I vampiri si dice che abbiano origine molto antiche.
Molti racconti cinesi, narrano di creature coperte di muffa che succhiano il sangue, con la particolarità di emettere una luce rossastra nel buio.
Gli antichi popoli della Mesopotamia temevano che i cadaveri che non ricevevano adeguata sepoltura sorgessero dalla tomba per attaccare i vivi e succhiarne il sangue.
Per il contadino del medioevo, il vampiro era un terribile revenant portatore di morte e malattia sia nel piccolo villaggio che nella grande città.
Egli infatti, nelle antiche credenze popolari è un contadino, profondamente afflitto dalla sua condizione, vive in un cimitero (spesso senza neanche una bara) e non si inoltra mai oltre i confini del proprio villaggio di origine.
Per capire quali fossero le origini del "vampirismo" bisogna risalire a circa 200 anni fa, quando le cause di morti e malattie erano attribuite alla volontà divina e non si conoscevano gli effetti della decomposizione sui cadaveri. Quindi quando si riscontravano condizioni oggi peraltro ben conosciute venivano "tirate in causa" le forze maligne sempre in agguato. Era il caso di persone apparentemente in buona salute che morivano improvvisamente, i paesani a quel punto riesumavano il cadavere, cercando i "sintomi" del vampirismo, e cioè: crescita dei capelli, delle unghie, rigenerazione cutanea, aspetto ben nutrito, sanguinamento dagli orifizi naturali, gemiti e flatulenze intestinali. In realtà questi sono solo segni della decomposizione del cadavere; al suo interno vengono a formarsi dei gas che gonfiano soprattutto i tessuti molli come i genitali, dando l'impressione di un continuo dell'attività sessuale post-mortem, ed anche l'aspetto generale puo definirsi "ben pasciuto". Se il cadavere veniva giudicato ufficialmente vampiro si aveva il dovere di donare la pace allo spirito conficcando un paletto acuminato nel cuore, questo naturalmente provocava la fuoriuscita esplosiva dei gas e di liquidi corporei con conseguenti gemiti, flautolenze e perdita copiosa di sangue da parte del vampiro. In molte comunità il cuore veniva rimosso, il cadavere bruciato e le ceneri gettate in un fiume. Spesso le epidemie venivano scambiate per fenomeni di vampirismo e mediante la pratica del disseppellimento dei cadaveri si aumentavano semplicemente i rischi di contagio.
I vampiri sono stati associati spesso anche alle pestilenze ealle epidemie, specie a quelle dell'Europa sud-orientale nel tardo '600 e nel primo '700.
Per il britannico dell'era vittoriana, un vampiro era un personaggio ripugnante e da brividi protagonista di romanzi e spettacoli.
Per molti, il vampiro è una sensuale, aristocratica immagine dalla quale si sentono stranamente attratti.
E' un personaggio angosciante, che però associa un elemento profondamente passionale legato al bacio, al morso. Anche qui un simbolo dell'atto sessuale.
Altri pensando a " Dracula " lo definirebbero come il sangue che unisce la vita alla morte, come un circolo vitale.
La notte viene vista come la parte oscura di noi, come la padrona di misteri inspiegabili della natura e Dracula vive di notte, portando con sè tutto questo.