Operazione paura

Italia, 1966, col., 85 minuti

Regia: Mario Bava

Interpreti:
Giacomo Rossi Stuart,
Erika Blanc,
Fabienne Dalì,
Piero Lulli


Una donna terrorizzata fugge per le vie di una cittadina di fine ottocento fino a suicidarsi gettandosi da un balcone, mentre vediamo che una bambina scende dalle scale. Qualche tempo dopo il giovane medico Paul arriva in paese per fare l’autopsia alla morta e subito avverte astio e timore negli abitanti: essi sono sconvolti perché si stanno verificando numerose morti misteriose. Insieme al commissario, Paul si reca al cimitero per l’autopsia; il medico è assistito dalla bella Monica, appena tornata nel paese dove era nata, e trova una moneta nel cuore del cadavere. Durante la notte una bambina si dondola sull’altalena nel cimitero. Le indagini sono intralciate dall’ostilità degli abitanti, ma l’intervento di Marta, fattucchiera ed amante del borgomastro, li placa. Paul scopre che è proprio Marta a mettere le monete nei cuori delle vittime per farle riposare in pace e scopre che l’ultima vittima è proprio il commissario. Paul decide di visitare villa Graps che secondo molti è il luogo in cui ha avuto origine la maledizione, qui vi trova una sinistra bambina che gioca a palla e l’anziana baronessa Graps che lo caccia via. In paese Paul apprende che la figlia della baronessa , Melissa, è morta anni prima dissanguata perché nessuno in paese la aveva aiutata. Intanto il borgomastro rivela che anche Monica è figlia della baronessa, allontanata da casa per sfuggire alla maledizione di melissa. Il borgomastro paga con la vita la sua rivelazione. Monica viene attirata a villa Graps e per ritrovarla Paul insegue un sosia di se stesso per le stanze della infernale villa. Anche Monica mentre fugge si ritrova a percorrere una scala a chiocciola infinita ma il suo incubo è spezzato da Marta. La maga, per vendicare il borgomastro, uccide la baronessa (che evocava Melissa per vendicarsi dei paesani) e provoca la scomparsa del fantasma prima di morire a sua volta. All’alba Paul e Monica escono sconvolti ma salvi dalla villa.


COMMENTO: Notevole prodotto della filmografia baviana che andrebbe annoverato tra i classici del genere. Il film si può considerare come una summa di tutte le capacità tecniche e le convinzioni creative del regista. Da un punto di vista tematico rieccoci nel campo del fantastico più totale, con una storia di fantasmi dove i fantasmi (all’inizio solo suggeriti) alla fine esistono davvero e sono tutt’altro che benigni. Tutta la pellicola è pervasa da una costante tensione rarefatta che assurge a momenti di autentica suspense quando il regista da libero sfogo alle sue pulsioni creative ( l’omicidio del borgomastro, l’inseguimento del dottore con se stesso, la camera della bambina fantasma). Notevole anche l’atteggiamento del regista nel voler inserire nella narrazione delle scene fantastiche il cui senso resta nascosto e che quindi gettano lo spettatore nell’equivoco tipico baviano ( soluzione reale o soluzione spettrale?): vedi ad es. la testa della bambola di Melissa che cade, la bambina che gioca con l’altalena nel cimitero, la sequenza dell’obitorio quando si apre la porta, entra la palla di Melissa e cade a terra il sudario del cadavere, quasi a voler suggerire la resurrezione del morto. Dal punto di vista tecnico Bava ritorna ad un uso meno sperimentale delle luci, ritorna a tonalità più classiche ( come il giallo e l’arancione) ma comunque ugualmente asfissianti ( certe sequenze trasudano afa e suggeriscono una sensazione di caldo insopportabile). Infine notevolissima l’intuizione della scena dell’inseguimento del dottore con se stesso e quella della discesa vorticosa per la infinita scala a spirale. Entrambe le scene fissano in maniera ineluttabile la spirale del male che avvolge a 360° i protagonisti e la cittadina tutta. Appare invece poco convincente ( e questo oserei dire, sarà forse il cruccio maggiore della intera produzione del regista, salvo alcuni casi isolati) la recitazione del protagonista maschile ( troppo poco espressivo) mentre notevole è la caratterizzazione della fattucchiera di paese e della contessa malefica, rappresentanti anomale del bene e del male, entrambe spinte alla lotta sul terreno del soprannaturale da motivazioni fin troppo umane ( l’amore e la vendetta).


Recensione scritta da: Davide "Trhiller" Artabax


VOTO:




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