BMW M5

È una vettura che su strada si distingue per la sorprendente padronanza di guida che offre, ma eravamo certi che in circuito l’imponente e pesante M5 avrebbe dovuto cedere qualcosina, visto l’impressionante alternarsi di veloci rettilinei e curve impegnative che caratterizza Oulton Park Su strada la sua raffinatezza tende addirittura a isolare il conducente dalla realtà al punto dal distrarre dalla percezione della velocità, raggiunta velocemente raggiunta grazie ai 400 Cv del possente V8 . Cambiando scebario, le prime due curve di pista offrono già interessanti indicazioni su come probabilmente è destinata ad evolversi la situazione: si arriva in cima alla salita percorrendo una lieve curva a destra, il che lascia assai poco tempo per la frenata in discesa che immette nell’insidiosa curva in pendenza di Cascades. È un mix esplosivo che distingue subito i modelli votati alla pista da quelli “solamente” sportivi, ma la M5 ha mostrato di “digerire” assai bene questo passaggio critico inserendosi in curva con rassicurante precisione, per poi portarsi verso l’uscita forte di una grande neutralità. Lo sterzo offre una sensazione di piacevole presenza: pesante quanto basta per non richiedere troppi sforzi, fornisce precise informazioni utili specie nell veloci curve di Druids e Island. Il sistema DSC tende a... “rovinare” il divertimento, tagliando la potenza proprio quando ce n’è bisogno: ad esempio, in uscita dalle curve strette e dalle varianti. Escludendolo, la M5 si trasforma, ma occorre fare attenzione al sovrasterzo di potenza che si verifica con immediatezza, solo premendo l’acceleratore un centimetro di troppo...
Su questo circuito, un’auto con la mole della M5 di solito finisce per torturare i freni: giro dopo ~iro, invece, l’impianto BMW è rimasto sempre affidabile, facendo sentire la sua grande efficacia all’inizio come alla fine. Detto dei freni, va aggiunto che girando in pista di tanto in tanto c’è stato spazio per piccoli “awertimenti” a non prendersi eccessive libertà: come sulla salita di Clay Hill, dove il retrotreno si alleggerisce e può dare origine a qualche serpeggiamento qualora si voglia mantenere il gas tutto aperto.
Più in generale, la M5 ha dimostrato però un grande equilibrio nei tratti più veloci, combinato con la sorprendente efficacia di azione in  quelli lenti senza evidenziare fastidiosi sottosterzi. L’aver verificato un comportamento così esemplare su un circuito assai impegnativo, seguito da un rientro ai box senza alcun segno di affaticamento, ha destato un’impressione veramente favorevole.

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