EDITORIALE

Sinistra, etica e politica

 

 

Micromega questo mese raccoglie una serie di risposte di insigni intellettuali e uomini politici alla domanda “Che cosa è sinistra?” formulandone i contenuti sulle declinazioni e i significati delle parole”libertà, uguaglianza, solidarietà” come concetti e valori fondanti della stessa sinistra.

Allo stesso tempo la pubblicazione di Azione Aiuto (Legàmi) propone una serie di azioni di solidarietà concreta per i bambini e le genti del TerzoMondo, dall’Africa all’America del Sud, dal Mozambico al Guatemala, ai paesi colpiti dall’uragano Mitch.

Indecisa su cosa fare dell’editoriale, cioè se affrontare l’una o l’altra delle questioni, ho poi pensato che non c’era differenza, perché trattare della sinistra oggi significa anche tradurla nella prassi quotidiana di espressione della solidarietà, di coniugazione reale dell’uguaglianza e della libertà, senza farli restare dei valori astratti.

Perché il motore vero di coloro che vogliono essere di sinistra è ancora l’ansia di cambiare il mondo, non già l’attesa che il mondo cambi.

Perché la sinistra non può e non deve immaginare una società altra, di là da venire: non c’è e basta, la società è questa ed è questa che si deve cambiare.

Per citare Veltroni: “Che sinistra è una sinistra che accetta tranquillamente che decine di migliaia di bambini muoiano di fame ogni giorno?”

E ancora, aggiungo io, è di sinistra uomo o donna che non attua, a qualsiasi livello, politiche o azioni per negare lo sfruttamento sia esso di donne, bambini o popoli interi? Può definirsi di sinistra la tolleranza della guerra, sia pure come azione di prevenzione della pulizia etnica?

Ciò che fa la differenza tra la destra e la sinistra oggi è proprio la centralità dell’uomo: la lotta per l’uguaglianza passa attraverso il riconoscimento del diverso come uguale, come rispristino di giustizia

sociale, come la ricerca di pari opportunità per tutti.

La sinistra è un mondo di valori reali e definibili, anche se non immutabili. Ciò che cambia, nel tempo, sono le condizioni nelle quali esercitare ed applicare i valori. Questo vale per tutti e per tutti livelli, sia per coloro che sono impegnati nella gestione della Cosa pubblica, sia per chi esplica il suo impegno nel sociale, nel volontariato, in un partito.

“La riflessione sull’uguaglianza e la diseguaglianza è ovviamente (scrive Paolo Matthiae) centrale nella considerazione necessaria di cosa è la sinistra oggi, dato per scontato che per chi scrive è opportunismo, trasformismo e nichilismo affermare che “oggi” non ha più senso parlare di sinistra e di destra “concetti superati nella società contemporanea.

In realtà ciò che apparentemente è venuto meno sono l’ortodossia e il fondamentalismo della sinistra, mentre si sviluppa e si diffonde la riflessione critica aperta” che non sempre appartiene al patrimonio storico della sinistra. Spesso la critica infatti era valutata come revisionismo, circoscritta com’era in un dogmatismo ideologico che ai nostri tempi appartiene quasi esclusivamente a Rifondazione Comunista.

“La questione che oggi si pone con maggiore urgenza in un sempre maggior numero di Paesi dell’Occidente, è paradossalmente quella che la sinistra non ha più difficoltà a raggiungere responsabilità di governo, quanto piuttosto, assunto il governo, a realizzare una coerente, estesa ed efficace politica di sinistra, come se il tasso di riforme sociali tollerate dal sistema capitalistico avanzato del mondo occidentale contemporaneo fosse prossimo alla saturazione”.

E Matthiae ci porta alcuni esempi: Blair è il più accanito sostenitore della politica estera degli Stati Uniti; Schroeder deve liberarsi del più risoluto fautore dell’innovazione nella politica economica; Jospin viene paralizzato nella riforma del sistema scolastico; D’Alema trova difficoltà a far percepire come di sinistra i suoi provvedimenti.

Il nuovo fronte che sta davanti alla sinistra oggi è la trasformazione della politica in una questione etica. Più concretamente, occorre costruire un progetto sociale come una “strategia di sistema in cui i concetti fondamentali siano operanti in ogni ambito della vita di una comunità”.

E questo ci chiama in causa tutti.

Antonella Bertoli 

 

 

 

 

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