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Con gli occhi velati dai tranelli del sonno, il cuore impazzito dalle luci d'inverno, all'alba della vita come neve fresca mi affaccio dai pensieri. Scorgo grovigli di strade danzanti al suono dell'anno che finisce, musicisti sognanti all'angolo di sentieri deserti, campane che annunciano profumo di pace.
Regalo un pensiero ad ogni lucina che intermittente colora il verde degli alberi. Ascolto i profumi del natale, fremiti di libertà della vita che inizia.
Tramonta l'anno e nel tempo che resta abbraccio i saluti commossi delle piante che nascono, fotografo il pianto di un uccello in volo, accarezzo l'ombra di un ruscello ghiacciato.
Sogno arcobaleni che infrangono il nero silenzioso dell'odio che uccide. Sogno frontiere infinite senza contrasti tra forme di vita Sogno armonia che come pioggia leggera abbatte serena i muri di piombo.
Unisco in tessuti d'incanto i pezzi di sogno. Chiamo la terra dei prati,
il cielo sereno per tradurlo in realtà.
Mi sveglio e ricordo. Regalo a te che mi ascolti il ritratto di quel sogno, le tessere sparse di un'illusione perché tu possa coltivarla. Ti dono granelli di speranza per l'anno che viene, rugiada d'argento che bagni ogni tuo giorno felice, particelle di vento caldo che portino quiete.
Tendo la mano. Ti porgo il sorriso dei miei auguri per te. Per una vita cosparsa da scintille d'entusiasmo, girandole impazzite di felicità.
di Lidia Giglo
Tutto tace e mi avvolge di un indissolubile manto di nostalgia
Manca il respiro, manca la voce. Rimane il silenzio e racchiude le parole di domani.
Tutto gioisce di gioia vuota. Vuota per me. Vuoto di tutto. Vuoto dell'anima.
Tutto è armonia dove vedevo solo disordine sparso di volti nemici.
Tutto è vita. Sembra vita. Ne sento il respiro, ne ascolto il dolce ruggito.
Fuori dal corpo, il mio essere mi osserva distesa su un giaciglio di rimpianto.
Vola fluttuando nello spazio infinito. Finalmente libero, osserva la vita.
Nel cuore, scendono lacrime di rose commosse. Ne sento l'impercettibile suono.
Impalpabili sussurri di petali bianchi
di Lidia Giglo
Una solitaria voce notturna di notte, mi ricorda che di là, nella stanza accanto, c'è un angelo che silenziosamente respira. Inspira vita ed espira dolcezza, ne cosparge l'universo, ne inebria la mia esistenza. Tra le piccole mani tiepide tiene stretta la mia vita, ascoltandone i suoni, assecondandone i colori.
Assiste fiduciosa ai miei voli, agita le mani per salutare le mie partenze. Coccola i miei sussurri, lambisce le mie malinconie, si insinua nella mia anima per purificarla.
Ballerina danzante sulla lastra di ghiaccio dei momenti di gelo. Soffio di vita che apre la porta alla speranza, angelo discreto che attende paziente dietro la porta i miei ritorni. Girasole saltellante al ritmo delle mie energie, polvere d'arcobaleno scintillante intorno al vento.
Mi alzo. Apro la porta della sua stanza. Volevo osservare il suo respiro. Ecco la mia mamma. Con le palpebre che tremano, è una margherita coperta di rugiada, un canto dorato che mi addolcisce lo spirito.
Eccola, è proprio lei, un fragile bastoncino di incenso. Eccoti mamma, sei proprio tu. Granello di sabbia che riempie i vuoti che mi intimoriscono, che colma i traumi della quotidianità. Un foglio amico dove scrivere me stessa, un orecchio attento ai suoni pericolosi. Una regina su un trono di comprensione da regalare alla bambina che scorgi dentro di me. Una calda vena del mio corpo, un sincero bastone su cui appoggiarmi.
Mano nella mano. Occhi dentro gli occhi. Per sempre con te, terra dei miei prati e girandola d'amore, seme del fiore che dà libertà
di Lidia Giglo
Nascosta dietro un cespuglio raccolgo le luci del mondo filtrate dai rami d'argento. Un gatto che corre mi guarda scoprendo la mia malinconia. La luna leggera si accorge di me, filo d'erba nascosto tra i mille sentieri
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