
Mauro Levrini: "Verso l'isola che non c'è... ovvero: due uomini in barca"
... Quando un amico ti dice: "a fine giugno porto moglie e figlia al mare e ho 15 giorni per navigare un po'... pensavo alla Tunisia... tu sei libero?"
... che cosa puoi rispondere? Dopo quei 2-3 decimi di secondo di esitazione, puoi solo informarti sulla data precisa e catapultarti in agenzia per prenotare il traghetto!! Così si parte!
Arrivo a P.to Torres il 23, sabato, il traghetto ha qualche ora di ritardo, ma finalmente sbarco.
Chiedo all'autista quando parte l'autobus per Alghero e mi spiega che aspetta che finiscano di sbarcare dall'altro traghetto appena arrivato... (mi viene da ridere ripensando a una vecchia barzelletta dove il passeggero impaziente chiede all'autista: "Quando parte questo cesso di pullman" e l'autista, pronto: "appena ha finito di riempirsi di str§#zi!")... io non ho fretta; comincio ad entrare nello spirito di rilassamento che ci accompagnerà per tutta la crociera. Marcello arriverà dopo di me, poi accompagnerà Dianella e Giuliana al loro albergo, per quelle vacanze comode e rilassate che noi non riusciamo ad apprezzare.
Per questo giro si era parlato di un equipaggio di 3-4 persone. Poi un amico di Marcello ha dato forfait, Paolo ha rinunciato, Ugo non ha potuto... e siamo rimasti in due!
Marcello comincia subito a piantare dei paletti molto rigidi sui tempi e la rotta: "Quando siamo pronti partiamo e quando siamo stufi o quando proprio dobbiamo, rientriamo... Destinazione? verso la Tunisia (sempre che il vento non sia proprio in faccia)" :-))
Una cosa tipo: "Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritti fino al mattino... poi la strada la trovi da te, verso l'isola che non c'è".
Mi trovo perfettamente d'accordo e il resto del sabato e la domenica passano nel preparare Dilemma (ULDB 45): armiamo le vele, controlliamo le attrezzature, cambusa, rifornimenti... ci scappa anche una cena da Paolo e Carla che sono sempre di una disponibilità squisita!
LUNEDI' 25 ore 9,15: SALPIAMO!!! Ore 10, calma piatta... e si smotorazza, i garrocci della randa nuova non scorrono come dovrebbero, nonostante generose spruzzate di grasso al silicone... come inizio non c'è male :-((
Il pilota automatico ronza sommessamente, tenendo la barca come su una monorotaia. Motore a 2000 giri e si viaggia sui 5 knt.
Nel pomeriggio, dopo pastasciuttona e insalatona, si alzano finalmente una decina di nodi da NW che ci permettono di fare qualche ora a vela alla stessa media. Alle 17 il primo di una lunga serie di branchi di delfini viene a salutarci, giocando sotto la prua di Dilemma.
Ore 21 arriviamo a Buggerru (61 miglia) e decidiamo di fermarci per la notte. Il porto è insabbiato e dopo un primo tentativo optiamo per la rada. Cena tranquilla, 4 chiacchiere e nanna.
MARTEDI' 26, ore 7, Marcello mi sveglia con il profumo del caffè caldo. Di vento manco a parlarne. Un'occhiata alla rada mi convince che le rocce della diga foranea DEVONO pullulare di pesci. Mi butto col fuciletto e prendo... tanto freddo!! Di pesci neanche l'ombra e alle 8 salpiamo l'ancora e ce ne andiamo verso sud (sempre a motore).
Verso l'imbocco del canale tra l'isola di S. Pietro e S. Antioco un po' di brezza ci consente di spegnere il motore, mantenendoci sui 4 nodi. Il serbatoio è a 1/4 e ci chiediamo se sia meglio far gasolio a Carloforte, per precauzione, ma il vento rinforza e, con 20-25 nodi da SE e mare calmo, filiamo a 7 nodi con punte di 9... Carloforte è saltato senza patemi. Il vento sembra costante e la velocità si mantiene sui 7 nodi su una rotta appena più larga rispetto a La Galite, che contiamo di raggiungere domattina. Continuiamo sul bordo favorevole stringendo man mano e riducendo le vele. Con 1/3 di fiocco avvolto e 2 mani di terzaroli Dilemma mantiene i 7 nodi come da contratto e rimane molto maneggevole. Chi lavora è sempre il p.a., noi guardiamo i delfini; faccio ancora qualche foto, ma sembra una presa in giro: prima saltano come matti, con piroette e incroci, appena prendo la macchina... tutti tranquilli e immersi!
