Dopo più di 10 anni è
stato licenziato il piano territoriale di coordinamento (ptc) del Parco
Agricolo Sud
Milano: il Parco, finalmente, si dota dello strumento fondamentale per
la
pianificazione e la gestione
del suo territorio (anche se il ptc risulta fortemente indebolito
dalla L.R. 11/00 che attribuisce alla Giunta
regionale sproporzionati poteri di modifica).
Ma senza dubbio la vicenda di
questo piano non rappresenta una bella pagina per le
Istituzioni. Infatti, sono stati necessari
ben dieci anni per approvare un piano sostanzialmente pronto già
nel 1994, quattro anni dopo l’approvazione della legge istitutiva del Parco
Sud, avvenuta nell’aprile del ’90, anche su pressione delle associazioni
ambientaliste, pressione tramutatasi in un progetto di legge di iniziativa
popolare.
Evidentemente ben altri
tipi di interessi hanno prevalso su quello di uno sviluppo ordinato e
rispettoso dell’ambiente e della storia millenaria di questa parte di territorio.
Ed il fatto che nell’ultimo
periodo gran parte delle procedure di approvazione del ptc siano
state tenute nascoste (ma
naturalmente non a tutti: ci è stata, infatti, segnalata la foga
con cui
i soliti politicanti, in teoria non ammessi
al gruppo di lavoro, hanno preteso lo stralcio di aree di
proprietà
dei loro "referenti") non fa fare una bella figura a chi ha preso la decisione
e non
contribuisce
a fugare quei sospetti di favoritismi nei confronti di quei pochi soliti
noti
immobiliaristi, sospetti che da sempre accompagnano la storia del Parco
Sud.
Il piano ha molti
aspetti ancora non chiari (a causa, lo ripetiamo, dell’assurda mancanza
di
trasparenza dell’ultima parte
del suo percorso), ma senza dubbio rappresenta un successo per
gli ambientalisti
che proposero venti anni fa l’idea del Parco Sud e che, insieme agli
agricoltori, hanno portato avanti questo progetto.
Ma c’è ancora molto da
fare, le ipotesi di nuove ed inutili autostrade, tangenziali e superstrade
nel parco si stanno facendo pericolosamente avanti.