PROGETTO LAZZARO

Soggetto di Francesco Cimminiello.

 

PALESTINA, 1947. Durante una spedizione archeologica vaticana, nelle grotte di Qumran vengono ritrovati i testi originali del nuovo e del vecchio testamento, assieme ad essi vengono trovati alcuni testi, scritti in ebraico antico, che citano "L'elisir Lazzaro", un siero adoperato dagli apostoli per la resurrezione dei morti. Con quest'elisir gli apostoli avrebbero resuscitato Lazzaro, facendo credere al popolo d'Israele ed a Gesù che l'artefice del miracolo fu il Cristo stesso.

ITALIA, 1999. Una chiesa sconsacrata in un paese in provincia di Roma misteriosamente prende fuoco. Nel suo interno muore bruciata un'intera setta d'adoratori del dio Baphomet.

Poche sere dopo, in un campeggio, alcuni ragazzi si stanno godendo una piacevole vacanza: Lara, Chiara e Carlo, studenti di teologia, Luca, laureando in lettere, Marco, giovane medico e Maria, iscritta alla facoltà di sociologia. Una notte alcuni di loro si sbronzano lasciando Chiara e Lara sole in una tenda. Chiara rivela alla sua amica d'aver rubato alla biblioteca nazionale una strana fotografia, che rappresenterebbe addirittura una minaccia per il papa e la chiesa. Quella stessa notte tre ragazzi vestiti di nero e col viso coperto dal cerone bianco, aggrediscono Lara, ammazzano Chiara e le rubano la misteriosa foto.

Alcuni giorni dopo, al funerale, Lara racconta ai suoi amici del furto commesso da Chiara poco prima d'esser uccisa. Carlo, segretamente innamorato di Chiara, decide di voler indagare in proprio sull'omicidio della ragazza; gli altri si uniscono a lui. Carlo, Lara, Luca e Maria vanno alla biblioteca nazionale e scoprono che quella sera Chiara non aveva rubato una fotografia bensì la sua fotocopia, strappata da un quotidiano del 1947. La foto si riferiva ad un articolo su di una spedizione archeologica nella quale, tre archeologi, ritrovarono i testi originali della bibbia. Nel frattempo si è unito alle indagini Fabio, un giovane carabiniere, il miglior amico di Chiara. Fabio trova, a casa della ragazza morta, una cornicetta porta fotografia; al suo interno, nascosto da una foto che la ritraeva col suo ragazzo, c'è la misteriosa fotocopia della fotografia: ritrae tre archeologi ed un prete segnato con una Biro. Fabio la fa subito vedere agli altri ragazzi, Carlo e Lara riconoscono, nel prete segnato, il loro docente di Storia medioevale Marzio Ralazzo. Carlo, Lara e Marco vanno alla facoltà di teologia per chiedere spiegazioni al loro docente di storia ma non lo trovano; vedono però tre loro colleghi d'università che li seguono ovunque: sono gli stessi ragazzi che hanno ucciso Chiara, ma Lara non ne è sicura a causa del cerone che copriva il loro viso la notte dell'omicidio.

Fa notte e Marco sta tornando a casa in auto. Improvvisamente ode un rumore di moto: un motociclista lo sta inseguendo. E' uno di quei misteriosi studenti di teologia ed ha il viso coperto dal cerone bianco. Il motociclista estrae una spranga e colpisce l'auto di Marco in corsa. Marco accelera, ma il motociclista lo fa sbandare e lo fa finire contro un muro. Marco riesce ad uscire dall'auto e fugge a casa di Fabio che è proprio lì nelle vicinanze. Marco chiede aiuto al suo amico, improvvisamente va via la corrente. Il motociclista entra in casa ed uccide Marco spaccandogli la testa col tubo di ferro. Marco cade, la candela accesa che aveva in mano va a terra; il tappeto prende fuoco e con esso il corpo di Marco. Fabio corre a prendere la sua rivoltella e fa fuoco sul motociclista, ma l'uomo non muore. Fabio fa fuoco più volte ma l'essere è un morto vivente! Fabio lo spara anche in testa ma il motociclista non va giù! Dopo un'abbondante crivellata, lo zombi va a terra. Fabio chiama Carlo e Lara e gli dice di raggiungerlo. Una volta lì, Carlo e Lara puliscono il viso del killer dal cerone bianco e riconoscono un loro collega d'università! I ragazzi scappano dalla casa.

Il giorno dopo i cinque ragazzi vanno dal professor Marzio Ralazzo chiedendogli spiegazioni circa la sua somiglianza con quella del prete nella fotografia. Ralazzo afferma che il prete altro non è che padre Tullio Ralazzo, suo zio che negli anni '40 aveva condotto una spedizione archeologica ordinata dal vaticano nelle grotte di Qumran, in Palestina; gli archeologi ritrovarono i testi originali della bibbia ed un testo scritto in ebraico antico che citava quello che successivamente, da uno storico scozzese, fu nominato il "Progetto Lazzaro": furono gli apostoli e non il Cristo a far risorgere Lazzaro con un misterioso elisir, e la persona che tornava in vita viveva più a lungo quanti più esseri viventi a sua volta resuscitava.

