Welcome to Nave!

 

Parlare di Nave come comunità è il rintracciare la storia dell'ultimo secolo. Il territorio era di proprietà di alcune famiglie patrizie: Chiaradia, Granzotto, Liberali. Con la decadenza queste potenti famiglie si videro costrette a cedere, vendere, la terra ai fittavoli. O meglio mezzadri. Comincia così a formarsi il paese e gli abitanti che si che si riconoscono con propria enità stretti attorno alla chiesa di San Antonio. "La nave" diviene una specie di terra promessa e molte famiglie emigrano dai paesi vicini. L'economia è in prevalenza agricola. La povertà resta un denominatore comune tra gli abitanti. Poco prima della grande guerra a Nave viene mandato un prete che, amministrando la comunità in maniera ortodossa, riesce a fare costruire una nuova chiesa. E' una impresa ardua poiche, mentre la manodopera abbonda, le risorse finanziarie scarseggiano. I sassi e il trasporto vengono offerti quasi a titolo gratuito dal benemerito cavaliere Giovanni Santin (mio nonno!) . Tutta la comunità partecipa nell'impresa. La chiesa come punto di riferimento della nuova comunità deve essere intesa anche come centro del paese. Attorno ad essa si comincia a costruire le prime case contando sulle rimesse degli emigranti. L'asilo, la scuola elementare, il primo vero bar . Svago degli abitanti nei meriggi di festa. L'energia elettrica. La latteria, dove i contadini raccolgono il loro latte. (Ora non più). Si da la sembianza di un paese vero. Negli ultimi anni le cose sono cambiate. L'agricoltura è pressoche sparita eccetto due o tre aziende di medie dimensioni. Di case ne sono state costruite molte ad opera di faccendieri che si sono comprati tutta la terra edificabile. Speculano sulla pelle di tanti giovani che posseggono terra. Ma che si vedono costretti ad emigrare per non sottostare alle ferree imposizioni di amministratori ciechi che li costringerebbe ad andare a comprare un lotto di terra, o un appartamento, dalla pseudo-mafia. E' stato realizzato il campanile. Opera di un'altro prete: don Enzo Cigagna, attuale pastore di Giais (PN); che nei due lustri passati a Nave è arrivato a ricongiungere la comunità alla fede. Ma nel complesso la qualità della vita è andata scadendo con l'aumentare del traffico aereo militare, americano, sopra l'abitato. I morti da cancro, un tempo rarissimi, non si contano più..... Si sta creando una sorta di mercato globale per cui il piccolo paese è destinato a sparire come entità a sè stante , per venire risucchiato dalla periferia di Sacile. Si è consci del fatto che il tempo non si ferma perche il tempo è tutto e ha annientato quella diversità che gli abitanti di Nave portavano con orgoglio. G.S.'97

Nave di Fontanafredda (PN) è un paese sorto, in forma moderna, solo dopo l'ultima guerra mondiale. Ed è stato costruito con le rimesse degli emigranti. Nel corso degli ultimi 50 anni si è andato conformando con l'aspetto della dignità di un paese che dal sostentamento prevalentemente agricolo si è via-via trasformato in imprenditoria più o meno evoluta. Conta di circa 800-1000 abitanti. In paese, tranne la parrocchia, non esistono opere di comune aggregazione sicché, in quanto socializzazione, dipende per l'intero da Sacile; città più vicina. Consta di una chiesa grande costruita con la promozione del defunto prete, don Federico Bidinost, e del recente campanile, costruito 40 anni dopo, con la promozione di don Enzo Cigagna; attuale Pastore della comunità di Giais (PN). Il "casello" è una villa signorile fatta erigere agli inizi del secolo da un decaduto nobile di origine francese - Fiorenzo Permantieau- sposato con una donna del luogo. Lungo gli argini del Livenza, fiume, si trova una piccola chiesa votiva, del VI secolo, dedicata a San Antonio abate . Negli anni "70" la intraprendenza di alcuni paesani, allora giovani, ha portato alla creazione di un gruppo di lavoro per la realizzazione della "sagra" paesana che è riuscita a fare conoscere Nave anche fuori i confini territoriali del comune e ancora adesso, con la gestione della Pro-loco, riesce ad attrarre flotte di persone dalla ultima domenica di Luglio, alla prima domenica di Agosto. Pur trovandoci in "campagna" l'unico posto in cui si può svolgere la festa del paese resta il campo di calcio della parrocchia poiché, nell'ambito della politica territoriale, gli amministratori del comune di Fontanafredda, il paese è stato rappresentato da personaggi con scarso "buon senso", che invece di accudire agli interessi della popolazione hanno evoluto solo i loro interessi personali ed hanno favorito gli speculatori i quali hanno ricoperto di cemento armato tutto il verde possibile: posso affermare che hanno di fatto solo promosso opere pubbliche di nessuna utilità. Come, ad esempio, il depuratore fognario realizzato in depressione di circa due metri sotto il livello reale del fiume Orzaia nelle cicliche piene stagionali. Sicché, se mi è consentita l'espressione, adesso il paese è nella fogna.Il cimitero , camposanto, invece, è l'unica istituzione che funziona a pieno regime poiché la popolazione rimasta è composta in prevalenza da anziani: i giovani sposi sono costretti a emigrare per non sottostare al ricatto dell'amminstrazione comunale che ha svolto una politica territoriale ed abitativa in funzione della lobbies degli speculatori i quali propongono le loro abitazioni (dei veri e propri pollai...)di scarso pregio, antiestetiche e fuori norma, a prezzi astronomici. Nell'anno 1990 c'era stata l'offerta del defunto Vincenzo Muccioli per costruire, realizzare, una comunità per la cura e il reiserimento sociale dei tossicopendenti, all'interno di un'area donata da un benemerito paesano, ma poi non se ne fece nulla di quel arduo progetto che avrebbe dato lustro e fama ai paesani di Nave come una avanguardia di civilismo sociale, poiché si è frapposta la lobbies (mafia?) dei palazzinari che è riuscita a terrorizzare parte della popolazione della frazione con lo stereotipo di tossico dedito a derubare e ammazzare le vecchiette......... Come se una comunità chiusa qual'è da sempre la "San Patrignano" potesse in qualche modo nuocere a qualcuno. Sarebbe invece stato l'affare del secolo, che avrebbe potuto risollevare l'apatia e gli affari dei fornitori di servizi creando un business miliardario: pochi l'avevano capito e l'amministrazione del comune si è vestita alla Ponzio Pilato. In questo caso, passato Vincenzo Muccioli, l'mprenditoria ... di paese ha continuato imperterrita a vincolare la libertà e le scelte dei paesani. Nessuno può costruire nulla se non paga il "pizzo" psicologico alla lobbies di faccendieri nascosti dietro s.r.l. (Società Riciclo e Lucro?) di comodo. Come dico io ... più schiavi di così si muore....
G.S. '98
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