LA MASCHERA DEL COMICO
Di Stefano Zanoli Con Cristina Palermo - Aldo Querio - Stefano Zanoli
Scene: Cristina Gualchi
Regia: Stefano Zanoli

La nostra antologia sui temi e i percorsi della comicità nella storia del teatro, pur con molte, evidenti ed inevitabili omissioni, vuole fornire uno strumento per comprendere i meccanismi del teatro e della risata attraverso il confronto tra autori ed epoche, relazionandoli al loro tempo e agli sviluppi storici che hanno attraversato e che hanno determinato gusti, stili e mode differenti. Ma vorremmo dare anche uno stimolo in più : attraverso la comicità, il trasformismo, la sorpresa esilarante vorremmo trasmettere il gusto del palcoscenico e dell'invenzione teatrale. Tre attori sospendono le prove di un non ben definito spettacolo per riscoprire il gioco e, rispolverando il repertorio confrontare stili ed argomenti. Il teatro come giocattolo insomma, che, come tutti i veri giocattoli, più è povero ed essenziale più è stimolante ed evocativo. Vorremmo coinvolgervi trascinarvi idealmente sul palcoscenico per invitarvi a cogliere insieme con noi il gusto del gioco teatrale, della finzione mascherata da realtà e della realtà mascherata da finzione, quella maschera comica attraverso la quale autori antichi e moderni interpretano la condizione umana. E' così, partendo dalla lezione di teatro goldoniana con cui il capocomico Orazio istruisce una giovane attrice (scena che ricorda da vicino le istruzioni ai comici di Amleto affinché' la rappresentazione del delitto sia quanto di più realistico e coinvolgente possibile) s'innesca il gioco del teatro nel teatro e, dal bric a brac del trovarobato, emergono personaggi, costumi, maschere. Si parte dagli albori della comicità con Plauto e il suo Miles Gloriosus, parodia del soldato spaccone, del millantatore vanesio contrapposto al servo laido e approfittatore. Ed è questo scontro tra servo e padrone la chiave di volta della comicità moderna. Quello scontro che ritroveremo secoli dopo nella Commedia dell'Arte. E' di un anonimo autore del XVI secolo il "Dialogo de un Magnifico con Zanni bergamasco: contrasto de un sonetto"; canovaccio dei più esemplari, fra quelli conosciuti, delle tecniche e dei moduli comici di una delle stagioni più feconde della storia del teatro. La maschera è anche pretesto di satira verso le classi dominanti, non solo il ricco anche l'intellettuale saccente, come la celebre figura di Balanzone. E si giunge così a Goldoni che, riformando la tecnica, gli stili, accoglie anche i segni di una nuova società. La comicità diviene psicologica, lo scontro e quindi l'effetto comico si sposta dal rapporto servo-padrone per divenire scontro tra caratteri, psicologie appunto. Goldoni farà a tempo, nella sua lunga vita, a vedere quella rivoluzione borghese che lui stesso, forse inconsapevolmente ha per certi versi preconizzato. Anche le maschere non sono più i rozzi personaggi di un tempo ma acquistano spessore, finezza. Arlecchino, Brighella, Colombina pur non discostandosi troppo dai moduli della Commedia dell'Arte si aprono a sfumature e sottigliezze che anticipano la riforma della commedia. E di nuovo si spostano i termini dell'umorismo. L'ottocento con autori come Courteline inizia a ridere di se stesso, dei propri vizi, dei cliché, spesso ammantati d'ipocrisia, con i quali la nuova classe dominate regola la propria vita sociale. "L'onore dei Brossarbourg", un brevissimo ma compiuto atto unico propone una vicenda paradossale di gusto boccaccesco ma tutta raccolta nella rigida formalità di una coppia di nobili in realtà più vicini a quella borghesia altolocata che l'autore si diverte a satireggiare. Sarà però nel 900 che le prime avanguardie artistiche cominceranno a smantellare il perbenismo conservatore ed anche la comicità, l'umorismo, scoprono dimensioni nuove, surreali, di trasgressione linguistica e sintattica. Achille Campanile, vicino ai Futuristi, inventa dei veri e propri giochi di prestigio, fuochi d'artificio esilaranti e paradossali. La celebre pièce "Il dramma dell'incomunicabilità" raggiunge vertici di comicità irresistibile con il semplice utilizzo dei vari significati di una stessa parola. E infine il maestro della comicità moderna, Ettore Petrolini, giungerà a squassare tutte le regole della logica in un'esplosione di risate liberatorie, creando personaggi inverosimili e bislacchi. "Fortunello", che tanto piacque a Marinetti, nasce come personaggio dei fumetti; in Italia sulle pagine del Corriere dei Piccoli ma, prima ancora, negli Stati Uniti , alla fine dell '800, col nome di Happy Hooligan: Petrolini ne fece parodia della modernità, concentrato di illogicità delirante anticipando di decenni quella comicità che oggi definiamo "demenziale" nella quale, come in uno specchio, si riflette la realtà incomprensibile e caotica in cui ogni giorno siamo immersi come in una farsa surreale.

HOME PAGE

TORNA ALL' ELENCO