La saga del Puttanone


Gino & Michele (circa 1991)

Il Puttanone

Abbiamo volutamente lasciato che le acque si calmassero. Volevamo riflettere con serenità. Cosi è stato, dunque non c'è traccia di emotività o di superficialità nella nostra presa di posizione. Il punto è questo: siamo favorevoli alla pena di morte. Non generalizzata, intendiamoci. Però la signora bionda.e altera con la pelliccia di leopardo e il barboncino bianco seduta sulla jeep Cherokee Limited T.D.4 x 4 verde targata MI 7M0644, che tutti i giorni tra le 12.30 e le 13 parcheggia in seconda fila in viale Majno a Milano davanti all'Istituto Orsoline San Carlo, costringendo chiunque passi di lì ad almeno cinque minuti di coda supplementare e gratuita (sei giorni la settimana per dieci mesi all'anno, da settembre a giugno), ebbene lei deve morire. Non abbiamo niente contro questa signora, non sappiamo neppure come si chiami (noi del giro che abbiamo la fortuna di passare ogni giorno tra le 12.30 e le 13 in viale Majno la chiamiamo simpaticamente " il Puttanone ", ma dubitiamo sia il suo vero nome), dunque non si tratta di un fatto personale.
Tuttavia deve morire. Deve morire e basta.
Riflettendoci, meglio e per non essere fraintesi, non vogliamo dire che noi auguriamo la morte alla bionda e altera signora. Noi, più semplicemente, vorremmo procurarglieIa, passandole sopra con la sua invereconda Cherokee Limited T.D., 4 x4, per poi infilare pure la marcia indietro, perché nello specchietto ci sembrava che il barboncino bianco desse ancora segni di vita. Questo nonostante il nostro amore per gli animali che è enorme. Ma a quei livelli anche le bestie non possono essere completamerite innocenti.
Che poi: se al suono della campanella dalle Orsoline uscissero dodici bambini biondi e festanti e prendessero posto sul Cherokee, baciando la madre e prendendo a calci in culo il barboncino (se non lo avete visto mica potete capire), allora pazienza, si potrebbe chiudere un occhio: una jeep per tredici persone e un cane è quasi un risparmio in termini di spazio. Il fatto è, ma lo immaginate già, che sulla Cherokee 4 x 4 sale una pischella bionda di 18?20 chili che, ci si consenta il termine, occupa si e no il posto di una scorreggetta. Oltre tutto, non per fare i seguaci del Lombroso, ma, a giudicare dall'espressione, la piccola ebete per finire il liceo di anni ce ne mette sette, non cinque come tutti i cristiani, con tutto quel che segue in termini di code.
Per la verità questa minuscola figlia del Puttanone (ma, l'abbiamo detto, non siamo sicuri sia il suo vero nome) ci sta procurando delle lacerazioni. Al nostro intorno il dibattito è serrato: bisogna giustiziare anche lei o no? Il Fronte del " Sì " non accetta mediazioni: basta chiudere gli occhi per vedersela fra vent'anni parcheggiata in viale Majno in seconda fila con un lussuoso, enorme Camion T.D. che aspetta un bambino biondo, il piccolissimo figlio della figlia di un grandissimo Puttanone (chiamiamola così e non se ne parli più). Meglio dunque non correre rischi. Il Fronte del " No " invece cerca di prendere tempo: non si elimina una creatura per un sospetto. E poi, per dirla tutta, forse qualche attenuante ce l'ha anche la signora bionda e altera. Magari abita in campagna e la Jeep per lei è una necessità. Un beatissimo cazzo: il Puttanone abita in via Maggiolini 1, esattamente 480 metri appena, dall'Istituto Orsoline San Carlo di viale Majno. L'abbiamo seguita e di madonne non ce ne sono.
Per questo devono morire tutti: madre, figlia, nipoti, cane, marito e amante (una che si chiama così volete che noti ce l'abbia?).
Adesso scusate ma dobbiamo andare.: è giovedì, sono le 12.47, siamo in viale Majno e stiamo per districarci. Un ultimo sforzo, la freccia a sinistra, un'occhiata se quello dietro ci fa inserire, una frenatina perché l'idraulico sulla R4 rossa che ci sta davanti, si sporge verso la signora bionda e altera per urlarle: " Spostati Troione! " (l'idraulico è la prima volta, che passa di qui: non la conosce ancora per nome) e poi via a consegnare il pezzo a favore della pena di morte. Pezzo che probabilmente domani, rileggendolo, ci vergogneremo di avere scritto, quindi i garantisti possono pure fare a meno di inviarci una copia di Dei delitti e delle pene. E poi, diciamocelo francamente, ai tempi del Beccaria mica c'erano le Cherokee Limited T.D. 4 x 4.

