Protocollo III IL MASSONE |
La Massoneria è un’istituzione che si fonda su quella forza coesiva e vivificatrice che è la volontà e la solidarietà dei singoli aderenti. Il contesto armonico-creativo che ne deriva é la premessa indispensabile per lo sviluppo delle potenzialità dell’uomo e per la formazione di una società armonicamente regolata. Come è ricordato nei documenti storici i liberi massoni hanno abiurato finalismi lucrosi e di competivismo assoluto; se così non fosse stato, l’organizzazione sarebbe venuta meno, fin dal suo primo momento di vita, al principio ispiratore e quindi avrebbe rinnegato la necessità dell’ unione e della cooperazione dei liberi massoni. In questo poliedrico e spontaneo intreccio di volontà deve potersi dire che nulla, di ciò che l’esperienza produce, appartiene alla tradizione storica, poiché se così fosse la Massoneria non potrebbe godere del privilegio di espressione liberatrice, che le ha dato origine, e cadrebbe nella contraddizione ideologica del fatalismo e del fideismo atemporale. La decisione che dirige l’agire e motiva l’adepto è l’etica dell’individuo che vive in lui; in quanto tale egli sa, e da questa sapienza trae la forza di non lasciarsi ingannare dai miti della cultura del potere organizzativo, che l’astuzia della politica mentecatta propina come una droga; che l’incanto della visione democratica e liberale eleva demagogicamente per velare l’intento autoritario e paralizzante, proprio del movimento che ha fatto della vita umana un complesso di nozioni culturali e di esperienze tecniche. L’organizzazione comunitaria massonica è, dunque, il vero organo esecutivo della Istituzione Massonica, poiché è da questa che la volontà e creatività decisionale scaturiscono armonicamente. In una parola l’organizzazione massonica è tale solo in quanto tende a distaccarsi dalla volgarità del potere politico per disvelarne gli irrealismi istituzionali; essa deve potersi elevare al di là del pregiudizio del pensiero storicista, per comporsi nella forma armonica del realismo pragmatico, rigettando qualsivoglia atteggiamento che possa ferire tale impostazione. L’evoluzione culturale ha reso inattuali gli antichi riti massonici attraverso i quali l’adepto rigenerava in comunione dei simili la sua natura creatrice. I ritmi evolutivi e i grandi spazi operativi rendono impraticabile questo strumento; è certo che, se non sapremo sostituirli nella loro funzione rigeneratrice, la Massoneria perderà il suo più alto valore etico, la creatività e, con essa, si svuoterà della sua sostanza. Principale obiettivo quindi dell’essere umano, è l’attuazione del principio della creatività armonica, una creatività cioè sottesa dall’armonia che lega ed accorda le varie operatività degli esseri. Il contesto creativo-armonico che ne deriva è la premessa indispensabile per lo sviluppo della potenzialità dell’uomo e per la formazione di una società armonicamente regolata. Nell’attuare tale principio l’uomo e la donna esaltano la loro vera essenza di esseri capaci di costruire creando. Anzi, grazie alla maturazione di questo obiettivo che coinvolge in modo totale ed autentico la loro principale risorsa, l’intelligenza, non solo soddisfano in pieno le loro insite esigenze, ma realizzano anche uno dei valori etici della Massoneria senza il quale essa è priva della sua essenza. Sia dunque per la Massoneria che per l’essere umano, il protendersi verso una creatività armonica, non è che affermare la propria vera essenza, per cui l’essere viene a trovare nell’altro la logica complementarietà. La crisi d’identità dell’umanità causata principalmente dall’assoluta mancanza di partecipazione creativa, da un conformismo sterile e preclusivo e da un vivere consociato disarmonico, può essere (finalmente) superata nell’attuazione di tale principio, che, sebbene sia stato da tempo negletto, diventa, con tutta la sua forza rigenerante, una necessità impellente per la sopravvivenza dell’essere umano. In un contesto in cui prevale un tale principio rigeneratore l’umanità può quindi, nella pienezza della sua realizzazione, trovare la sua vera collocazione, la sua ragione di essere, di esistere. L’essere umano si sentirà responsabile non solo del proprio operato attuale, ma anche delle conseguenze future che da esso scaturiscono, per cui maturerà la consapevolezza di essere il creatore del proprio futuro, come mai nel passato era stato, escludendo fato o divinità come forze determinanti o casuali. Nelle scelte cui si troverà di fronte per attuare la sua creatività, egli responsabilmente vagherà e accetterà quelle che nella sua convinzione incideranno più positivamente nel suo futuro. Nel momento in cui si celebra l’atto della iniziazione, il neo-massone giura esplicitamente di professare una leale obbedienza alla Libera Muratoria. Costui accetta in nome dell’idea massonica di abiurare qualsivoglia intenzionalità che non sia quella prevista dalla Libera Muratoria; accetta di legarsi alla Massoneria in modo totale e completo. La libertà che il