Al calar della notte cala anche il vento e riaccendiamo il motore. Stabiliamo 4 turni di 2 ore a partire dalle 22. La notte è calma e piena di stelle, qualche mezz'ora a vela approfittando di qualche refolo sufficiente a non farci scendere sotto i 3 nodi. Il mare pullula di pescherecci, spesso a luci spente, che si accendono man mano che ci avviciniamo, ma con un po' di attenzione non rischiamo abbordi.
MERCOLEDI' 27: Dilemma va troppo veloce :-)) alle 4 di mattina siamo in vista della Galite e relativo faro sul Galiton (lo scoglion a O), mentre ci avviciniamo si alza un "nebiùn" degno della bassa padana che nasconde isola e faro (altro che isola che non c'è!) e, anche se le carte non segnalano rischi, ci sembra più prudente aspettare in cappa che la nebbia si alzi. Verso le 6 la visibilità migliora e ancoriamo in rada.
115 miglia (di cui una 70ina a vela) a quasi 6 nodi di media, non male! Andiamo a dormire...
Apriamo gli occhi in un radioso mattino nella baia tranquilla.
In rada c'è un'altra barca, un ketch in ferro da noleggio con un gruppo di commendatori romani. Uno di loro ci raggiunge e scambiamo 4 chiacchiere: sono piuttosto delusi della loro crociera; la barca non è quell'albergo che credevano, a bordo non funziona niente, il marinaio litiga con lo skipper perché gli tocca fare tutto lui mentre l'altro fa solo il comandante... se ne torna a nuoto, sconsolato, con i nostri auguri e un po' di commiserazione (che teniamo per noi); in fondo, con l'atteggiamento colonialistico che vantava - "...con qualche bottiglia di vino e di liquore ti portano di tutto, aragoste, pesce, frutta... ", pensiamo che qualche piccola sofferenza se la meritino.
L'acqua è limpidissima e invita ad un bagno ristoratore. Già che ci siamo ci infiliamo maschera e pinne per dare un'occhiata all'ancora e ai fondali... quasi sotto la barca adocchio una tana di polpo... Marcello è andato a riva e lo raggiungo, prima di inutili stragi, per chiedergli se per pranzo gradisce insalata di polpo con patate e prezzemolo. Sembra entusiasta, nel frattempo vedo un altro polpetto sulla sabbia e invito a pranzo anche lui, che accetta senza opporre resistenza. Lo porto in barca e mentre lo metto nel secchio per tenerlo in fresco accosta un gommone della "Gendarmérie" per i controlli... Ops! attimo di imbarazzo mentre sposto il secchio e biascico che "le Comandant est on arrivée". I gendarmi sono decisamente molto informali e gentili, in borghese, accettano volentieri una birra (alla faccia del Corano), ci fanno le domande di rito quasi con noncuranza e controllano i documenti della barca, rimandando gli altri controlli al primo porto di ingresso: Tabarka o Bizerta. Alla fine ci chiedono se abbiamo vino o liquori da regalare... ahimé, la nostra cantina non è molto fornita (disonore!!!) ma Marcello non è un gran chè come "evaporatore" e io non ho voluto fare la figura dell'ubriacone, così abbiamo solo due bottiglie di vermentino e un bottiglione di bianco da pasto, che mi vergognerei ad offrire. Cediamo una bottiglia e se ne vanno soddisfatti, dicendoci che se vogliamo possamo visitare l'isola.
Appena allontanati mi rituffo, recupero il secondo polpo e lo metto in compagnia del primo in pentola a pressione con le patate... 8 minuti e il pranzo è pronto!
Io non sono mai molto interessato a scendere a terra e i ripidi pendii assolati non mi attirano molto... Marcello invece, dopo pranzo, si catapulta a terra e con il portatile mi fa la cronaca dell'escursione. Prima viene circondato da un gregge di pecore, poi le case, le strade bianche, un cimitero con lapidi francesi, saccheggiato con ossa sparse... ritorna in "trattore-stop".
Cena: risotto coi funghi e la restante insalata di polpo. Diamo una botta alla bottiglia di Mirto, ma Marcello crolla subito... dubito che potrò rilasciargli il brevetto di "Capitano di lungo sorso", ma forse, con l'allenamento...?!?
Il bollettino annuncia una burrasca da SE...
GIOVEDI' 28: nella notte il vento rinforza MA DA OVEST! Anche se non serve ci alziamo ogni tanto a controllare l'ancoraggio. Al mattino, mentre stiamo per preparare la colazione, una raffica fa spedare l'ancora. Ci scambiamo un'occhiata e decidiamo di andarcene. 3 minuti e la barca è pronta... volevamo andare a Tabarka, ma il vento tira dall'altra parte, quindi dirigiamo su Biserta :-))
Mare e vento in poppa e Dilemma fila a 7-8 nodi con solo il fiocco. I delfini ci accompagnano a più riprese. Unico bordo tra poppa e gran lasco fino al faro di Ras Anghela, poi un breve bordo al largo per scapolare C. Bianco. Sul capo il vento rinforza sui 25 nodi e Dilemma fila come un treno a + di 10 nodi.
Entriamo in porto e ormeggiamo allo Yachting Club, dove ci raggiungono i funzionari di Polizia e Dogana. Anche questi gentili e simpatici, dicono che non ci sono problemi per il mio passaporto scaduto e che in un'ora mi faranno un visto provvisorio.
La banchina è piena di barche italiane, ma gli equipaggi ci sembrano un po' snob e con la puzza sotto il naso, non leghiamo minimamente, soprattutto dopo che ci chiedono "com'è fuori?"... perché sono 5 giorni che stanno lì BLOCCATI DAL VENTO!!!
Cala la sera e sto ancora aspettando il visto... vedremo cosa succede domani.
VENERDI' 29: in mattinata torna il solerte poliziotto con i miei documenti, dice che è dispiaciuto, ma non mi possono fare il visto provvisorio e quindi non posso sbarcare. Mi dispiace più per Marcello, di cui mi sembra di limitare la libertà di movimento. Anche se ho poca fiducia, lui vuole provare ad insistere e parte a caccia del Consolato italiano (e di una banca per cambiare un po' di valuta.
Mentre è via mi chiedono di spostare la barca perché deve arrivare qualcuno che ha bisogno del posto dove siamo noi. C'è qualche raffica al traverso, ma riesco a fare tutto da solo ormeggiando all'inglese dall'altra parte del pontile.
Quando torna Marcello le notizie sono: Consolato chiuso (un negoziante vicino dice che "forse" apre nel tardo pomeriggio); dalla gendarmeria dicono che è stata avviata una pratica per il visto presso il Ministero degli Interni, ma è cosa "lunga" (forse se interpellavano il Ministero del Turismo erano più ben disposti); almeno è riuscito a trovare il cambio.
Biserta comunque non l'ha entusiasmato e dopo pranzo decidiamo di andarcene. Il vento naturalmente ci spinge contro la banchina e lasciare l'ormeggio non ci riesce in maniera proprio elegante. Facciamo venire un infarto a due coppie di francesi sulle relative barche che abbiamo a prua e a poppa, ma riusciamo a scollarci con soltanto una "grattatina" al bottazzo.
Ci dirigiamo a E-SE verso C. Farina, dietro al quale contiamo di ridossarci per la notte.
Appena doppiato il capo vediamo una motovedetta tunisina, grigio scuro, tetra, ancorata in mezzo alla rada. La sua funzione principale pare sia quella di c@#re il c@##o a TUTTE le navi e imbarcazioni in genere in transito nei paraggi e rilevate dal loro radar. Sul 16 infatti è un continuo susseguirsi di messaggi del tipo:"ship at position ....N ....E, proceeding at 22 knt on course 94°, contact us, over"... Noi decidiamo di spiazzarli e, avvicinandoci chiediamo se possiamo ancorare in rada. Si saranno detti: " ...ma come, siamo noi che facciamo le domande... e questi ci interpellano di loro iniziativa???" Infatti vanno un po' in palla e ci dicono di aspettare. Dopo 3/4 d'ora ci dicono che abbiamo il permesso di ancorare, cazziandoci perché, dopo aver girato attorno a loro per mezz'ora abbiamo GIÀ buttato l'ancora. Marcello si affretta a dire che era solo un ancoraggio "provvisorio" in attesa di notizie... e ce ne andiamo più in là per la notte.
SABATO 30: al mattino si parte con un bel po' di mare e vento in poppa verso Sidi Bu Said (SBS per gli amici). Sempre solo fiocco (perché faticare?) Dilemma viaggia tra i 9 e i 10 nodi e ci basta (tze!) ogni tanto planando (o surfando) sull'onda supera i 13!!!! Entusiasmante!!
Entriamo a SBS facendo lo slalom tra bagnanti, scuole di vela e di windsurf e pescatori... tutti davanti all'ingresso del porto >:O
Subito c'è la visita dei funzionari, sempre molto amichevoli e gentili. Controllano solo i documenti della barca e mi illudo che, facendo finta di niente, possa riuscire a uscire dal porto. Niente, tempo 10 minuti e tornano a dirci che sono dispiaciuti, ma io non posso sbarcare, ma, bontà loro, posso girare liberamente per tutto il porto. Ormai avranno le mie foto segnaletiche in tutta la Tunisia... sono tentato di sbarcare col buio per mettermi a un semaforo a lavare i vetri alle auto locali :-))
Spedisco qualche cartolina dagli "arresti barchiciliari" mentre Marcello si gode la "libertà" andando in treno a Tunisi, dove si destreggerà tra orde di venditori di tappeti e guide turistiche "faidatè" che vogliono a tutti i costi accompagnarlo di quà e di là. Quando torna valutiamo se sia il caso di proseguire, puntare su Pantelleria o rientrare verso Teulada. Domani mattina vedremo le condizioni meteo (i bollettini sembrano piuttosto incerti) e decideremo, ma, essendo solo in 2, preferiamo un rientro più "tranquillo", quindi l'ipotesi più probabile è Teulada.
DOMENICA 1 Luglio: anche se non diamo l'impressione di persone sensate, abbiamo valutato che sia meglio tornare verso "casa". Io pensavo a Pantelleria, Marcello addirittura a Malta, ma alla fine abbiamo valutato che, essendo solo in 2, un ritorno da più lontano avrebbe comportato turni più pesanti e il rischio di trovarci con condizioni "dure" da affrontare forzatamente per rispettare i termini del rientro.
Il vento sembra da SW come da bollettino locale. Manca un quadro generale. L'impiegato della capitaneria ieri sera si è offerto di collegarsi su internet per vedere un meteo... ma non è riuscito a prendere la linea.
Dopo un'ora di attesa per l'apertura degli uffici (per i documenti di uscita) e la caccia al benzinaio (col gasolio a 600 £ riempiamo serbatoio... forse troppo, e taniche di scorta!), alle 10,30 finalmente usciamo, arrotando il solito bagnante all'imboccatura del porto.
Il vento non è affatto da SW, bensì da NW, quindi bordo al largo per uscire. Mare 4 e vento 25 nodi. Bolina stretta attorno agli 8 nodi. Fuori dall'is. Piana (ma quante isole piane ci sono al mondo?) si cambia bordo... e idem.
Una grossa nave ci punta, decisamente in rotta di collisione... teniamo duro e quando ormai vediamo il bianco degli occhi (iniettati di sangue) del pilota e cominciamo a chiederci se sarà il caso di virare... cede la nave che cambia rotta e ci sfila a poppa. Momenti di esultanza, ma poi vediamo che quella prosegue sulla nuova rotta e ci viene il dubbio che dovesse virare comunque e ci abbia solo usato come boa per farci cagare sotto.
Mare a secchiate e cominciamo ad attrezzarci per la notte. Su quel bordo ci aspettano 180 miglia per Teulada e Marcello è preoccupato per una piccola quantità d'acqua che trafila nonsisadadove. In più anche il gasolio trabocca dal tappo dell'indicatore di livello e impesta la sentina. Marcello si sobbarca il lavoro sporco di asciugare e sgottare e io non perdo occasione di rimestare il coltello nella piaga, facendo battute sulla "bagnarola" che fa acqua. Cerco di sdrammatizzare, ma lo vedo un po' preoccupato. L'acqua non è molta, ma il non capire da dove arriva non lo (ci) tranquillizza.