La sera Lara riceve una strana telefonata, una voce in falsetto dice che Marco non è morto e la sta aspettando all'obitorio della clinica "San Francesco"; Lara chiama Carlo ed insieme vanno lì nottetempo. Una volta alla clinica, Carlo e Lara chiedono di vedere il cadavere di Marco per l'identificazione dato che, a causa delle ustioni, non si era risalito ancora all'identità del cadavere. All'obitorio un gran numero di sonde sono state introdotte nelle casse mortuarie, un misterioso liquido è assorbito per via endovena da alcuni cadaveri. Il medico legale è all'oscuro di quello che sta succedendo, apre la cassa mortuaria dov'era il corpo di Marco ma la cassa è vuota! Lo zombi di Marco esce dall'ombra e sbrana vivo il medico legale. Carlo e Lara fuggono e si dividono: lui si nasconde in una cassa mortuaria vuota e lei si chiude a chiave in una camera al primo piano. In quella stanza, nell'ombra, c'è un uomo circondato da tre ragazzi vestiti di nero. Quest'uomo dice di essere in possesso dell'elisir Lazzaro, ha intenzione di farlo assorbire ai cadaveri della setta, bruciata giorni prima in quella chiesa sconsacrata. I tre ragazzi sono colleghi d'università di Carlo e sono morti viventi. L'uomo nascosto nell'ombra è invece il prof. Marzio Ralazzo. La ragazza nota sul suo viso, una voglia, la stessa che aveva padre Tullio nella foto del 1947; Chiara non aveva segnato il prete con la Biro bensì la voglia che l'uomo ha sulla guancia. Tullio e Marzio Ralazzo sono la stessa persona! Lara si butta da una finestra e riesce a scappare. In una cabina telefonica chiama Fabio, gli racconta tutto quello che ha scoperto ma i tre ragazzi zombi l'assalgono e la sbranano viva.

Fabio telefona Luca e Maria ed, insieme, vanno alla clinica "San Francesco". Non difficilmente riescono ad evitare le inservienti ed i poliziotti addetti alla guardia e s'introducono nell'obitorio. Vedono un tavolino con delle siringhe colme di un siero bianco, inoltre da alcuni flebo partono le sonde che, infilate nelle casse mortuarie, stanno per iniettare l'elisir Lazzaro nei cadaveri della setta. Una delle casse si apre e n'esce Carlo, impaurito ma sta bene. Ora non resta che estrarre gli aghi dai corpi dei morti, ma Carlo che è un ragazzo impressionabile, non ne ha il coraggio, Maria ha paura che i morti possano risvegliarsi da un momento all'altro. Improvvisamente tre casse si aprono e n'escono dei ragazzi zombi: uno attacca Fabio che estrae prontamente una rivoltella, il morto vivente lo disarma e fra i due è scontro all'ultimo colpo. Un altro zombi attacca Maria e la sta per mordere ma Luca lo scaraventa a terra e lo pugnala con un bisturi; il terzo zombi si scaraventa sempre su Luca che rischia di soccombere. Da una stanza esce Marzio Ralazzo, ridente e diabolico. Ralazzo comincia a recitare delle formule magiche per la resurrezione dei morti e grida ad alta voce il suo vero nome. L'uomo è Lazzaro! Resuscitato sin dai tempi di Cristo, cercava da sempre cadaveri freschi da resuscitare per prolungare la sua esistenza che avrebbe dovuto veder fine, secondo l'imperfezione dell'elisir, nel dicembre del 2000. Carlo sviene. Maria è impietrita. Fabio nel frattempo ha ucciso lo zombi che l'aveva attaccato e soccorre Luca. I cadaveri della setta aprono gli occhi! Improvvisamente qualcuno inietta una siringa nel collo di Lazzaro: è stato Carlo! Si era ripreso, il sentimento di vendetta per Chiara gli aveva dato la forza per combattere. Tutti i morti che si erano appena risvegliati richiudono gli occhi. Il corpo di Lazzaro va a terra e tutto d'un tratto va in putrefazione fino a divenire un cadavere mummificato. I ragazzi prendono del liquido infiammabile ed appiccano fuoco nell'obitorio, distruggendo flebo e siringhe contenente l'elisir, con essi bruciano tutti i cadaveri contagiati dall'elisir. I ragazzi fuggono lasciandosi alle spalle un incubo che va solo dimenticato.

Fa giorno ed i vigili del fuoco corrono a spegnere l'incendio. Il cadavere di Lazzaro è carbonizzato ma intatto. Una lacrima che gli scende dal volto testimonia la condanna dell'uomo: vivrà si per sempre, com'egli avrebbe voluto, ma in un corpo distrutto, inerme ed incapace di fare ancora del male.

FINE

© F. Cimminiello. Scritto dal mese di luglio al mese di novembre 1999.