neo massone ha voluto esprimere in quel giuramento è un atteggiamento che rientra nell’ambito della propria scelta e decisione. Quindi dove la libertà s’identifica con la scelta interiore di ogni singolo membro è possibile intendere il motto massonico di libera associazione. Infatti il massone non può agire responsabilmente e con continuità cosciente se non opera liberamente. Non può egli concepire e maturare l’idea di un interesse superiore qual è appunto la finalità organizzativa se non è capace di agire liberamente: al di là del formalismo simbolico del dovere precostituito, esiste il dovere che gli deriva dalla sua stessa condizione di uomo libero. Il dovere del massone è la sua stessa presenza attiva che completa e trasforma la prassi egoistica e individuale in progetto comunitario. È nella volontà pratica espressa dalla ricerca di se stessi che ogni individuo accetta di riconoscersi come massone, poiché solo nella certezza dell’operare associato, che non lo contraddica come individuo, può essere possibile il principio della libera scelta ovvero che il fine della Massoneria si realizzi e si concretizzi nella temporalità e nello spazio. La falsità e la menzogna di chi al contrario intenda operare all’ombra dell’ideale poiché è solo questo che conta e lo spinge a compiere azioni di dovere, rappresenta la volontà di alienarsi da quella interiorità che lo rende libero e certo della propria essenza qualificante. Questo comportamento non è pensabile né deve ascriversi al massone; se così fosse i massoni formerebbero un esercito di eroi pronti a darsi in nome di un’idea, ma gli eroi appartengono alla leggenda, sono personaggi di antiche storie, il cui volto non ha forma umana; sono figure simboliche che vivono nella temerarietà semidivina propria dei racconti mistici. "Il libero muratore è chi deve conoscersi e realizzarsi, ma soprattutto colui che sente intensamente di essere uomo e intende completarsi attraverso la rivelazione dell’umanità che è in lui, per saper acquisire i segreti che si celano nel proprio essere". Il libero muratore al di là delle credenze e delle convinzioni, deve affermare il coraggioso confronto con il proprio sé e con l’altro da sé e raggiungere così la giustezza nell’agire, con la costante verifica costruttiva di quella stessa umanità dell’essere che lo spinge ad unirsi nell’organizzazione massonica. La verifica di questo atteggiamento, il massone può provarla nel superamento interiore delle sue contraddizioni, che devono conseguentemente renderlo libero dalle congetture convenzionali che gli fanno provare il piacere del risultato pratico ed effimero, e dall’altro aprirlo verso l’esperienza interiore. L’instabilità del progresso, secondo il dettame della pratica sociale,è la prima contraddizione che egli deve allontanare da sé, poiché solo nella certezza che questa contraddizione è simbolo di irrequietezza, egli potrà avvertire tale inquietudine come motivazione per la scelta nella temporalità del proprio essere, dall’essenza. Il massone dunque con il suo contributo organizzativo ha il diritto - dovere di elevare il dialogo intorno alla libertà a discorso politico. Egli potrà solo in questo modo far sì che la "politica" del diritto dell’esserci si esprima come simbolo di una operatività, di un progetto, di un orizzonte che nulla ha della retorica del convincimento demagogico. La politica in questo modo attraverso l’esperienza pragmatica di cui il massone si fa artefice, diviene il simbolo di quel movimento verso la libertà, verso l’apertura, verso la creatività e la socialità dell’uomo. Il massone ha dunque il compito di realizzarsi nella simbiosi tra il sociale ed il politico e l’azione interiore-morale. Politica e morale, sono i due cardini affinché la diaspora tra l’uomo e l’individuo si armonizzi in una sintetica visione del mondo. È dunque nella libera scelta del massone, che si ristabilisce l’ordine corrispondente tra la necessità politica e la motivazione del sé morale; ovvero il singolare si fa sociale e viceversa: il diritto si ispira alla morale e la politica interiorizzata nel sé, diviene uno strumento. Il massone, dunque, non è colui che intende sovvertire lo stato di diritto, ma è colui che opera per il bene di questa società, di questa autorità di origine morale e politica, affinché non si disperda nella notte della menzogna; così come si osserva al contrario, nelle volontà distruttive di elementi che hanno avocato a sé l’oggettività del potere istituzionale. Il massone non è colui che opera all’ombra di legami diplomatici al fine di arrogarsi il titolo di fazione politica; egli opera per libera scelta, non per la conquista del potere, ma per la realizzazione della potenzialità organizzatrice, che è contraria alla rappresentazione decadente della istituzione pseudostatale il cui unico fine è di continuare il potere assoluto del simbolismo mistico. Il potere in sé, come la dottrina dello Stato di diritto contemporaneo vuole affermare, non esiste, poiché risulterebbe una forza atipica, contraria