Anche in edilizia, come i tutti gli altri settori nei quali vi è un rapporto fra l'individuo e le situazioni, esiste un aspetto particolare che si riferisce alla presa di coscienza dell'individuo stesso. In altre parole, poichè le situazioni sono spesso frutto di azioni dell'individuo, di sue scelte, di suoi giudizi, è piuttosto evidente che la natura delle circostanze sia strettamente legata alla natura dell'individuo.
Si tratta di una riflessione semplice, ma di una portata immensa, se consideriamo che, quindi, volendo intervenire sulle situazioni "forse" potremmo intervenire sull'individuo. Come? Con l'analisi e lo studio dell'individuo stesso.
Non sempre questo, purtroppo è facile, anche perchè vi sono fattori che impediscono al soggetto di utilizzare al meglio le sue capacità. Siamo sicuri di usare con massimo rendimento le nostre facoltà mentali? Siamo sicuri di riuscire ad utilizzare il meglio di noi stessi? Che cosa conosciamo di noi stessi? In altre parole, esiste un rapporto fra l'individuo e se stesso.
Per dargli più forza, allora la strada forse più semplice è proprio quella di dargli la coscienza di se stesso. Se egli desidera, come sembra nella sua natura, il raggiungimento di certi obiettivi è opportuno dotarlo degli strumenti giusti; fra questi, sicuramente, la conoscenza.
D'altra parte, cosa abbastanza evidente, vi sono anche individui che, per motivi che non stiamo qui ad approfondire, mirano al potere, al dominio lecito ed illecito degli altri. Essi usano i propri strumenti per realizzare questo scopo. Non entriamo in questo momento nella natura morale della questione. Concentriamoci, invece, sulla parte logica. Supponiamo che questi individui abbiano compreso una semplice verità: gli essere umani ignoranti sono deboli! Bene, in questo hanno scoperto la soluzione del proprio problema. Essi, infatti, sottraggono la conoscenza, la ostacolano, la deformano, per esercitare meglio il proprio dominio sugli altri. Le forme ed i mezzi per fare ciò possono essere tanti, ma quello che conta è il risultato. In particolare, essi non si confrontano con il Bene ed il Male della natura umana, ma "creano" essi stessi il bene ed il male, diventano gestori, indiscussi della moralità di tutti. Essi creano, così, la scala dei valori, le leggi del comportamento, le licenze, i divieti, i giudizi e le condanne. In particolare, essi "creano" i giudizi e li creano "a priori"; in altre parole, creano i pregiudizi. E' chiaro che il destino delle "vittime" viene in questo modo gravemente segnato!
Si sviluppa nel sociale e si diffonde così una specie di morale, intesa come insieme di regole di comportamento che non rispondono alle esigenze dell'essere naturale (vittima) ma del suo oppressore (carnefice). Si può appunto parlare di "carnefice" e di "vittima" perchè ben rappresentano la sostanza del discorso.
Intere fasce sociali ed interi periodi storici possono essere condizionati da questo meccanismo. Nella sostanza logica il problema può presentarsi nell'interno della famiglia come in un'intera nazione. Questa crea profondi squilibri nei rapporti fra gli esseri umani e vengono addirittura deformati le relazioni fra causa ed effetto come scritte nella Natura. Questo è il Male. E la prima cosa che il Male insegna è che la sua presenza è fatale, inevitabile. Il Male afferma: "Chi crede nel Bene è un utopista!". Incredibile! Veramente incredibile, ma molti, ben "preparati" dal sistema, sono perfettamente d'accordo! Si crea nell'individuo-vittima il sentimento del "tabu". Si cessa di combattere per vivere, si rinuncia alla conoscenza, si smette di desiderare (con grande senso di frustrazione!) la libertà, si dipende in modo assoluto dal "carnefice", che intanto ha assorbito tutti i diritti, che ovviamente sono diventati privilegi!
Non interessa qui come viene esercitato il potere. Esso ha le sue precise regole e le sue manifestazioni. L'aspetto che qui si vuole considerare è quello della barriera che si crea fra l'individuo e la libertà di conoscere, la libertà di seguire le proprie esigenze e di utilizzare le proprie risorse.
Uno studio interessante potrebbe essere fatto proprio per cercare di capire quali "tabu" esistono nei vari sistemi sociali. Possiamo immaginare, per esempio, che in un covo di pirati l'argomento "tabu" possa chiamarsi "onestà"! Vi sono, infatti, argomenti che non devono essere "toccati" perchè rischiano di scuotere l'equilibrio esistente; questo ancor più quando l'equilibrio è fittizio, costruito ad arte e precario. Vi sono elementi del sistema che possono sconvolgere la natura del sistema stesso. Pensiamo a dove viene cancellata nei fatti ogni forma di libertà individuale; in quell'ambiente, in quel sistema, il "tabu" è costituito dalla parola "libertà"!
La cosa si ripete ovviamente in innumerevoli campi dell'esistenza umana. Pensiamo all'economia; forse tutte le regole adottate in economia sono rispondenti alle regole di logica e di morale naturali?
Ritorniamo all'edilizia. E' più che evidente che tale settore non si sottrae alla regola generale, quindi, dobbiamo immaginare, se proprio non riusciamo a vederla, un forte presenza di "tabu", capace di deformare il buon andamento delle cose. Trascurare la questione come se non esistesse significa solo creare i problemi anzichè risolverli.
Senza regole non si riesce a fare molto. Allora, chi non dispone di quelle giuste è costretto ad utilizzare le rimanenti! Possiamo forse meravigliarci, poi, se produciamo realtà che non ci soddisfano?