La sua famiglia

Poiché pare ci venga riconosciuto di essere improvvisamente diventati grandi esperti in Puttanonelogia (almeno a giudicare dalla gara di solidarietà che si è scatenata nei nostri confronti) occupiamoci di nuovo della signora bionda e altera che, parcheggiata in doppia fila con la sua enorme jeep, aspetta ogni giorno l'uscita da scuola di una piccola ripetente.
Il primo rilievo, universalmente confermato, è che il Puttanone non è solo. Anzi ella assurge a livello di categorìa rispondendo alle seguenti caratteristiche fondamentali. Cominciamo dall'anagrafe.
Il Puttanone è quasì sempre sposata col Pìrlone, ìn genere libero professionista o piccolo industriale. Lei lavorare non Iavora, o meglio cura le pubbliche relazioni per l'azienda,del marito che solitamente possiede una fabbrichetta di viti di stringhe o di punti metallici per cucítrici, tutte attività, come si può ben capire, in cui le pr diventano nodali. Sessualmente insoddisfatta (come volete che scopi uno che fa punti metallici per cucitrici? Clic clic e buonanotte)
Il Puttanone frequenta abitualmente la palestra, in particolare il Club Contì, prìma di tutto per sbìrciare come sono fatte le gnocche quelle vere, secondariamente per trovarsi un amante. Le piacerebbe un intellettuale e invece se lo cerca apposta stupido e forzuto perché le hanno insegnato, probabilmente dalle Orsoline, che " chi eiacula sotto non eiacula sopra ", dunque o una cosa o l'altra. Così la bionda si concede all'energumeno quasi con rassegnazione, aspirando a ben altro, ma ignorando ingenuamente che c'è maggior pulsione cerebrale nel bicipite dei più becero dei culturisti che in tutto Vittorio Sgarbi.
A proposito di cultura non bisogna credere che il Puttanone sia analfabeta. Non le sfuggono qualche Nantas Salvalaggío, tutto De Crescenzo e i casi letterari: Eco, Volevo i pantaloni, Io speriamo che me la cavo, i Versetti satanici e Anche le formiche. La televisione invece la snobba, Odia telenovelas, Raffaella Carrà, Lino Banfi, Píppo Baudo. Guarda solo il Maurizio Costanzo Show, forse perché ci trova sempre qualche Puttanone più grande di lei al quale ispirarsi. A teatro va con costanza. Possiede uno o più abbonamenti, a Milano il San Babila o il Manzoni. Se ci passate davanti il martedì sera sembra di essere alla punzonatura del Camel Trophy, tante sono le jeep. I suoi attori preferiti sono Ugo Pagliai e Andrea Giordana. Per Gabriele Lavia si sdilinquisce. Darebbe la Cherokee per essere al posto della Guerritore. Non sa che Lavia cederebbe la Guerritore per una Duna. In politica invece il Puttanone è articolato, sfugge cioè alle semplificazioni. Certamente, pur avendo almeno tre pellicce, al referendum contro,la caccia ha votato " Sì " perché, come la Chiesa ai tempi dell'Inquisizione, abohorret a sanguine. Sono ben altri infatti gli sport che la eccitano, per esempio ogni anno non può mancare ad almeno una di quelle vere e proprie convention di coglionì che sono le gare off shore. E spesso il Puttanone sogna che, sullo scafo dei Ravizza al posto di Annabella Pavia campeggi la scritta Punti Metallici per Cucitrici Pirlone.
I figli. I figli naturalmente, come tutti, li.ama. Perproteggerli li iscrive rigorosamente alle scuole private, perché in quelle pubbliche circola la droga. Inutile ricordare al Puttanone che dalle Orsofine circolano le suore. Tanto la nemesi si compie quasi sempre: a quindici anni la giovane ripetente sì bucherà come tutti, solo in più andrà anche a messa.

