La storia del Cane Corso
Laggettivo "Corso", a molti, può fare correre il pensiero a uninesistente provenienza del cane della Corsica:
niente di più sbagliato.
Certo è ,invece, che per diversi secoli questo termine è stato comunemente usato per identificare quella tipologia di molosso, più spesso rappresentata nelle biografie del tempo, dalla formidabile presa, dalla possente struttura e al tempo stesso nevrile, agile e forte, che vedeva la sua migliore utilizzazione nella caccia ai grossi animali selvatici.
Per le popolazioni del Sud dItalia è sempre stato "il cane corso", dove il termine "cors" , nel dialetto in uso in alcune zone e particolarmernte in Puglia , significa "robusto", condensando in esso tutte le sue peculiari caratteristiche.
Sono varianti del nome: "cane corsicano", circoscritto nella zona alto-lucana, e "cane guzzo", nella zona calabro-lucana, che assumono però lo stesso significato.
Queste indicazioni ci vengono dal prof. Giovanni Bonatti, studioso e amante della razza, il quale sosteneva inoltre che laggetivo "corso" non fosse idoneo da attribuire al nostro cane in quanto il termine rappresentava una popolaziona canina molto più ampia.
Lo stesso Bonatti riteneva lorigine dellaggettivo "corso" di matrice celtico-provenzale, che aveva come significato "robusto".
Potremmo trovare una certa analogia tra il termine inglese coarse e quello celtico cors, che equivale a "grossolano, grezzo.
Un altra ipotesi viene avanzata dal prof. Guiseppe Chiecci, facendo riferimento al termine greco kòrtos, che ha come significato "cortile", "recinto", plausibilmente trasferito dalla Grecia alle colonie italiche della Magna Grecia.
Si potrebbe legare a questo nome il sostantivo latino cohors, cioè "guardia del corpo", che potrebbe suggerire lutilizzazione alla quale veniva adibito:
guardia del corpo e cortile.
Le incertezze sullorigine del nome restano, ma la tradizione e la diffusione di questo termine in vaste zone del Meridione lo hanno consacrato per secoli:
egli non può che essere "cane corso".