Lo spazio-corpo in Dr. Strangelove

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di Francesco Patrizi 

Kubrick, nel realizzare Dr. Strangelove, ha suddiviso la narrazione in tre sezioni interdipendenti legate a tre ambienti distinti, chiusi, filmati con tre diverse tecniche di ripresa. Tra questi tre ambienti non c’è possibilità di comunicazione: l’aereo non riesce a contattare la base militare, la base non riesce a contattare il Pentagono e quest’ultimo non riesce a fermare l’aereo con la bomba. Il primo ambiente, l’aereo, è costruito con una fitta rete intertestuale e visiva di rimandi alla sessualità; nella scena che accompagna i titoli di testa, ad esempio, il rifornimento in aria (complice una colonna sonora ad hoc) sembra mimare una “copula” tra due velivoli. Nella scena finale, invece, si palesano le due tematiche principali del film: l’impotenza e l’atto sessuale come metafore della guerra; assistiamo infatti  dapprima ad un guasto alle portiere dell’aereo, una momentanea “impotenza” simbolica, dovuta ad una prolungata “astinenza” pacifista, poi ad una emissione “precoce” della bomba sull’oggetto del desiderio. La tecnica impiegata da Kubrick nel rendere il sottotesto erotico dell’aereo è lo zoom, un movimento di per sé falso, poiché è realizzato solo otticamente, quindi non un “atto”, ma una sorta di “simulazione di movimento”, veloce, improvviso, come un eccitamento continuo. Kubrick usa lo zoom per restringere l’inquadratura solo sui dettagli dei monitor, dei pulsanti, delle buste tattiche, alludendo ad un eros insito non nei soldati, ma negli oggetti, negli strumenti stessi della guerra. L’altro ambiente in cui si svolge la storia è la base militare; qui la macchina da presa è generalmente posta in basso, riprende ampi spazi e soprattutto soffitti in fuga prospettica, deformando l’inquadratura attraverso l’uso del grandangolo. Il vero soggetto agente, il vero protagonista di questa sezione narrativa, è l’ambiente stesso. Gli unici due personaggi che si vedono sono ripresi quasi sempre in campo lungo, a figura intera, “schiacciati” (otticamente) dal soffitto, circondati dal buio, intrappolati in una gabbia di cui non si vede l’esterno. La scena conclusiva di questa sezione contiene, come già quella dell’aereo, una velata allusione sessuale: assistiamo infatti al tentativo frustrato della telefonata di  Peter Sellers al Presidente mentre il distributore di bibite comincia a spruzzare coca-cola dal foro fatto da un proiettile. Di nuovo il tema dell’impotenza (esplicito nel personaggio del colonnello suicida, implicito e metaforico nella telefonata impossibile) e dell’emissione precoce (il distributore). L’uso del grandangolo, la fotografia scura e l’assenza di controcampi danno una resa visiva dell’ambientazione particolarmente claustrofobia: è come se ci trovassimo nelle profondità cavernose, nel basso ventre del “corpo militare”. Il terzo ambiente, il Pentagono, è ripreso con movimenti di macchina molto fluidi, con campi e controcampi che alternano i primi piani dei volti dei potenti ai campi lunghi dove i suddetti personaggi di ridimensionano davanti all’imponente quadro luminoso. La fotografia, anche qui,  circonda il tavolo al centro della stanza con il buio dando l’idea di un luogo chiuso, di cui non si conosce l’esterno o da cui non c’è via d’uscita. Le panoramiche, le carrellate e gli attacchi in controcampo sottolineano un movimento concitato, nervoso. Anche qui, nella conclusione della sezione narrativa, l’empasse del presidente e la riacquistata capacità deambulatoria del Dr. Strangelove rimandano alla dinamica dell’impotenza guarita; un’impotenza simbolica attribuita al “corpo” militare e dovuta all’astinenza, alla lontananza dall’oggetto del desiderio, quel punto segnato da una croce su una mappa che compare di frequente durante il film. Occorre notare che la bomba, con il comandante a calcioni, viene sganciata proprio su una cartina con una croce disegnata e non su un paesaggio, su un ambiente realistico: una scelta di regia che getta sul film una luce antinaturalistica e metaforica. In conclusione, Kubrick ha concepito visivamente i tre ambienti come un corpo umano, dove il Pentagono è il cervello, la base militare il basso ventre e l’aereo la sessualità (forse ricordandosi dell’associazione freudiana tra il volo e l’orgasmo).C’è poi un quarto ambiente, la cartina geografica con la croce, l’obiettivo verso cui tutto tende, l’oggetto sessuale astratto, concettuale, assoluto. L’eros è il sottotesto dell’intera opera. La forza militare è resa come un organismo vivente dominato da una libido incontrollabile, e la guerra come un atto sessuale,un istinto naturale represso.