte i naturalisti, quindi il Bim, poi il Consorzio di Bonifica e gli ambienti politici, che con poca convinzione provano ad addentrarsi tra gli argomenti della sicurezza idraulica e della necessità di intervenire sulla sicurezza del Piave. Non dimentichiamo che se tristemente si verificassero una serie di condizioni climatiche e altre circostanze simili al 1966, le conseguenze di un'alluvione sul Basso Piave sarebbero devastanti alla luce della notevole cementificazione che ha invaso il territorio.