Condanne e torture




Se la donna catturata era una donna dissoluta era accusata proprio per questo; se invece conduceva una vita onesta era accusata perche' le streghe erano abili a fingere e per nascondersi usavano simili trucchi.
Se durante le torture la donna era impaurita, questo era simbolo di colpevolezza, se invece restava calma era perche' la stava aiutando il Diavolo.
Insomma in qualunque modo la donna si comportasse c'era un motivo che la legava al Diavolo e ai malefici: doveva essere colpevole.
Note sono anche le torture che a queste donne venivano praticate: per farle confessare "bastava" strapparle i seni con delle tenaglie roventi ; si poteva verificare la loro natura anche immergendole per dieci minuti sott'acqua, se non affogavano erano streghe e venivano bruciate sui roghi.
Per stabilire la colpevolezza della strega l'inquisitore dispone di un'ampia tipologia di prove e presunzioni. Esistono numerose prove per stabilire se l'incriminata è veramente una strega. Una delle più usate è la prova dell'acqua. Diretta discendente dell'ordalia medievale, la prova dell'acqua è unanimamente considerata un mezzo infallibile per stabilire la colpevolezza dell'accusata. Tale prova consiste nell'immergere la presunta strega nell'acqua di un fiume, di uno stagno o di un canale, talvolta legata a una grossa pietra. Se la donna galleggia, significa che il demonio desidera salvare una sua adoratrice. La donna è dunque colpevole di commercio diabolico e viene subito giustiziata. Se invece l'accusata va a fondo e annega, allora viene ritenuta innocente.
Le torture inflitte variano a seconda del periodo storico e dei luoghi. Un esempio di tortura assurda era quella dell'acqua ingurgitata... l'accusata o l'accusato, incatenata mani e piedi ad anelli infissi nel muro e posata su un cavalletto, è costretta a ingurgitare più di NOVE litri d'acqua, e ancora altrettanti se il primo tentativo non risulta convincente, per un totale di DICIOTTO litri e mezzo.



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