I punti chiave necessari per individuare l'origine della credenza nei confronti della figura vampirica e del suo sviluppo sono due: la grande importanza del sangue la cui assunzione era sinonimo di energia , e la paura della morte.
Da un punto di vista folkloristico, il vampiro può essere servito come spiegazione mitica per un processo che storicamente poche culture capirono.
La presenza del vampiro nel folklore indica che il suo intento potrebbe essere quello di spiegare attraverso la superstizione ciò che non può essere compreso in altri modi: il mistero della morte.
La leggenda del vampiro è associata dunque, alla paura della morte e della notte.
La morte ci spaventa ancora più di ogni altra cosa. Non siamo ancora sicuri di cosa accada dopo la morte.
Il vampiro, per alcuni, è ancora una rappresentazione di una spaventosa verità della nostra esistenza: ogni essere vivente deve morire. Il vampiro ci affascina perché la sua natura è in perfetta antitesi con questa verità. Egli è morto per avere la vita, e la sua stessa esistenza è garantita dalla morte altrui.
La consapevolezza che la morte vince sempre sugli esseri fu origine della paura del morto o meglio, di chi ritorna e come ritorna dalla morte, che necessita sangue, ovviamente dal corpo dei vivi.
Per altri, il vampiro di oggi rappresenta la capacità che tutti vorremmo avere - l'abilità di ingannare la morte, sconfiggerla e continuare ad esistere. In una visione romantica, egli è immortale, ma nessun'altra creatura sulla terra conosce la morte così intimamente come lui.
Il suo tormento di dover vivere per sempre è il nostro tormento tra la felicità e l'infelicità, ci permette di fantasticare su una
vita che non si interrompe, ci regala l'immortalità seppure nell'oscurità della notte.Tutto questo rispecchia la nostra paura del futuro.