Lui la conosce bene

E’ uno di quei tecnici la cui bravura si misura ancora con il cronometro. Anzi con i responsi delle fotocellule di Fiorano. Dario Benuzzi di Vignola, 49 anni, capo collaudatore Ferrari, l’uomo che ha fatto nascere, ha svezzato ma anche torturato l' F50 . Anche lui ormai è uno dei personaggi del Cavallino. Cominciò la carriera 27 anni fa; ha provato anche le F.1, quelle di Prost, Mansell, Berger e Mesi. Benuzzi è innamorato della sua «F50», sua come nessun’altra. Ne conosce ogni segreto, ogni reazione. «Vetture così non ne esistono. Ha qualità e limiti che neppure v’immaginate. Va come un missile ma sì guida facilmente persino nel traffico cittadino. Abbiamo lavorato duro per quattro anni per renderla perfetta, sia su pista sia su strada. Un lavoro certosino per darle le doti che, forse, mancavano alla “GTO” e alla “F40”. È facile da guidare, sincera nonostante la sua enorme potenza. Fantastica oltre i 4000 giri, può sembrare un po’ vuota sotto questo regime. Ma non è così. E poi con l’aspirato si possono evitare quelle improvvise scariche di coppia del turbo F40. L’abbiamo resa perfettamente neutra, per sfruttare al limite le qualità del motore centrale, per renderla più stabile, più maneggevole con un sottosterzo minimo al limite. E poi ci sono stati tanti, tantissimi chilometri di perfezionamento su strada.
Esempio: i freni docili e sicuri anche senza l’ABS e lo sterzo, preciso, leggero anche senza il servo. Poi le sospensioni: grazie al computer si adattano a ogni fondo, il liscio della pista o lo sconnesso di una statale; a ogni velocità, in ogni curva. E con la rigidissima struttura di carbonio non si sentono vibrazioni e scricchiolii. Persino la climatizzazione non dà problemi. Il rumore? quello glielo abbiamo lasciato. Il cliente Ferrari paga centinaia di milioni per sentirlo. Ci mancherebbe altro che glielo togliessimo».


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