Il Puttanino

Il luogo dell'appùntámento era il supermercato Esselunga di viale Piave a Milano. La soffiata era precisa: "Venitelunedi dopo le 6, prima della chiusura è quasi sempre puntuale, non dovreste mancarla". Non l'abbiamo mancata. Neanche dieci minuti riempiendo, distratti, il carrello di yogurt e mortadelle e all'improvviso eccola lì. Il Puttanino era davanti a noi; allo scaffale dei legumi. Nella mano destra un barattolo di fagioli borlotti, nella sinistra il telefono cellulare acceso. "Mario col lesso preferisci i borlotti o i cannellini?... D'accordo. Guarda che del Mulino Bianco le Macine sono finite. ti prendo i Taralluccio i Galletti?... Ok, fra mezz'óra sono a casa. ciao. "
Assistere alla nascita di un nuovo soggetto sociale è sempre emozionante: c'è il fascino torbido della "prima volta", l'ebbrezza di essere tra i primi a vedere un fenomeno destinato in futuro, lo si intuisce immediatamente, a peggiorare il nostro umore, la nostra capacità di tolleranza, a volte perfino la qualità della nostra vita. Lo sappiamo perché è statocosì in passato col Paninaro, con l'Ultra, con lo Yuppie, col Jovanottide e coi Puttanone. Antropologicamente il Puttanino (che, íntendiamoci non ha sesso) nasce da una costola del Puttanone cui tuttavia è legato da un rapporto non rigidamente reversibile. Nel senso che mentre il Puttanone è quasi sempre anche Puttanino, il Puttanino non è detto che sia Puttanone.
Chi ha il fuoristrada deve avere i 1 telefono portatile, chi ha il telefono portatile può avere il fuoristrada. La distinzione non è oziosa perché se per il Puttanone, parcheggiato in doppia fila, ci siamo spinti a chiedere la pena di morte, per il Puttaníno ci accontentiamo dell'ergastolo. Però neanche,un mese di meno. Perché ha ragione Rita Levi?Montalcini quando sostiene, che all'origine della Vulnerabilità psicologica che porta molti soggetti a imboccare la strada senza ritorno del telefono cellulare c'è una labilità costituzionale, una base biologica. Non dobbiamo vergognarci di dirlo: chi usa il telefono cellulare al supermercato, al cinema, al ristorante è un malato di mente! È anche una testa di cazzo, ma questo ,ci rendiamo conto, non è un argomento da Premio Nobel.
Il Puttanino dunque è malato di mente. Tra tutti il suo è l'unico cervello inserito nel paniere della contingenza: non aumenta mai, come:Ie Nazionali Semplici. E, naturalmente, abbassa la media. Vorremmo sbagliarci, ma l'impressione è che il.Puttanino (come a Suo tempo già il Puttanone) non sia un fenomeno passeggero. Anzi, i segnali sono agghiaccianti.
Poiché infatti il telefonino in sé non è proibitívo come il fuoristrada, il terrore è di vedere presto Puttaninisul tram, in coda alla Posta., sul lungomare di Nervi o, peggío, a cena con noi. Dobbiamo molto, moltissimo al telefono, ma quando si legge sulla prima pagina di "Repubblica" il grido di dolore di Pietro Citati perché telefonando dalla Maremma gli cade la linea (sapesse, professore, quel che ci casca a noi stando in città.? e mai una riga, neanche sull'inserto medico), quando, ancora, vediamo il Puttanino alsupermercato, beh allora forse è arrivato per, tutti il momento di fermarsi un attimo a riflettere. Per capire se ne vale la pena. E non ne vale la pena. "La vita, ragazzi.,non bruciatela col telefono!"