Conosci il mondo del Legno |
![]() |
|
Diamo vita alle tue Idee |
Tel.: +39 335444203 E-mail: worldstand@iol.it Web: www.worldstand.it |
ABETE BIANCO |
Nome latino: Abies alba Mil!. Denominazioni locali: Vargnu, Avezz, Tanna, Apite. Denominazioni negli altri paesi europei: francese: Sapin; inglese: Fir; tedesco: Tanne; spagnolo: Abete comun. Areale di vegetazione naturale: in Italia presente in tutta la catena alpina ed in alcune zone dell'Appennino (Emilia, Toscana, Molise, Campania e Calabria). In Europa diffuso nella fascia centrale e sud-orientale. |
CARATTERISTICHE DEI FUSTI |
L’albero può raggiungere l'altezza di 40 m con diametro a petto d'uomo superante gli 80 cm: normalmente però si può contare su altezze di 28-30 m e diametri di 40-50 cm. La forma dei fusti è normale, il portamento diritto e slanciato: da notare l'inserimento dei rami a verticilli molto regolari. |
CARATTERISTICHE E ASPETTO DEL LEGNO |
Normalmente non vi è differenziazione tra alburno e durame riscontrandosi in tutta la sezione trasversale dei tronchi lo stesso colore biancastro nel quale tuttavia spicca in bruno la cerchia tardiva degli anelli. Talora nella parte più interna del fusto compare una zona, det- ta di «durame bagnato», nella quale si ha un anormale accumulo di umidità. Il legno non contiene resina, essendo questa presente soltanto nella corteccia. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 920 kglm3; dopo normale stagionatura: 440 kglm3• Struttura istologica: tessitura media, fibratura generalmente diritta, salvo che negli alberi cresciuti isolati in zone soggette a forti venti; in tale eventualità è anche probabile la presenza di legno di compressione (canastro). Ritiro: da basso a medio. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 35 N/mm2, a flessione 70 N/mm2, durezza bassa; il comportamento all'urto è modesto. Modulo di elasticità 14.000 N/mm2• Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: disformità nello spessore degli anelli di incremento, cipollature conseguenti a tale disformità, presenza di canastro, verticilli di nodi dovuti all'inserzione dei rami in palchi regolari. Durabilità: scadente sia nei riguardi di attacchi di funghi che di insetti. |
NORMALE PEZZATURA DEL MATERIALE |
È consuetudine del commercio italiano che i tronchi da sega delle Conifere abbiano lunghezza convenzionale netta di 4 m: ciò naturalmente non esclude che possano trovarsi anche misure superiori, per esempio per il materiale da costruzione e da paleria, oppure inferiori. Il diametro dei tronchi da sega normali deve essere non minore di 20 cm, se esso è invece da 16 a 19 cm si parlerà di «sottomisure». Se i pezzi hanno lunghezza netta da 2 m a 3,50 m e diametro da 20 cm in su si parla di «bottolame», riservando la denominazione di «puntelli» ai tronchi con lunghezza da 1 ,80 m a 5 m, con diametro tra 7 e 25 cm. Il tavolame di Conifere della lunghezza normale di 4 m deve avere larghezza non minore di 16 cm e spessore di 10, 12, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50, 60, 70 e 80 mm; per le tavole di sottomisura, cioè larghe da 8 a 15 cm, gli spessori possono essere di 10,12,15,20,25 e 30 mm, per il bottolame la lunghezza può variare da 2 m a 3,50 m essendo la larghezza non minore di 16 cm e gli spessori di 40, 50 e 60 mm: vi è poi ancora il «cortame» di lunghezza da 2 m a 3,50 m, larghezza da 8 a 15 cm e spessore da 10 mm in su. Il «pezzame» è costituito da pezzi alla rinfusa larghi da 6 cm in su, lunghi da 1 m a 3,90 m e di qualsiasi spessore, mentre le «sottoscorze» sono le prime tavole che si ottengono dopo l'asportazione degli sciaveri di estremità. |
LAVORABILITà |
Le operazioni meccaniche sono tutte agevoli purché non sia presente del legno di compressione (canastro) o un elevato numero di nodi: è soltanto da rilevarsi che alla sfogliatura non si possono ottenere fogli molto sottili; inoltre le unioni con chiodi o viti sono di modesta tenuta. L’essiccazione non presenta difficoltà particolari, a meno che si presentino zone di «durame bagnato» che portano sempre ad avere delle notevoli differenze di umidità anche nell'ambito della stessa tavola. L’incollaggio, la tinteggiatura e la verniciatura si compiono regolarmente. |
PRINCIPALI IMPIEGHI |
Il legno di Abete bianco ha una larga polivalenza di impieghi: strutture costruttive civili ed idrauliche, alberi da nave, paleria di vario genere, segati, falegnameria andante, imballaggi, mastelli e recipienti vari, sfogliatura per compensati e per fiammiferi, lana di legno, materiale da triturazione per pannelli o per carta e cellulosa. Per qualsiasi impiego all'esterno conviene applicare adeguati trattamenti di preservazione che peraltro risultano sempre di scarsa penetrazione. Nota. Il legno di Abete bianco consumato in Italia proviene in parte dalle abetine pure della Toscana e della Calabria, in parte dalle fustaie di Conifere delle zone alpine: per queste ultime quando si tratta di soprassuoli puri si hanno dei lotti costituiti esclusivamente di Abete bianco mentre quando il bosco è misto di varie specie il materiale degli Abeti utilizzati viene venduto promiscuamente sotto la dizione generale di «Abete»: una considerazione del tutto analoga deve essere fatta per il materiale proveniente da certe zone austriache o ex jugoslave. |