360 mondena

A seconda del grado di confidenza e di abilità di guida del conducente, la 360 Modena F1 può risultare o tremendamente veloce e molto, molto divertente, oppure... tremendamente veloce da mettere in soggezione. Chi non si è sentito totalmente a suo agio ha trovato la Modena un po’ difficile da recuperare una volta superato un certo livello di pilotaggio; e, come e le vetture fuoriclasse, ha richiesto rispetto e abilità per rendere al meglio specie sul bagnato. Ma per facilità di sfruttamento e potenziale assoluto, la 360 ha superato di gran lunga  tutte le altre partecipa sotto i profilo del ritmo, del bilanciamento, dello stile, dell’aderanze, dello sterzo e, anche, per il puro fattore “adrenalina”. Anche se il motore V8 e il cambio tipo Formula 1 a rapporti ravicinati non avrebbero dovuto influire significativamente sul nostro giudizio in merito alla maneggevolezza, si sono rivelati entrambi elementi essenziali nel definire il carattere della vettura in circuito, Il rombo del motore a pieno regime ha rappresentato un’esperienza assolutamente da provare, mentre la facilità con la quale e la 360 si avvicina al top delle sue prestazioni ha provato una volta di più l’incredibile fruibilità di questa sportiva. E anche forse questa la ragione per cui ci sono stati tester che hanno trovato impegnativa la Modena una volta spinta verso il limite di aderenza dei pneumatici posteriori, anche perché — pur se in maniera progressiva — cercando di affrontare una curva veloce tenendo il piede ben piantato sull’acceleratore, il retrotreno può perdere aderenza assai rapidamente.
Da notare, comunque, che pure i piloti che hanno trovato più arduo interpretare la particolare tendenza al sovrasterzo della 360, ne hanno immancabilmente apprezzato la guidabilità, il modo di affrontare le curve e l’aderenza, che nessun’altra auto è stata in grado di eguagliare. Va anche precisato, in questo contesto, che l’esemplare a disposizione per la prova montava pneumatici Michelin al posto dei Pirelli P zero presenti su altre 360 provate in precedenza. La maneggevolezza ne ha guadagnato, ma la vettura si è mostrata anche meno propensa a perdonare gli errori.
In conclusione, la 360 è stata l’unica vettura a sembrare progettata per la guida su pista. Infatti la precisione della risposta dello sterzo, dei freni, delle sospensioni e del cambio la fanno avvicinare a un’auto da corsa più di ogni altra protagonista del confronto, compresa la stessa 911 GT3 che, potenzialmente, da corsa lo è proprio. Ma ciò significa anche che, se trattata in maniera inadeguata, essa può divenire perfino aggressiva nelle reazioni. Proprio come quando si gioca col fuoco: se non si fa attenzione, ci si può scottare.


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