La BIBLIOTECA del TEMPO
(produzione 1996)

Area archeologica di Elea-Velia (foto: Teatrocontinuo)

E' una rappresentazione teatrale (che preferiamo chiamare evento culturale) appositamente ideata per spazi monumentali, per muoversi e creare un percorso di collegamento tra le linee immaginarie che attraversano gli spazi archeologici, con tutte le loro articolazioni e adiacenze, così da diventare il guanto che veste la mano della monumentalità.
Lo spettacolo è stato ispirato dall'area archeologica di Elea-Velia in provincia di Salerno, dalla quale ha ereditato il nome, e cerca di ripercorrere i solchi lasciati dai tre grandi libri dell'umanità dell'Occidente:
La Bibbia, Odissea e La Divina Commedia. Lungo questo percorso vengono messe in campo successivamente teatralità diverse: relazioni di coralità (dal Coro al Ditirambo) per descrivere le vicende dei primi uomini; relazioni nel piccolo gruppo al rapporto a due per raccontare gli incontri di Odisseo; fino al monologo, o alla solitudine, per descrivere il rapporto dell'uomo con il soprannaturale.Il materiale letterario di riferimento, oltre ad alcune brevi citazioni d'obbligo ai tre grandi libri, si basa sull'antologia "Del Magico Mondo" curata da Luigi Lamannis per le Edizioni Ninfee, che raccoglie testi, quasi una "Al-chimie", che vanno dall'antichità ai giorni nostri.

L'INCONTRO CON VELIA

Quando nel 1995 ho visitato Velia per la prima volta mi sono trovato ad esclamare: "...ma questa è la biblioteca del tempo!", o meglio la biblioteca dei tre grandi libri dell'umanità ("La Bibbia", "Odissea" e "La Divina Commedia") che hanno fornito le "visioni del mondo" delle tre grandi ere dell'uomo. Con le sue stratificazioni archeologiche che comprimono in una fessura 1700 anni di storia, Velia, per me, significava questi tre grandi libri: abbiamo cercato di riempire questo spazio vuoto, ma denso di storia, col sibilo del serpente tentatore insieme all'urlo di Caino, con lo scroscio del diluvio, il Caos di Babele e l'ira di Mosè che infrange le tavole della legge. Potrebbero echeggiare le profezie di Tiresia e le formule magiche di Circe, il canto delle Sirene, gli sbuffi ventosi di Eolo o la maledizione di Polifemo.
Dante potrebbe gridare di "santi" e di "dannati" dall'alto di qualche torre o salmodiare nell'oscuro di piccole stanze nascoste.....
Ma queste sono solo suggestioni cui lo spettacolo ha provato a dare forma.

 

SUGGESTIONI PER LO SPETTATORE

Dal 1300 ad oggi sono stati scritti molti libri, tutti contributi o specificazioni dei tre citati. Quelli che non sono riconducibili a loro stanno probabilmente definendo, malgrado sé, i contorni del Quarto Grande Libro del quale, dopo 700 anni, è naturale aspettarsi l'avvento, con una visione del mondo valida per i tempi a venire.
Lo spettacolo diventa così un invito metaforico, per chi questo libro l'abbia nel cassetto, a tirarlo fuori, perché se ne ha proprio bisogno, a meno di non essere così ciechi da averlo già visto o addirittura letto senza essersene accorti.

Nin