Tibet - Appunti di viaggio

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I miei compagni di viaggio : GIANNI e CLAUDIO   

Come fare per andare in Tibet ? E' semplice : basta ottenere il visto per la Cina, poi per la Regione Autonoma del Tibet, prendere un volo per Kathmandu e da li un volo per Lhasa.

Facile vero? E invece NO !!! Il visto per Cina e Tibet i cinesi lo rilasciano facilmente solo se si e' in un viaggio organizzato (visto collettivo), altrimenti si rischia, come era successo al mio amico Gianni due anni fa, di restare a casa poiche' ottenere un visto individuale e' una vera impresa. (questa e' la mia esperienza chiaramente). Un'alternativa, suggerita dalle guide del Tibet, e' quella di arrivare a Kathmandu e, tramite un'agenzia locale, ottenere un visto collettivo tramite un viaggio organizzato in loco. Chiaramente questo presuppone la disponibilitą di almeno un mese di tempo per effettuare il viaggio e noi non avevamo questo tempo.
Ci siamo rivolti al Tucano Viaggi, tour operator che lavora da anni in Tibet.
Sapete cosa fanno? La stessa cosa che potevamo fare da soli, ma in minor tempo : si appoggiano a varie agenzie Nepalesi per organizzare il tour. Nel nostro caso le agenzie erano la Kathmandu Travel per il Nepal e l'Arniko Travel per il Tibet.
Il costo del viaggio era piu' basso della media anche perche' non erano inclusi i pasti, ma vi assicuro che per mangiare si spende davvero poco. Il viaggio da Roma a Kathmandu e viceversa, pero', ritengo sia un po' contorto per via degli scali a Parigi e Doha nel Qatar.
Arrivati a Kathmandu, ci siamo subito immersi nella citta' facendo una passeggiata nel mercato che arriva fino a Durbar Square; l'impatto e' stato micidiale!! Macchine e moto che suonano i clacson in continuazione e rumori di "scatarrate" continue da parte di tutta la popolazione; quest'ultima cosa sembra essere una usanza tipica anche della popolazione cinese e tibetana!
Il giorno libero a Kathmandu lo abbiamo trascorso visitando i siti piu' importanti della cittą; il tempio di Pashupatinath sulle rive del fiume sacro Bagmati, dove vengono bruciati i morti. Un rito che si ripete tutte le mattine e riempie l'aria di puzza di carne umana bruciata e lascia tutti noi a bocca aperta; non capita tutti i giorni di vedere scene simili!
Un'altra tappa e' lo stupa di Bodhnath, una enorme semisfera bianca sormontata da una guglia dove sono raffigurati i quattro volti di Budda. Poi abbiamo visitato la collina sacra di Swayambhunath : per arrivarci si fanno 365 scale ripidissime e faticosissime!! Sulla cima della collina c'e' un'altro stupa e si puo' ammirare un bel panorama di Kathmandu. Intorno allo stupa ci sono anche dei tempi induisti : in Nepal e' facile trovare insieme templi buddisti e induisti.
Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro a Thamel, zona della cittą ricca di negozi di souvenir e attrezzature per il trekking sull'Himalaya; ci sono anche molte agenzie che forniscono viaggi e tour in Tibet.
Il giorno dopo siamo stati affidati alle "cure" della Arniko Travel per il trasferimento in aereo per Lhasa dove sarebbe iniziato il nostro viaggio in Tibet. Presso l'agenzia (di fronte all'ambasciata cinese in Nepal) abbiamo incontrato il resto del nostro gruppo formato da altri quattro  ragazzi italiani, un ragazzo nepalese e una famiglia di quattro americani degli USA.



Dopo una lunga fila per il controllo bagagli e perquisizione accurata da parte della polizia Nepalese, finalmente siamo riusciti a prendere l'aereo diretto a Lhasa.
Ho avuto la fortuna di fare il viaggio in un posto vicino al finestrino di sinistra e, durante il volo, ho potuto osservare lo splendido paesaggio delle vette innevate della catena Himalayana.
Arrivati a Lhasa, si prova subito una certa ebbrezza dovuta all'altitudine (circa 3000 metri all'aeroporto e 3500 a Lhasa) e si avverte un certo affaticamento anche con piccoli sforzi. Sbrigate tutte le procedure doganali da parte della polizia cinese, tramite un pulmino siamo arrivati nella citta' principale del Tibet; lungo la strada si nota subito l'imponenza del palazzo del Potala che, imponente, domina Lhasa.
Siamo stati tre giorni a Lhasa per visitare la citta' : il Jokhang, il Barkhor, il Potala, il Norbulinka e, nei dintorni, i monasteri di Drepung e Sera.
In tutti questi posti ci sono tantissimi pellegrini che visitano il loro luoghi sacri e seguono i percorsi di preghiera camminando o strusciando a terra in senso orario rispetto al centro dei templi o monasteri agitando le ruote di preghiera per inviare in cielo le parole sacre del buddismo.
In effetti si incontrano personaggi tipici e strani molto interessanti e, ogni tanto, anche qualche monaco con la tipica tunica rossa e gialla.
Tutto cio', pero', non crea quell'atmosfera che uno si puo' aspettare in una citta' tanto rinomata per essere uno dei principali centri della religione buddista. Forse e' a causa delle costruzioni monumentali e della tecnologia portata in Tibet dai cinesi oppure dal turismo che ormai ha invaso tutti i luoghi principali della regione; sembrava di visitare una lunga serie di musei.
Nei tre giorni di permanenza a Lhasa, ognuno di noi (tranne Gianni) ha accusato i problemi tipici dell'altitudine; io personalmente ho avuto per due giorni problemi con lo stomaco e affaticamento dovuto alla carenza di ossigeno. Dopo tre giorni pero' stavo gia' meglio, anche se la fatica, ogni volta che si facevano delle scale o sforzi simili, si e' fatta sentire in tutto il viaggio sopra i 3000 metri.
Durante la permanenza a Lhasa abbiamo visitato, oltre alla citta', anche Sera e Drepung, sedi di due dei piu' importanti monasteri del Tibet.
Dopo Lhasa, siamo partiti per Kathmandu percorrendo la Friendship Highway, una stupenda "autostrada" che attraversa il Tibet fino al confine nepalese : 