Iniziamo i turni con 2 mani alla randa e 2/3 di fiocco; la luna crescente illumina parecchio, e, a parte l'acqua in sentina e qualche secchiata in pozzetto, la situazione, se pur pesante è gestibile. Mi tocca il secondo turno (12-02) il vento è calato leggermente e svolgo tutto il fiocco, poi decido che il pilota automatico ha diritto ad un meritato riposo e lo spengo per divertirmi un paio d'ore a bolinare, stringendo quanto posso senza scendere sotto i 6 nodi. Il bordo ci permette di avvicinarci veloci, anche se su una rotta un po' più larga del necessario.
La luna è calata e c'è "solo" più qualche miliardo di stelle che ci guardano. Tengo lo strallo sulle ultime due stelle dell'orsa maggiore (...seconda stella a destra, quello è il cammino, e poi dritti fino al mattino...), la polare è un po' sulla destra, coperta dal fiocco, sopra di me il triangolo splendente di Vega, Deneb e Altair... da sballo! Mi viene in mente la canzone di Dalla: "...ogni sera torno a casa, con il sale sulla pelle; ma negli occhi e nel mio cuore ho le stelle, che potrebbero guidare la mia nave in mare aperto..." il resto è troppo triste e mi manda in depressione :-((
LUNEDI' 2: al mattino la costa è ancora lontana, ma il vento cala e il mare si calma e diamo motore, anche per abbassare il livello del gasolio che continua a trafilare.
Un branco di delfini viene a salutarci ma si allontana subito. Siccome arrivavano da sottovento ci viene qualche dubbio sul nostro livello di pulizia personale :-))
Sul far del 1/2giorno si mangia finalmente tranquilli (cappelletti burro e salvia e megainsalatona). Siamo in vista di Teulada...
Entriamo a Teulada circa alle 16... porto nuovo, deserto, i pontili saranno collaudati venerdì e non si possono utilizzare, ma non c'è quasi nessuno e ormeggiamo all'inglese in banchina su un fondo appena sufficiente.
Il posto è bello e selvaggio (un po' lontano dal centro abitato). Marcello ha conosciuto qualche anno prima il farmacista di Teulada, Beppe, appassionato di vela e presidente della L.N. locale.
Gli telefona per salutarlo... e ci troviamo invitati a cena. La nostra naturale ritrosia :-)) e la nota inappetenza del velista :-))) non sono sufficienti a rifiutare un così gentile pensiero... e ci gustiamo una cena luculliana, parlando di barche, di mare, di progetti...
Il mattino dopo Beppe, di una gentilezza squisita, ci porta addirittura i giornali in barca prima della partenza.
MARTEDI' 3: tappa tranquilla verso Carloforte, poco vento, quasi tutto motore. Ormai siamo orientati verso il più bieco diporto: partenze dopo colazione, navigazione tranquilla, sosta in rada per il pranzo, rada o porto alla sera... com'è dura la vita di mare!!! ma tant'è, siamo nati per soffrire (ormai siamo in ballo e balliamo)... (non c'è più la mezza stagione...) :-))
Ci fermiamo dunque allo scoglio della Vacca per un bagnetto e il pranzo. Trovo il modo di invitare una soglioletta e una seppiolina. La prima è veramente piccola e la facciamo al burro, la seconda in umido con pomodori e capperi. Il posto è stupendo, acqua limpidissima in una caletta affollata di cormorani e gabbiani.
Verso sera raggiungiamo Carloforte. Marina non affollato con assistenza pronta ed efficiente, non particolarmente caro (40.000). La cittadina è tipicamente ligure, nel bene e nel male (i prezzi sono quelli della peggiore Liguria). Ci sediamo per prendere 2 granite... 12.000!! E della granita vera non è nemmeno lontana parente (ghiaccio tritato e succo di limone. Al supermercato prezzi mediamente attorno al 40% in più rispetto ad Alghero.
Ce ne andremo domattina.
