L’hispanidad di Buñuel

La formazione di Buñuel è strettamente legata alla cultura ispanica. Non si può comprendere il cinema di Buñuel senza conoscere l’anima spagnola, l’Hispanidad.

Il mondo disegnato nei suoi film proviene dalla letteratura picaresca, da Cervantes, da Rojas, da Quevedo…

Segue un brano tratto da:

Buñuel: dalla poesia al cinema

di Francesco Patrizi

edizioni Firenze Libri Atheneum, Collezione Oxenford, 2000

Il libro si può acquistare su

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I corsi universitari di Americo Castro contribuiscono in maniera decisiva a formare la hispanidad del giovane aragonese.

La Celestina è uno dei testi fondamentali che reggono l’impalcatura ideologica dell’opera cinematografica di Buñuel.

Il genio disincantato ed ironico di Rojas sgretola i principi morali ed i valori cavallereschi della Spagna cattolica mettendo in scena dei personaggi non più ispirati da ideali, ma mossi unicamente dai fili segreti del desiderio.

La fattucchiera Celestina è l’occulto regista che disvela dietro l’innamoramento di Calisto, la delirante brama di possesso, e dietro la candida maschera di Melibea, la voce perversa dell’istinto trattenuta a mala pena dalle convenzioni.

Il desiderio, con le sue leggi e le sue oscure trame, si rivela il protagonista assoluto, l’artefice dell’agire umano, la forza anarchica che si eleva al di sopra della morale.

Il mondo di Calisto e Melibea è il mondo di El (id., 1952), di Nazarin (id., 1957), di Cet obcur objet du desir  (Quell’oscuro oggetto del desiderio, 1977).

L’altro testo chiave della formazione dell’aragonese è il romanzo picaresco per eccellenza, il Lazarillo de Tormes.

Il mondo dei picari getta l’uomo in balìa della Fortuna, alla mercè degli istinti primordiali della nutrizione e del sesso.

La libido, nelle sue molteplici facce, nelle “trasformazioni” descritte da Jung (desiderio sessuale, di possesso, di procreazione, di sostentamento...), guida il picaro nelle sue peregrinazioni.

L’individuo, spogliato delle “incrostazioni sociali”, è sorpreso implacabilmente nell’intento di soddisfare le leggi del desiderio e dell’istinto.

L’uomo deve fare i conti con il contingente, l’effimero, il materiale: è il ritratto di un mondo di straccioni dove il manto rassicurante e protettivo della comunità  cristiana non arriva, dove i valori e i principi della morale cedono di fronte all’istinto di sopravvivenza.

Don Quijote, don Juan, Celestina e Lazarillo sono i volti della hispanidad di Buñuel. Si delinea così un percorso di formazione il cui esito conduce al decentramento del Soggetto, alla visione di un mondo dove l’Io è agito dall’istinto, dall’inconscio, dalla natura e dalla Fortuna.

pp.28-30

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