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CASTAGNO

Nome latino: Castanea sativa MiI!.

Denominazioni locali: Castagn, Marrun, Tintinara, Castanza.

Denominazioni negli altri paesi europei: francese: Chataignier; inglese: Chestnut; tedesco:

Edelkastanie; spagnolo: Castano.

Areale di vegetazione naturale: in Italia: fascia montana di bassa altitudine sia della catena alpina che degli Appennini. In Europa presente nella fascia meridionale ed in varie zone del settore centro-occidentale con insediamenti discontinui derivanti da antichi impianti artifi­ciali; trovasi altresì nella Turchia asiatica e sulla catena nord-africana dell'Atlante.

CARATTERISTICHE DEI FUSTI

Sono fortemente difformi a seconda del governo e del trattamento dei soprassuoli. I pollo­ni cedui sono diritti e regolari mentre le piante d'alto fusto destinate alla produzione del frut­to sono condizionate dall'innesto e dagli interventi colturali: l'altezza può giungere a 30 m ed il diametro a petto d'uomo anche a 2 m; la chioma è molto ampia e portata da biforca­zioni o da grossi rami inseriti piuttosto in basso. Il portamento non è mai molto regolare: in particolare negli individui destinati alla produzione delle castagne in corrispondenza del­l'innesto vi è sempre una evidente malformazione con deviazione della fibratura: frequenti le cipollature.

CARATTERISTICHE E ASPETTO DEL LEGNO

Nei polloni cedui la sezione è generalmente tutta di colore biancastro giallognolo: tale co­lore è anche quello del sottile alburno delle piante d'alto fusto nelle quali il durame, netta­mente differenziato, assume colorazioni brune di varia intensità, talora con variegature no­tevolmente più cupe. Gli anelli di incremento, di diversa ampiezza a seconda della stazio­ne, sono nettamente individuabili. Alto contenuto di tannini.

Peso specifico allo stato fresco e nelle piante d'alto fusto attorno a 1000 kg/m3; dopo nor­male stagionatura: 580 kg/m3; per il materiale dei cedui si hanno valori più bassi.

Struttura istologica: mentre la tessitura è da definirsi grossolana, la fibratura, come già det­to, è fortemente influenzata dall'ambiente, dal governo del bosco e dalle cure colturali: mol­to di frequente ha accentuato andamento elicoidale.

Ritiro: da basso a medio.

Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 50 N/mm2, a flessione 105 N/mm2, durezza da bassa a media; il comportamento all'urto è da basso a medio.

Modulo di elasticità 11.400 N/mm2

Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: cipollatura, deviazione accentuata della fibra­tura, forma sovente irregolare dei tronchi, malformazioni a livello dell'innesto nei castagni da frutto.

Durabilità: scadente per l'alburno, da discreta a buona per il durame.

NORMALE PEZZATURA DEL MATERIALE

Per quanto concerne il materiale fornito dai polloni cedui le norme UNI vigenti non forni­scono alcuna precisazione dato che ognuna delle varie possibilità di impiego esige deter­minate dimensioni. Dai tronchi dell'alto fusto si cerca di ricavare pezzi di lunghezza tale da consentire la riduzione in travature od in tavole: per le prime si procede su ordinazione men­tre per le seconde la lunghezza può variare entro limiti piuttosto ampi e cioè da 1 ,50 m in su, con particolare frequenza dei valori 1,50 - 2 - 2,30 - 2,50 e 3 m.

La larghezza dipende naturalmente dal diametro dei tronchi e dall'essere le tavole refilate oppure no; generalmente non si scende sotto i 16 cm mentre d'altro canto raramente si su­perano i 60 cm. Per il materiale non refilato immune da cipollature, e nel complesso di buo­na qualità, destinato alla fabbricazione di mobili o di arredamenti di un certo impegno, è fre-quente la vendita in «boules» o «plots» e cioè dell'insieme delle tavole ricavate da uno stes­so tronco ed aventi pertanto una buona omogeneità di apparenza. Anche i polloni cedui possono fornire segati le cui dimensioni sono naturalmente inferiori a quelle del tavolame ricavabile dalle piante d'alto fusto: si tratta di tavolette destinate a impieghi del tutto parti­colari, ad esempio dogame per botti e frise per pavimenti. Alcune segherie forniscono al­tresì assortimenti refilati di dimensioni ridotte: «lunghi» da 1,80 a 2 m, «corti» se da 1 m a 1,70 m; «supercorti» se da 0,50 a 0,95 m: la larghezza di questi assortimenti variano da 8 cm in su. Per tutte le tavole di Castagno gli spessori normalmente commerciati sono quel­li di 25, 32, 38, 50, 60 ed 80 mm.

LAVORABILITà

Il taglio è agevole purché la fibratura non sia troppo irregolare: altrettanto può ripe­tersi per la piallatura, operazione che peraltro non riesce sempre in modo perfetto.

L’essiccazione è piuttosto lenta e talora non immune da una irregolare distribuzione finale dell'umidità. Il materiale lasciato all'esterno risulta spesso macchiato in nerastro mentre dall'essiccazione in forno possono derivare fenomeni di collasso, deformazioni e fenditure.

La sfogliatura è praticata molto di rado mentre la tranciatura dei tronchi di avanzata età con durame molto colorato può fornire apprezzate impiallacciature decorative.

Le unioni con chiodi o viti sono di facile esecuzione ma di mediocre tenuta.

L’incollaggio non presenta difficoltà. La tinteggiatura e la verniciatura non risultano difficili, ma a causa dell'elevato contenuto di tannini del legno usando nuovi prodotti di finitura con­viene sempre fare qualche prova preliminare: la forte porosità porta comunque ad un ab­bondante consumo di turapori.

Da tenere sempre presente che in ambiente umido il contatto con pezzi metallici (attrezzi di lavorazione, chiodi, viti, perni, ecc.) può facilmente determinare sul legno sgradevoli mac­chie nerastre.

PRINCIPALI IMPIEGHI

Non vi è settore dell'artigianato o delle industrie del legno che non si possa giovare del le­gname del Castagno. Dai giovani virgulti adoperabili come sostegno di colture floreali o per cerchi di botti si passa via via ai paletti agricoli ed alla paleria per linee elettriche, al ton­dello per doghe e per frise, ai tondoni per travature squadrate o segate, ai tronchi da sega

da tranciatura, al materiale da triturazione per pannelli di vario tipo, per carta e cellulosa

per l'estrazione del tannino. Le applicazioni di maggior interesse sono senza dubbio quel­le che rientrano nel settore delle costruzioni e questa scheda fornisce precisazioni per quan­to concerne le strutture portanti vere e proprie mentre altri cenni verranno fatti nelle sezio­ni riguardanti l'arredamento, i mobili, gli infissi e la pavimentazione.

Nota. Il legname di Castagno consumato in Italia deriva in gran parte dalla produzione na­zionale, ma negli ultimi anni si sono anche importati discreti quantitativi dalla Francia, sia in tronchi da tranciatura che in tavolame di modesta lunghezza.