MERCOLEDI' 4: dirigiamo a N. Tappa di pranzo a Cala Domestica, stretta e molto bella, fondo di sabbia bianchissima tra pareti di roccia a picco, con 2 spiaggette deliziose.
La pesca non da buoni frutti ma ripieghiamo su un'ottima insalata di riso. Dopo pranzo partiamo (a malincuore) verso il golfo di Oristano. I bollettini, dal mattino, continuano a dare avvisi di burrasca da SE forza 5... e ci andrebbe anche bene, ma alle 17 abbiamo ancora 10 nodi da NW e non sembra di vedere avvisaglie di cambiamento. Sul far della sera siamo a Capo S. Marco sul lato nord del golfo di Oristano. Ancoriamo poco lontano dalle rovine di Tharros, su un fondale di posidonie con rare chiazze di sabbia. Cerco di centrare una di queste per essere più tranquilli che la Bruce faccia una buona presa, poi, tanto per non rischiare, filiamo 40 m di catena (su 3 m di fondo!). Il vento sta rinforzando e la catena si distende bella tesa. Per eccesso di scrupolo nella notte mi alzerò un paio di volte (e Marcello anche) a controllare, ma vorrei vedere che si muovesse! Le raffiche raggiungono i 35 nodi, ma la notte passa tranquilla, anche grazie alle abbondanti libagioni (mie, Marcello al secondo bicchiere è già cotto). Penso che potrei approfittarne per convincerlo a giocarsi la barca a carte, ma poi, per l'amicizia che ci lega, rinuncio ad infierire %-))
GIOVEDI' 5: al mattino la buriana (finalmente da SE) accenna a diminuire e comunque approfittiamo delle ultime raffiche favorevoli che ci spingono verso "casa".
Il rientro non ha storia... è la fine del viaggio e mancano solo le considerazioni finali.
Le mie non possono che essere positive.
È stata un'esperienza bellissima, piacevole, rilassante. Lo stress non è mai comparso nemmeno all'orizzonte (anche se Marcello continua ad arrovellarsi sulla provenienza dell'acqua che a tratti continua ad insinuarsi nella sentinetta sotto il lavello).
Dilemma è una barca eccellente, semplice, quasi spartana ma comoda e confortevole; grazie al pannello solare il frigo ha sempre funzionato a pieno regime, consentendoci il lusso di cibi e bevande fresche - il mirto sopprattutto %-)) - e il pilota automatico è stato un terzo marinaio attento e instancabile. Veloce nonostante l'albero "minorato" anzicché maggiorato, morbida sull'onda e maneggevole all'ormeggio; l'albero, forse più vicino della norma alla prua, consente di usare il tendalino anche in navigazione evitando di friggere l'equipaggio nelle ore più calde... insomma la "barca ideale" per la crociera veloce.
Marcello come skipper è quanto di meno convenzionale si possa concepire e la sua competenza e precisione nella conduzione della barca non cade mai nella pedanteria o nell'autoritarismo. L'unico neo è che non ha passato gli esami da "evaporatore"... non so se non si applica abbastanza o se proprio "n'gna fà", ma, in qualità di ideatore della categoria, non ritengo ancora opportuno fregiarlo del titolo perché le sue prestazioni sono state veramente scarsine... forse in futuro, se studia... si vedrà. Del resto finora non sono molti i VeListi che ho conosciuto, degni del titolo... parole tante, ma poi nei fatti... tze!
Comunque ci siamo trovati nel più pieno accordo per quanto riguarda il modo di vivere la navigazione; il filo conduttore si può riassumere con 2 concetti: "vai dove ti porta il vento"; "perché faticare quando se ne può fare a meno?". Anche sulle soste la concordanza di vedute è stata completa, mai lasciare alle cozze il tempo di fare presa. Se il posto è brutto si parte per cercarne uno migliore, se è bello... mo me lo segno che poi magari ci torno, ma andiamo avanti a vederne altri.
Il mito del viaggio è quello che ci spinge a navigare: "...All'orizzonte di quell'oceano ci sarebbe stata sempre un'altra isola, per ripararsi durante un tifone, o per riposare e amare. Quell'orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare." (Ugo Pratt, Una ballata del mare salato).
Spero che in futuro ci siano altre occasioni di condividere questo piacere.
Buon Vento a tutti, Mauro
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