Cos'è la compassione


Domanda:

Un discepolo chiese: "Cos'è la compassione (karuna), Maestro?"


Maestro:

La "compassione" viene spiegata dal dizionario come "soffrire insieme ad un altro, partecipando alla sua sofferenza".
L'enfasi, come l'etimo della parola fa intuire (cum + pati = soffrire con), è centrata sul coinvolgimento personale con la sofferenza altrui, non solamente sul dare agli altri. "Soffrire insieme" significa aiutare il disoccupato, ma intenzionato a lavorare; adottare bambini difficili da "sistemare"; aiutare le donne in crisi per una gravidanza problematica; aiutare i ritardati, le persone maltrattate, malate ed emarginate; aiutare i drogati a riabilitarsi, aiutare gli analfabeti ad imparare le nozioni di base, e così via.


Discepolo:

Che cos'è la compassione dal punto di vista buddhista?


Maestro:

Secondo la mia comprensione, è vero che "compassione" significa "soffrire con", ma KARUNA deriva dal verbo "KAROTI" (fare) e significa anche fare qualcosa per qualcuno. Quando un altro essere sta sperimentando dolore, allora la risposta appropriata è agire in modo da rimuovere la causa della sua afflizione. KARUNA, quindi, non è un fatto di soffrire con qualcuno, quanto il fatto di operare per dare sollievo alla sofferenza. È avere iniziativa in tal senso. Si può, quindi, avere compassione saggia o compassione stupida.

C'è una grande differenza fra le due. La prima ha la saggezza, mentre la seconda è illusione. Tuttavia, il termine compassione in generale (che è la seconda delle quattro vihara: amorevolezza, compassione, gioia ed equanimità) è più che un desiderio di dare sollievo dalla sofferenza come misura di opposizione al male. Le persone possono osservare la naturale attitudine alla compassione nel mondo intorno a loro. Ad esempio, quando una madre vede che suo figlio è seriamente ammalato, sarà naturalmente mossa a compassione e desidererebbe sinceramente poter prendere su di sé la sofferenza al suo posto.

Nella nostra vita di tutti i giorni, la maggior parte delle persone hanno sperimentato il sentimento della compassione vedendo soffrire un genitore, il coniuge, un parente, un collega, un amico, o perfino vedendo soffrire un animale. Tutti questi sono esempi di compassione. Per essere uno stato sublime della mente, la compassione deve andare oltre il limitato gruppo di persone o esseri che amiamo e dei quali ci prendiamo cura. In altre parole, la compassione deve essere estesa a tutti gli esseri senzienti in tutti i reami di esistenza, prima che diventi uno stato incommensurabile.


Discepolo:

Che dire di coloro che soffrono a causa del loro karma? La compassione dovrebbe estendersi anche a loro?


Maestro:

La legge del karma spiega che ognuno raccoglie ciò che "merita", ma ciò non significa che non dobbiamo aiutare le persone che per questo soffrono. Da parte nostra dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per diminuire la sofferenza del prossimo, ma se non riusciamo ad eliminare completamente il dolore, dobbiamo comprendere che la causa della sofferenza è il karma e coltivare l'amorevolezza e la compassione.


Discepolo:

Quale dovrebbe essere l'attitudine mentale di colui / colei che pratica la compassione?


Maestro:

Personalmente, penso che la compassione debba fluire con naturalezza dal cuore di ciascuno, perché se qualcuno agisce con il pensiero che aiutare gli altri porterà meriti, non agisce per autentica compassione. La vera compassione è agire per il bene altrui, spinti dal desiderio che tutti siano liberati dalla sofferenza e possano essere felici. Agire per produrre meriti per sé stessi è una sorta di "commercio".

Inoltre la compassione non può essere consapevole di sé stessa, poiché nello stato incommensurabile di KARUNA non c'è differenza fra soggetto e oggetto, c'è solo la compassione in azione, senza un sé.
La vera compassione non è basata sui concetti di giusto e sbagliato, bene e male, attaccamento e avversione, piacere e dispiacere.
C'è un detto: "Solo quando diverrai 'madre' il tuo giudizio si trasformerà in comprensione e compassione".
Bisogna essere convinti che non si tratta solo di praticare con la testa, ma col cuore e dal cuore spontaneamente con il corpo.


Discepolo:

Come mette in relazione tutte queste cose il buddhismo?


Maestro:

Nell'insegnamento del Buddha c'è l'idea della "compassione senza intenzione" (analambana-karuna), nella quale non c'è chi dà né chi riceve, e nemmeno il dono che passa dall'uno all'altro. Questo è chiamato la purezza dei tre cerchi (tri-mandala-visuddhi). Evitate il pensiero "sono compassionevole" o "ho agito con compassione". Questi sono segni che non si tratta di una compassione "pienamente realizzata".


Discepolo:

Nelle relazioni umane, quali sono le qualità della mente che più ci aiutano?


Maestro:

Secondo il buddhismo, tutti gli esseri senzienti hanno una cosa in comune: tutti cercano la felicità e vogliono essere liberi dalle afflizioni e dalla sofferenza. Pensaci: quale compagni vorresti? Sicuramente qualcuno che desiderasse il tuo benessere. Lo stesso se dovessi scegliere un partito da eleggere. Noi tutti desideriamo avere compagni, capi, compassionevoli. Paradossalmente, la compassione è la chiave del successo.

Il mondo ha bisogno di compassione, specialmente quando c'è così tanta violenza e odio. La compassione è ciò che ognuno di noi vuole sopra ogni cosa in questo mondo di illusione.
Conosco altri due detti: "Se non si riesce a cambiare il mondo completamente, si deve cercare almeno di soccorrere le vittime".

"Non si può sempre essere felici, ma puoi sempre dare felicità" (Anonimo)

La compassione è protendere le mani verso l'universo che soffre, facendoci mezzo perché l'energia della compassione possa propagarsi.
Fino a che tutti gli esseri non saranno liberati, la compassione sarà necessaria come l'aria che respiriamo!




Altre domande Home Page Ultimissime

 

 

Site Meter