Mauro Levrini: "Una splendida domenica"
...Splendida giornata sul golfo di Hauraki... ops! di Alassio.
Un'orda di VeListi piemontesi (2, io e Alessandra) è calata dai monti per raggiungere un altro folto gruppo (1, Roberto con dolce metà) già presenti sul campo di regata, oltre alla flotta di VeListi regatanti (1, Guido, che siamo riusciti a salutare solo da lontano). Partiti da Torino in una radiosa giornata di foschia, io e Alessandra arriviamo in vista di Alassio verso le undici e già ci si apre il cuore alla vista di tante (forse un centinaio) vele colorate in pieno sole sul mare. Chissà come dev'essere la Barcolana!
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Miracolosamente riusciamo anche a trovare un parcheggio in porto. Io sfoggio per l'occasione una fedele riproduzione (in esemplare unico non commerciabile) della maglietta del team Prada e, sfuggendo alle richieste di autografi (forse mi hanno preso per uno dei grinder) ci catapultiamo al pontile B dove, nel nido accogliente del loro Bisso Two, ci aspettano Roberto e la sua compagna Patrizia. Saluti e abbracci tra vecchi amici che non si sono mai visti (come succede spesso in VeLista) e subito veniamo accolti a bordo. Guido era già passato a salutare e ci dispiace non essere arrivati in tempo per conoscere anche lui di persona. Vista la bella giornata, il vento moderato e il mare calmo, siamo tutti daccordo ad andare a vedere la regata da più vicino e Patrizia, con abile mossa, si offre di lasciarci più spazio andando sulla barca (grande) di amici. Usciamo entusiati, issiamo le vele e io colgo l'occasione per strappare il tamburo di un winch dalla sua sede cazzando la drizza dela randa (devo dosare la mia forza sulle barche piccole!) Roberto è troppo buono e desiste dall'appendermi per i pollici all'albero (o forse temeva che gli tirassi giù anche quello!). Comunque raccogliamo tutti i pezzi e lo rimontiamo. La barca è stabile e risponde alle manovre con prontezza, e viaggia anche con poco vento (...eppur si muove!) Intanto la barca degli amici ci raggiunge e ci supera mentre da bordo ci lanciano battutine scherzose (fortunatamente non le noccioline). I vigliacchi però vanno a motore (vergogna!) e non ci sentiamo affatto sminuiti dalla nostra placida andatura. Mentre ci avviciniamo al campo di regata si chiacchiera e ci si gode la temperatura ideale data dal sole e dalla leggera brezza, con lo spettacolo di quello stormo di vele colorate che danzano davanti a noi. Roberto insiste nel chiederci consigli, come se fossimo dei grandi esperti, e fioriscono idee, proposte di migliorie modifiche e verifiche. Lo spazio a disposizione non consente di farne un elenco dettagliato, ma arriviamo a una conclusione concorde: risistemare una barca di 30 anni costa probabilmente di più che comprarla nuova... ma vuoi mettere la soddisfazione di curare la tua barca, un po' per volta, pezzo per pezzo, ottimizzando secondo i tuoi gusti e i consigli degli amici? Intanto la regata volge al termine e cominciamo a sentire degli spari a intervalli.
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Ci chiediamo se segnalano i primi di categoria o... se li abbattono man mano che arrivano. Appena finita la regata, qualcuno spegne il ventilatore e si instaura una "calma fottuta" per dirla alla Cino Ricci. Il mare è uno specchio e decidiamo che siamo autorizzati a dare motore. Uno strappo e il glorioso Johnson 6cv parte baldanzoso. Ho appena finito di elogiare la validità di questi vecchi fuoribordo... che si spegne! Altro strappo, altra pronta partenza... e altro spegnimento. Azzardo un "ma ce n'è di benzina?" e un grosso punto esclamativo si materializza sulla testa di Roberto, che imbarazzatissimo si scusa dicendo che non lo usa mai e pensava di averne ancora a sufficienza! Beh! che problema c'è, non siamo mica su una barca a motore! Basta aspettare il vento! Intanto, per non annoiarci ci mettiamo a pagaiare. Il mare è uno specchio, sono quasi le 3 e qualcuno comincia ad accennare ad un certo languorino. Mi sembra di notare sguardi famelici rivolti al più in carne del gruppo (io), ma prima di arrivare a scene di cannibalismo Roberto offre un sacchetto di ottime bruschette al rosmarino, di cui presto raschiamo il fondo. Nel frattempo scatta la nota solidarietà tra gente di mare; via radio chiamiamo gli amici di Roberto, poi Guido, ma probabilmente nessuno è in ascolto. Dopo un po' una prima barca (forse del comitato di regata) ci punta, fa un giro attorno e se ne va; sembra di sentire l'eco di qualche risata, ma non ci sono altri segni di comunicazione. Poco dopo arriva un'altra barca, questa volta della Slam, sponsor di numerosi partecipanti alla regata. Roberto sente un "...ah, ma non è una delle nostre!", poi si avvicinano e chiedono se abbiamo bisogno di soccorso. Con aria indifferente azzardo "Boh!, magari se avete un mezzo litro di benzina..." Mi rispondono "Vi meritereste di pagaiare fino a domani mattina!" ...e se ne vanno! Mando mentalmente qualche augurio di magagne assortite al loro motore, ma non ci scomponiamo; in fondo manca meno di un miglio all'ingresso del porto e si cominciano a vedere chiazze di "pressione" sul mare in vicinanza della costa.
Pian pianino, con le vele a farfalla, Alessandra che tangona il fiocco col remo (il tangone c'è, ma non merita la fatica di armarlo) Roberto che si ostina a far rumore con la pagaia, e io al timone che provo ad applicare le reminiscenze da derivista, ci avviciniamo e finalmente becchiamo un refolo che ci porta trionfalmente in porto, dove ovviamente ci hanno fregato il posto barca. Ormeggiamo comunque, sfruttando le ultime gocce di miscela gelosamente conservate per l'occasione e sbarchiamo accolti dalle ovazioni della folla (vabbeh! qualche amico è venuto sul pontile ad aiutarci!) Salutati tutti partiamo (volevamo tornare a cercare Guido ma un caos indescrivibile di macchine, carrelli e alberi smontati ce l'ha impedito). La coda all'ingresso dell'autostrada ci convince a scegliere il S. Bernardino, tortuoso ma deserto, per poi riprender l'autostrada a Ceva, ...e rientriamo con già la nostalgia del mare. Alla prossima!
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