Heba Kotb riceve in un piccolo
studio al secondo piano di un palazzo in Sharia Sudani,
nel quartiere residenziale di Mohandeseen, al Cairo;
alle pareti sono esposti i certificati della sua laurea
in medicina e della specializzazione in sessuologia; il
telefono, all'ingresso, non smette mai di squillare e la
lista d'attesa per un appuntamento è di due mesi.
La dottoressa Kotb, 39 anni, musulmana osservante,
sposata e madre di tre figli, è una pioniera della sua
materia, considerata tabù in numerosi paesi del
Medioriente.
Ogni sabato mattina conduce
infatti una trasmissione sulla tv di stato egiziana,
durante la quale invita personalità anche religiose a
parlare della vita di coppia secondo l'Islam e risponde
in diretta a domande sul sesso, esponendo sia teorie
scientifiche che dettami della morale islamica.
“Il mio è un lavoro che pochi sono disposti a fare nel
mondo arabo. Non credo si possa definire difficile, ma
diverso.
Non sono una persona tradizionale, ho una personalità
molto spiccata, ma soprattutto una famiglia che mi
sostiene molto - spiega la donna - Penso ai miei
genitori, ma anche mio marito, che è un medico e che mi
ha sempre appoggiato nelle scelte che ho fatto”. Scelte
non facili in un Paese musulmano.
“In un primo momento si rivolgevano a me solo persone
delle classi agiate, avevo due, forse tre pazienti alla
settimana.
Poi invece ho cominciato ad apparire in tv e la gente ha
cominciato a conoscermi, a chiamare per un appuntamento,
spesso in condizioni di anonimato, e pian piano sono
arrivati qui allo studio”.
Un percorso, quello verso la consapevolezza sessuale,
non facile nemmeno per i pazienti della Kobt. “All'inizio
- spiega il medico egiziano - chiedevano tutele
sull'assoluta riservatezza degli incontri, non volevano
incontrare nessun altro paziente nella sala d'aspetto e
molti si preoccupavano di domandare se il portiere del
palazzo sapeva di quale tipo di disturbi mi occupavo”.
Una donna indipendente, la dottoressa Kotb, il cui viso
è sempre incorniciato dal velo e che da musulmana
osservante non dimentica che anche il piacere sessuale,
è frutto della volontà di Dio.
“Quando ho cominciato a leggere i trattati di
sessuologia e di psicologia sessuale mi sono resa conto
che non solo non contraddicevano quanto insegnato nel
Corano ma, anzi, ripetevano cose che sono assolutamente
conformi al messaggio dell'Islam e della Sira, l'insieme
dei testi che raccolgono gli atti e le parole del
profeta Maometto”.
In particolare, sono due i versetti del Corano che hanno
'ispirato' Heba Kotb. “Uno nella sura Romana, che indica
come comportarsi nella vita di tutti i giorni nei
confronti della moglie e insegna che l'amore e la
passione tra uomo e donna sono frutto del volere divino.
E chi non riesce a trovare o a vivere questa passione,
deve cercarla perché questa è un dono di Dio. Il secondo
nella Sura della vacca, la più lunga tra le sure del
libro sacro, che addirittura parla del diritto della
donna a provare l'orgasmo”.
Come musulmana, tuttavia, la dottoressa Kotb, non
giustifica l'omosessualità, le relazioni extra coniugali
e la pornografia. “L'omosessualità esiste in Egitto -
dichiara - non ci sono statistiche, perché è proibita
per legge, ma non per questo possiamo nascondere la
testa sotto la sabbia.
Come musulmana e come medico, ritengo si tratti di una
malattia. Infatti molti pazienti che sono venuti a
chiedermi delle cure contro le tendenze omosessuali si
sono riavvicinati alla religione e hanno capito di aver
attraversato un periodo di confusione”.
La Kobt ammette poi che “le società arabe stanno
cambiando. Ora sono sempre di più le ragazze che
decidono di avere rapporti sessuali prima del matrimonio.
Non si tratta della maggioranza, certo, ma di una
percentuale di gran lunga superiore a quella di dieci o
quindici anni fa”.
La dottoressa, alla cui ultima conferenza in Yemen sono
intervenute oltre 300 donne, racconta di aver lottato
molto per affermarsi nel suo campo ma di avere ricevuto
dal suo lavoro più soddisfazioni di quante ne avrebbe
mai immaginate.
“Circa due anni fa una signora, con figli già adulti,
venne da me lamentandosi del fatto che il marito la
desiderava ancora e lei si sentiva troppo vecchia per 'certe
cose'.
La donna in questione aveva solo 43 anni e suo marito
46. Ho capito che c'era qualcosa in lei che non andava e
le ho chiesto se suo marito le facesse provare piacere.
E' rimasta a fissarmi per qualche secondo poi mi ha
confessato, candidamente, che non sapeva che anche le
donne potessero avere un orgasmo.
Dopo qualche seduta, a cui
ha partecipato anche il marito, si è ripresentata nel
mio studio e aveva negli occhi uno sguardo diverso e un
vestito dai colori sgargianti”.
“Questi - taglia corto la Kobt - sono i tabù che cerco
di rompere, per far capire alle coppie che il buon sesso
fa bene al matrimonio e non bisogna privarsene a nessuna
età”.
Tratto da:
liberaliperisraele.ilcannocchiale.it
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