VIAGGIO all'INFERNO
(Produzione 1995)

MATERIALE LETTERARIO:
INFERNO (Divina Commedia): Canti I, III, XI, V, X, XII, XV, XXVI e XXXIII.
DUECENTISTI ITALIANI: Francesco e Chiara d'Assisi, Jacopone da Todi,
Andrea Cappellano, Federico II, Rinaldo di Aquino, Compiuta Donzella,
Giovanni Morelli, Caterina da Siena, Marco Polo, Cecco Angiolieri,
oltre a Dante, Petrarca e Boccaccio, Cielo d'Alcamo, Matazone da Caligano,
Ruggeri Apugliese e anonimi del XIII Secolo.

IN SCENA TEATROCONTINUO:
Luciana Roma, Giorgio Dalceggio,
Iudit Gabriel, Erica Taffara, Laura Santini, Gianni Bozza, Mino Baccarin


DRAMMATURGIA E REGIA:
di Nin Scolari

Al di là della suggestione e del fatto che il poema può essere continuamente distillato per esprimere significati sempre nuovi, il motivo vero di questa scelta sta nel credere che la Commedia rappresenti il terzo dei tre grandi libri dell'umanità, in cui si condensa la nostra attuale visione del mondo. Sono i grandi ritratti dell'Inferno, a ciascuno dei quali Dante dedica quasi un intero Canto; e che forse non a caso sono: i lussuriosi, gli eretici, i suicidi, i sodomiti, i mali consiglieri e i traditori. Con la logica della concomitanza, si dovrebbe credere che questi siano i grandi peccati anche dell'oggi; mentre con la logica del contrappasso verrebbe da esclamare: "Magari potessimo essere ancora peccatori di quei peccati!" Ed è come se il concetto di "peccato" fosse diventato confuso nel senso che si rispettano regole socio-religiose senza sentirsi "buoni" e si trasgrediscono, con naturalezza, senza sentirsi "cattivi".
Lo spettacolo si compone di tre momenti:

il Volume della Porta

Che cosa era il pensiero medioevale prima che venisse così mirabilmente codificato da Dante, quali strani fermenti si agitavano in questa frattura che collega il morente mondo classico alla nuova visione? In questo modo la "Porta" non viene considerata come una superficie di separazione fra due luoghi, bensì, come un "Volume" di collegamento e interscambio fra due entità diverse, che presenta caratteristiche proprie, come le acque salmastre dove vivono specie animali e vegetali diverse da quelle dei fiumi e del mare. Il materiale letterario è dato da Autori del `200 e del `300 che stanno alla base della nostra lingua.

tra il Segreto e il Baratto

Si affrontano qui due categorie teatrali molto precise: quella del teatro "al chiuso" (segreto), fatto per gli spettatori che scelgono di andare a teatro e quella del teatro "aperto", dove si scambiano esperienze (il baratto) con persone che non hanno scelto di andarvi, cui il teatro va incontro. Queste due categorie corrispondono probabilmente alla differenze tra "Teatro Sacro", che si attua nei luoghi del culto, e "Teatro Profano", che serpeggia e si insinua fra le attività della vita quotidiana. Stare tra il "segreto" e il "baratto" significa anche cercare ciò che unisce la sacralità del rito al gioco scanzonato. Il tessuto drammaturgico si sviluppa in relazione ai tre canti descrittivi dell'Inferno, con i temi della Selva delle Fiere dell'Incontro (Canto I), della Porta, degli Ignavi e del Traghettatore (Canto III), e infine con la descrizione del cono rovesciato dell'Inferno dentro la Città di Dite (Canto XI)

attraverso il Crepuscolo

Si giunge alla fine al più suggestivo dei viaggi, quello che ha portato Dante (e anche Orfeo, Ulisse, Enea, Faust), nel regno dell'aldilà. Ma sarà un viaggio soprattutto per lo spettatore, che non sarà seduto a guardare una scena illusoria: viaggerà, anche lui, attivando con i suoi spostamenti le diverse situazioni teatrali come nei "misteri" medioevali. Attraversare il crepuscolo significa passare dal giorno alla notte, dalla luce al buio, passare da ciò che è certo in quanto illuminato dalla calda luce del sole, a ciò che è nascosto, sepolto in profondità, o bagnato dalla fredda e magica luce della luna. Significa anche passare dal dentro al fuori, dall'alto al basso, dal pieno al vuoto, dalla veglia al sonno o dalla vita alla morte. Il supporto letterario è fornito dai canti dell'Inferno nei quali Dante ritrae sei grandi personaggi che sono: Francesca da Rimini, Farinata degli Uberti, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, Ulisse e Ugolino della Gherardesca, rispettivamente: Lussuriosi, Eretici, Suicidi, Sodomiti, Mali Consiglieri e Traditori.