16 anni

di Lestat

 

Mamma che sonno, non ce la faccio a tenere gli occhi aperti…per fortuna i miei non si sono accorti di nulla! E vabbè che ho 16 anni, ma la sera vorrei anche fare un po’ più tardi delle 10.30, e quindi sono "costretto" ad arrampicarmi su per l’albero il cui ramo più lungo arriva dritto alla mia stanza; e pensare che oggi è il mio compleanno, ma comunque non mi è stato permesso di rimanere fuori oltre l’orario stabilito…Grazie al cielo nessuno mi ha ancora scoperto, anche perché, non so spiegarmi il motivo, la notte in casa mia c’è un silenzio così profondo che mi viene il dubbio di essere solo… Non ho mai provato ad andare nella stanza dei miei a controllare se ci sono, per paura di dover spiegare perché sono ancora alzato, ma in fondo, che mi importa? L’importante è che non mi vedano salire per la finestra ad ora così tarda!

Chissà che ore sono… mmm … mezzanotte e un minuto… I raggi della luna piena illuminano il mio orologio a forma di ampolla che il nonno mi ha dato questa mattina prima dell’alba… aveva una fretta! Comunque ora non voglio stare troppo a pensare al motivo di questo regalo così strano, o allo strano lavoro che fanno i miei…Amministrano un’azienda di pompe funebri, ma in verità se ne occupano i dipendenti, perché loro non ci sono mai.

Vabbè, ora a nanna…devo dormire…è troppo….tardi…per… par…lare…mmm….cos’è…tutto questo…rumore?…chi è tutta questa gente?…che ci fanno intorno al mio letto?…Hey, fermi, cosa fate??? Lasciatemi…non mi toccateeeeee!!!!!!

Mamma! Toglietemi dalla testa questo…Papà!…sacco…fermi, slegatemiiiiii…Aiutooooo!!!!! No, non mi colpire, ti preg…

Dove mi trovo? Perché ho un bavaglio che blocca ogni tentativo di movimento delle mie mascelle? E che ci faccio al centro di un cerchio di gente pallidissima che mi guarda con occhi penetranti e con labbra grondanti di sangue? Non capisco…è tutto così confuso…quegli individui, che la mia mente si rifiuta di accettare come esseri umani, hanno qualcosa di familiare, e mi guardano con una sorta di compiacenza e di rispetto sui loro volti completamente esangui, mentre tranquillamente, tra uno sguardo e l’altro, posano le loro scarne labbra sulla carcassa che si trova loro innanzi, penetrando la tenera carne con le loro zanne d’avorio…Dio che orrore vedere come si affannano per aggiudicarsi i pezzi che ancora contengono una sia pur flebile presenza di sangue caldo, mentre decine di occhi vitrei mi fissano insistentemente e io mi rendo conto, con una sensazione di acuto terrore che si insinua nel mio cervello, tentando di superare la razionalità che gli evita di distruggermi completamente, che la cosa che stanno mangiando non è un animale, bensì qualcos’altro…

Tutto intorno una fittissima nebbia ingoia ciò che mi circonda, impedendomi di capire in che luogo maledetto sono stato condotto…questa nebbia malefica, tuttavia, avvolge ogni cosa tranne la folla che mi si è formata attorno, quasi come se ne avesse terrore, e che nonostante la sua natura impalpabile, potesse essere catturata e imprigionata come è accaduto a me. Sembra strano, ma devo confessare che non mi sembra che questa gente voglia farmi del male; tutti mi guardano con una sorta di attesa sul viso, come se stesse per accadere qualcosa di significativo che li riguarda in prima persona…Osservandoli noto una certa familiarità, nonostante il volto sia deturpato da zanne che gocciolano sangue, e la loro pelle sia cadaverica…Qualcosa nel loro sguardo malefico richiama la mia attenzione, e associa i loro occhi di ghiaccio a quelli delle persone che mi sono più comuni; colui che sembra il loro capo, un uomo dall’aspetto forte, anche se visibilmente stanco sotto il peso degli anni, mi guarda con autorità, anche se, giuro, in certi momenti sembra che ci sia una sorta di dolcezza mista ad un senso di fierezza…non so spiegarmelo, ma quella gente sembra la mia famiglia!

Il capo, che anche come cammina stancamente mi ricorda il nonno, si avvicina a me con in mano una coppa d’argento…me la porge….e vedendo il mio sguardo riluttante ad accettare il suo contenuto, me lo adagia sulle labbra…un liquido denso scende giù per la mia gola, e nonostante sia caldo, sento le mie membra irrigidirsi e diventare fredde in un colpo, mentre, con uno specchio davanti agli occhi, vedo la mia immagine mutare le fattezze prima di scomparire nelle profondità del gelido vetro…

Improvvisamente tutto mi diventa chiaro…quell’essere, il capo, o forse proprio mio nonno, mi ha fatto bere il suo sangue malefico, trasformandomi con estrema velocità in qualcosa che io non avrei mai pensato di diventare; mi guardo attorno e finalmente comprendo cosa mi è accaduto, e perché sono stato condotto in quel luogo a notte inoltrata…Non sono stato rapito…questa notte, la notte del mio 16esimo compleanno, sono stato…iniziato! Iniziato ad una vita di iniquità, di odio per tutto ciò che non fosse relativa alla Morte, al sangue e al terrore…Ma la cosa che mi fa terrore oltre ogni dire, è che è stata la mia famiglia a farmi questo; sono nato per diventare un loro discendente…figlio di mio padre e di mia madre, a loro volta figli dei loro genitori, e discendenti di una famiglia generata per mano della Morte stessa…

Mio padre si avvicina a me, porgendomi un pezzo del cadavere ormai definitivamente deturpato; mi offre il cuore, e vedendo la mia riluttanza lo offre a mia madre, o ciò che rimane della sua anima in un corpo che ormai non le appartiene…Sono offesi per il mio rifiuto, e cominciano ad affermare quanto sia buono, mentre i loro denti appuntiti affondano nel tenero organo…Un violento conato di vomito mi avverte che la mia cena sta brutalmente cercando di ritornare al mondo, e con una corsa mi rifugio dietro un cespuglio, liberando tra i gemiti tutto il mio disgusto.

Ma ormai sono iniziato, sono come loro, e non posso evitarlo. Anche io dovrò mangiare carne umana, bere sangue, e purtroppo anche io avrò dei figli il cui destino sarà quello di seguire la strada del padre, attraverso una notte che non avrà mai fine…Oddio, al solo pensiero di tutto questo orrore vorrei non essere mai nato, ma ormai sono così, condannato ad una vita che va contro il mio cuore, condannato per sempre a seguire la mia infame natura…




Clicca sull'immagine per tornare all'indice: