Cos'è la compassione Domanda: Un discepolo chiese: "Cos'è la compassione (karuna), Maestro?" Maestro: La "compassione" viene spiegata dal dizionario come "soffrire insieme ad un altro, partecipando alla sua sofferenza". Discepolo: Che cos'è la compassione dal punto di vista buddhista? Maestro: Secondo la mia comprensione, è vero che "compassione" significa "soffrire con", ma KARUNA deriva dal verbo "KAROTI" (fare) e significa anche fare qualcosa per qualcuno. Quando un altro essere sta sperimentando dolore, allora la risposta appropriata è agire in modo da rimuovere la causa della sua afflizione. KARUNA, quindi, non è un fatto di soffrire con qualcuno, quanto il fatto di operare per dare sollievo alla sofferenza. È avere iniziativa in tal senso. Si può, quindi, avere compassione saggia o compassione stupida. Discepolo: Che dire di coloro che soffrono a causa del loro karma? La compassione dovrebbe estendersi anche a loro? Maestro: La legge del karma spiega che ognuno raccoglie ciò che "merita", ma ciò non significa che non dobbiamo aiutare le persone che per questo soffrono. Da parte nostra dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per diminuire la sofferenza del prossimo, ma se non riusciamo ad eliminare completamente il dolore, dobbiamo comprendere che la causa della sofferenza è il karma e coltivare l'amorevolezza e la compassione. Discepolo: Quale dovrebbe essere l'attitudine mentale di colui / colei che pratica la compassione? Maestro: Personalmente, penso che la compassione debba fluire con naturalezza dal cuore di ciascuno, perché se qualcuno agisce con il pensiero che aiutare gli altri porterà meriti, non agisce per autentica compassione. La vera compassione è agire per il bene altrui, spinti dal desiderio che tutti siano liberati dalla sofferenza e possano essere felici. Agire per produrre meriti per sé stessi è una sorta di "commercio". Discepolo: Come mette in relazione tutte queste cose il buddhismo? Maestro: Nell'insegnamento del Buddha c'è l'idea della "compassione senza intenzione" (analambana-karuna), nella quale non c'è chi dà né chi riceve, e nemmeno il dono che passa dall'uno all'altro. Questo è chiamato la purezza dei tre cerchi (tri-mandala-visuddhi). Evitate il pensiero "sono compassionevole" o "ho agito con compassione". Questi sono segni che non si tratta di una compassione "pienamente realizzata". Discepolo: Nelle relazioni umane, quali sono le qualità della mente che più ci aiutano? Maestro: Secondo il buddhismo, tutti gli esseri senzienti hanno una cosa in comune: tutti cercano la felicità e vogliono essere liberi dalle afflizioni e dalla sofferenza. Pensaci: quale compagni vorresti? Sicuramente qualcuno che desiderasse il tuo benessere. Lo stesso se dovessi scegliere un partito da eleggere. Noi tutti desideriamo avere compagni, capi, compassionevoli. Paradossalmente, la compassione è la chiave del successo.
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