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IROKO |
Nome latino: Chlorophora excelsa Benth. & Hook. f., C. regia A. Chev. Denominazioni commerciali o locali: Francia, Germania, R.U.: lroko ma, erroneamente, anche Chène d'Afrique, African Teak. Nelle zone di produzione: Abang, Kambala, Odum, Intule, Rokko, Moreira. Areale di vegetazione naturale: foreste equatoriali dei paesi circondanti il Golfo di Guinea: la seconda specie citata è presente nell'area orientale, dall'Etiopia al Mozambico. |
CARATTERISTICHE DEI FUSTI |
L’albero raggiunge notevoli dimensioni con altezza sino a 50 m e diametro superante talora 1,80 m. I fusti sono diritti, a sezione regolare e con contrafforti basali poco sviluppati, il che consente di ottenere dei tronchi utilizzabili in buone lunghezze. |
CARATTERISTICHE E ASPETTO DEL LEGNO |
Lo spesso alburno giallognolo biancastro si differenzia nettamente dal durame il cui colore fondamentale è giallo carico con tonalità dorate tendenti talora al bruno. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 1000 kglm3; dopo normale stagionatura: 660 kglm3• Struttura istologica: tessitura da media a grossolana, fibratura non sempre regolare, il che può favorire una piacevole apparenza di riflessi cangianti sulle sezioni longitudinali. Ritiro: modesto: si tratta di un legno discretamente stabile. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 55 N/mm2, a flessione 115 N/mm2, durezza da media a elevata; il comportamento all'urto è mediocre. Modulo di elasticità 9.800 N/mm2• Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: a prescindere dalle irregolarità di fibratura alle quali si è già accennato è da rilevare la frequenza con la quale si presentano nei tronchi delle concrezioni calcaree non sempre identificabili dall'aspetto esterno del materiale: dette concrezioni provocano facilmente la rottura dei ferri di lavorazione. Durabilità: la facilità con la quale l'alburno è attaccato da funghi e da insetti induce alla sua eliminazione dai tronchi (désaubierage) prima dell'imbarco. Il durame dimostra invece buona resistenza a tutte le cause di alterazione e di decadimento, siano esse dovute ad organismi oppure al contatto con prodotti chimici. |
NORMALE PEZZATURA DEL MATERIALE |
La lunghezza dei tronchi varia generalmente tra 5 e 12 m: il diametro medio (senza l'alburno) supera spesso 80 cm. Per quanto concerne il tavolame le lunghezze raramente superano i 5 m. |
LAVORABILITà |
Il taglio non comporta speciali difficoltà purché non siano presenti le concrezioni minerali alle quali si è già accennato. L’essiccazione è abbastanza agevole e può essere portata a termine senza che intervengano gravi deformazioni. La piallatura e la levigatura sono spesso ostacolate dal controfilo. La sfogliatura e la tranciatura per quanto possibili sono praticate assai di rado. Le unioni con chiodi o viti sono di facile esecuzione e riescono bene mentre viceversa negli incollaggi e nella verniciatura la presenza nel legno di particolari estrattivi può creare delle difficoltà per evitare le quali si consiglia di passare sulle superfici una mano di soluzione sodica: nel caso in cui si vogliano usare dei prodotti non ancora esperimentati è molto opportuno fare qualche prova preliminare. |
PRINCIPALI IMPIEGHI |
IJroko si presta ottimamente per strutture costruttive sia all'interno che all'esterno, per opere marittime e navali, per pavimentazioni, per infissi, per arredamento e per mobili di un certo impegno; pezzi opportunamente selezionati possono servire per decorazione, sia in massello che sotto forma di tranciati per impiallacciature. Un impiego del tutto particolare è quello per la fabbricazione di mastelli e contenitori per prodotti chimici. |