alla comunione organizzata e contraria alle leggi che regolano il determinismo spirituale dell’essere umano. La sopravvivenza stessa dell’Istituzione Massonica è legata alla capacità degli aderenti di operare pragmaticamente; al di là di questa volontà creativa che esula da qualsivoglia intenzione speculativa di egoismo partitario, nulla esiste. La libertà dello spirito massonico, sorge dalla comunione che l’organizzazione deve saper istituire dall’incontro del diritto con la morale, poiché solo nella permeazione di questi principi, che rappresentano da una parte lo spirito e la conoscenza umana e dall’altra l’apertura e la spontaneità della vita naturale, essa potrà trovare la propria giustificazione, verificabile nel tempo e nello spazio. L’Organizzazione Massonica non è un ufficio gestito da un potere autorevole di individui eletti e certi del proprio saper operare, ma una figura emblematica della speranza volontaristica umana. |
Messaggio ai neofiti |
Voi che siete entrati per la prima volta nel tempio massonico edificato al culto della virtù e trovate emblemi sconosciuti ed ascoltate un linguaggio inconsueto che adombra un pensiero di cui avvertirete presto l’esistenza, come di un elemento unitario e propulsore, non posso illuminarvi nel volgere di poche frasi sul contenuto etico-ideale della Massoneria alla cui perfetta intelligenza (che è intima conquista personale) si perviene solo in corso di tempo mediante la diligente frequenza ai lavori nelle simboliche Officine, col costante studio dei riti e della storia della nostra Istituzione, con l’amorosa interpretazione delle nostre leggende e dei nostri simboli. È il cammino simbolico dell’iniziato, da Occidente ad Oriente, dalle tenebre alla luce, dal torpore della materia alla chiarezza dello spirito- cammino faticoso e gioioso che conduce alla conquista piena e sicura del proprio Io, quando si sappia sostare dall’affannosa corsa materiale d’ogni giorno ad una proda di silenzio per meditare ed ascoltarci - "la virtù dell’iniziato sta nella capacità d’introspezione". Nell’antico Egitto, allorché il neofita ammesso al Tempio di Oro traversava le cripte delle tenebre, prima di varcare la soglia che introduceva alle tre sale dell’iniziazione, le quali rappresentavano il viaggio dal mondo materiale e terrestre al principio spirituale, come alzava gli occhi una divina figura simbolica attraeva la sua attenzione: Iside, l’amore universale porge al neofita pensoso il fiore di loto che simboleggia e racchiude il problema dell’anima umana. Noi diremo che l’iniziazione massonica consegna al neofita la chiave per il suo miglioramento ed elevamento.Ciò si consegue cercando linee di raccordo tra noi stessi e il mondo circostante e ponendo in atto la massima antica che "l’anima non vive se non in grazia del proprio sforzo", e vivere massonicamente vuol dire vivere indirizzando i propri atti ad uno "scopo" superiore, vivere ponendo in ogni atto tutta la volontà consaputa come tutta, cioè con la conoscenza del suo essere profondo, dell’assoluto che la pervade, che fa del frammento il tutto, dei suoi fini occasionali ed immediati la trama stessa dei suoi fini ultimi e veri o generali. Non solo il massone deve operare in silenzio, ma altresì imporsi la "forza dell’attesa". Attendere senza inquietudine la riuscita nelle proprie aspirazioni personali, l’avvento degli ideali stessi. Non certo attesa passiva, in balia del fatalismo, barca senza timone in un mare senza spiaggia; attesa camminando ad occhi aperti verso la meta, serrando nel pugno l’impazienza sterile ed alimentando nel cuore la speranza vigile. Attendere è forza morale, è raccolta e concentrazione di valori attivi in segreto operanti. È la condotta del giusto e del saggio. Del giusto, perché colui che male agisce soprammette turbato ed impaziente atti ad atti per celare l’errore.È virtù del saggio, poiché l’uomo di matura coscienza intende che ciò che sarà è, cioè è già in formazione, ha già le sue radici nella necessità e il suo sviluppo è fatale. Non basta ancora pazientemente operare, ma altresì "pensare prima di agire" ecco un’altra norma morale del perfetto massone, il quale conosce la grave verità che un atto compiuto più nulla cancella e pur lieve rimane eterno nel destino degli uomini e nel volgere dei secoli. Su questa traccia di elementari norme morali può il Libero Muratore compiere il simbolico lavoro volto alla perfezione umana, limite irraggiungibile ma suprema tendenza verso la sua creatività armonica. A voi carissimi fratelli neofiti, che siete giunti all’ara simbolica in cui si alimenta la fiamma di questa creatività armonica e che d’ora innanzi ci sarete compagni di pensieri e di affetti io vi esprimo la mia, la nostra gioia di avervi con noi nel portare un mattone al Tempio di Salomone, cioè all’edificio della perfezione umana, il quale ha le fondamenta nella terra in cui fermentano tutte le passioni, ma per volta ha il cielo in cui brillano le stelle immortali, suprema consolazione degli uomini mortali. |