1) Si puo' percorrere solo in fuoristrada, credo in tutti i periodi dell'anno, anche se l'agenzia lo considera un imprevisto e prevede un pagamento aggiuntivo se fosse necessario l'utilizzo delle jeep

2) La strada e' completamente sterrata, piena di buche, sconnessa, polverosa e, durante il percorso, bisogna guadare diversi corsi d'acqua. In compenso gli autisti sono stati veramente bravi, prudenti e capaci di superare tutti gli ostacoli ottimamente e con molta sicurezza

3) I tempi di percorrenza sono molto lunghi, ma i paesaggi stupendi e mozzafiato, specie quando si attraversavano i numerosi passi sopra i 5000 metri di altezza

Il tutto, piu' o meno, era previsto e, per quanto mi riguarda, non mi ha disturbato affatto.
Il percorso attraversa le principali citta' del Tibet, Gyantse e Shigatse, i monasteri piu' importanti nella storia del buddismo Tibetano : Palkhor Choide e il chorten di Kumbum, Tashi Lumpo e Sakya, lo splendido lago Yamdrok, di un colore azzurro mai visto, sconfinati campi di orzo in vallate circondate dalle montagne, ecc...
Dopo Tingri e la splendida vista delle vette dell'Everest e del K2 siamo discesi sotto i 2500 metri verso Zhangmu, al confine con il Nepal dove sono iniziati i problemi.
Dopo una nottataccia in un'hotel pieno di umidita' (lo Zhangmu hotel) abbiamo superato la frontiera e ci siamo ritrovati, dopo qualche chilometro, sul ponte dell'amicizia (a piedi e sotto la pioggia) per superare il vero confine tra Tibet e Nepal.
Dopo la frontiera e il controllo passaporti veniamo informati dalla nostra guida nepalese (un ragazzetto di 20 anni circa) che c'erano delle frane e avremmo dovuto fare circa un chilometro a piedi. Ci armiamo di K-way, e partiamo.
Prima tratta su un pulmino locale che camminava sull'orlo della strada franata; stop e proseguimento a piedi superando un paio di frane con dei corsi d'acqua. Niente di particolarmente difficile, a parte la corrente del fiumiciattolo e i piedi bagnati.
Sembrava tutto finito, ma ogni tanto si sentivano dei boati...dopo un po' abbiamo capito che si trattava di frane belle grandi che ogni tanto venivano giu' dalle montagne e che forse la nostra strada a piedi era ancora lunga.
Infatti dopo un po' incontriamo una fila di persone che saliva su una montagna di fango dove, se ci si fermava dritti in piedi, in un attimo si affondava nel fango fino alle ginocchia con conseguente immobilita' degli arti inferiori. Bene, questo e' capitato a me e a molte altre persone che mi erano vicine.....sembrava una scena apocalittica, i bambini che ci portavano le valige ci aiutavano ad uscire dal fango e correvano avanti e indietro su quel tratto. Ad un certo punto tutti scappavano, rumori dall'alto, giro la testa e vedo massi cadere verso di noi! La situazione era tragica, con il solo istinto di sopravvivenza abbiamo fatto un salto (anche se da veri imbranati!) e siamo andati avanti per superare il corso di acqua e melma che scendeva giu' a valle. Tanta paura, ma pericolo superato.
Riunito il gruppo siamo andati avanti; passaggio su un camion e poi.....stop di nuovo!!!
Un'altra frana di quelle grosse! Stavolta dovevamo arrampicarci e superare la frana tra le rocce!! Premetto che  io soffro di vertigini e sono handicappato sulle arrampicate.
Scalzi, stanchi e sudati, pur di arrivare alla fine abbiamo affrontato anche questa frana che non era meno pericolosa dell'altra. Non mi soffermo su tutte le frane incontrate altrimenti non finisco piu'!
Finalmente dopo circa 5 ore a piedi arriviamo al pullman che ci ha accompagnati a Kathmandu. In hotel ci guardavano e ridevano : dovevamo essere molto buffi ai loro occhi, che ci vedevano sudati, sporchi e puzzolenti.
Dopo aver intasato la doccia, abbiamo cenato e siamo andati a dormire con ancora euforici per quello che avevamo vissuto.
Il giorno dopo abbiamo completato la nostra visita di Kathmandu, andando a Patan durante la mattinata e la sera facendo shopping nei negozi e nelle bancarelle di Kathmandu.
Concludendo, devo dire che questo e' stato un bellissimo viaggio, affascinante e interessante  perche' si conosce una cultura molto lontana dalla nostra e si vedono posti stupendi in condizioni non presenti in nessun'altra parte del mondo, prima l'altitudine. E' un viaggio ricco di imprevisti e contrattempi e non proprio comodo, ma quando si va in Tibet si sa che possono esserci e poi, un po' di avventura in un viaggio simile non sta affatto male.

Volete un consiglio? ANDATECI!!!