(di Francesco Ravello)
Due sono i motivi che conferiscono particolare importanza agli avvistamenti ufologici effetuati dai piloti delle navicelle spaziali:
1) il carattere del tutto eccezionale che
assumono queste testimonianze, data l'altissima qualificazione
dei protagonisti, che sono senza eccezione piloti di grande
esperienza, tecnici o scienziati di sicuro valore, persone
dall'equilibrio e dalla saldezza di nervi a tutta prova;
2) la conferma, derivante dall'avvistamento di UFO anche nello
spazio esterno all'atmosfera terrestre, che il fenomeno non è
legato esclusivamente all'ambiente vicino al nostro pianeta.
Questo non significa che i dischi volanti
necessariamente abbiano origine interplanetaria: indica soltanto
che il fenomeno sembra seguire l'uomo ovunque esso si spinga.
Dal volume Obiettivo sugli UFO, di G. de Turris e S. Fusco
(Edizioni Mediterranee, Roma), riportiamo una breve sintesi degli
eventi di magiore importanza.
Un prologo agli avvistamenti da parte degli astronauti è
costituito dagli strani incontri effettuati nell'alta atmosfera
dai piloti dell'aerorazzo sperimentale X-15, che servì a
sperimentare le prime tecnologie astronautiche. In due riprese,
il volo dell'X-15 venne seguito da formazioni di «oggetti
volanti non identificati».
La prima volta (30 aprile 1962) il pilota,
maggiore Joe Walker, non si accorse di nulla: ma l'inquietante
evento fu registrato dalla cinepresa di bordo, che rivelò la
presenza, a 75.000 metri di altezza, di sei UFO di forma
discoidale intenti a seguire il velivolo. Il film venne in
seguito mostrato alla stampa durante un congresso svoltosi a
Seattle l' 11 maggio 1962: inutilmente però i giornalisti
chiesero copie della pellicola. Il materiale è tuttora custodito
negli archivi dell'USAF.
Qualche tempo dopo, il 7 luglio, gli UFO vennero avvistati dal
maggiore Robert White (durante il volo con cui fu stabilito il
primato mondiale di quota) il quale segnalò via radio
l'incontro.
Secondo il Time del 22 luglio, il pilota avrebbe gridato: «C'è qualcosa qua sopra! . Un grosso oggetto sta
volando accanto a me a 3.500 chilometri l'ora... Mi ha superato». Non è noto se anche in tale occasione sia entrata in
azione la cinepresa automatica. Successivamente, I'USAF parlò di
«cristalli di ghiaccio» distaccatisi dall'aereo ed erroneamente
scambiati per corpi di maggiori dimensioni.
Per quel che riguarda i voli spaziali veri e propri, il primo
astronauta a segnalare «qualcosa di strano» al di là
dell'atmosfera fu John Glenn, pilota del primo volo orbitale
americano (20 febbraio 1962), che descrisse sciami di «lucciole
spa'ziali» intorno alla sua capsula. Le osservazioni di UFO
cominciarono, tuttavia, con i voli successivi.
24 maggio 1962.
Pilota: Scott Carpenter; capsula: Mercury
«Aurora 7»; quote orbitali: km 1250/150.
Durante la sesta orbita avvista e fotografa diversi corpi
sconosciuti, dei quali non sa indicare le dimensioni.
16 maggio 1963.
Pilota: L. Gordon Cooper; capsula: Mercury
«Faith 7»; quote orbitali: km 270/160.
Durante la quindicesima orbita vede avvicinarsi «un oggetto
verdastro luminescente, seguito da una coda rosso-arancione, in
moto da Est verso Ovest». A Terra il radar della stazione di
avvistamento di Muchea, che segue il volo di Cooper, inquadra
anch'esso l'oggetto, stimandone la quota a circa 150 km.
8 aprile 1964.
Capsula senza ' equipaggio Gemini 1; quote
orbitali: km 330/160.
Subito dopo l'equilibramento in orbita, la capsula viene
avvicinata da quattro oggetti sconosciuti che, come rivelano i
radar delle stazioni terrestri, la seguono per tutto il suo primo
giro intorno al nostro pianeta. Quindi scattano via
all'improvviso e scompaiono nello spazio. LA NASA in un primo
momento spiegò trattarsi delle parti strutturali del secondo
stadio del vettore (un missile Titan), separatesi dalla capsula
stessa. Questa spiegazione venne tuttavia smentita quando si
apprese che il piano di volo non prevedeva tale separazione, e
che in effetti il secondo stadio del vettore e la capsula erano
rimasti congiunti fin quando non si disintegrarono precipitando
insieme nell'atmosfera. La NASA non emise altri comunicati.
4 giugno 1965.
Piloti: James McDivitt e Edward F. White;
capsula: Gemini 4; quote orbitali: km 280/160
Sopra le Hawaii, McDivitt avvista un «singolare oggetto
cilindrico, con delle sporgenze simili a braccai», e lo riprende
con la cinepresa di bordo. Calcola la distanza a circa 15
chilometri, e parla di «dimensioni notevoli».
L'oggetto scompare alla vista quando il Sole va a battere
direttamente sul vetro della capsula. In seguito, sulle coste
cinesi, viene fotografata una luce chiara simile ad una grande
stella, in movimento ad una quota superiore. Per il primo
avvistamento, la NASA parlò del satellite Pegasus-B destinato
allo studio delle micrometeoriti; ma, fatti i conti, si scopri
che esso doveva trovarsi a oltre 1800 chilometri dalla Gemini, e
di conseguenza risultare invisibile. Del secondo avvistamento non
si disse nulla: tuttavia, cosa singolare, di quest'ultimo venne
fatta conoscere la documentazione fotografica mentre, al
contrario, le immagini relative al primo «caso» non furono rese
note. Anche la Commissione Condon è stata costretta a siglare
come «unknown» l'oggetto osservato da McDivitt. C'è da
aggiungere, comunque, che al termine del volo l'agenzia United
Press divulgò la seguente dichiarazione di un portavoce
dell'ente nazionale americano: «Un accurato esame delle foto
scattate da McDivitt dimostra che il veicolo avvistato non ha
alcuna analogia con un satellite artificiale».
4 dicembre 1965..
Piloti: Frank Borman e James Lovell; capsula:
Gemini 7; quote orbitali: km 330/160.
Durante la seconda orbita Borman segnala un oggetto luminoso
davanti alla capsula, che non può essere il razzo vettore, in
quanto anche quest'ultimo risulta visibile attraverso l'oblò.
Più tardi vengono fotografate strane luminosità azzurrognole,
munite di appendici vaporose, che passano sotto la Gemini. Per il
primo avvistamento, la NASA parla di un ignoto frammento di
vettore in orbita, forse i resti di un Titan ma il NORAD (l'ente
cÌe segue le rotte di ogni satellite) dichiara: «E' impossibile che resti di un Titan o di
qualsiasi altro missile si possano trovare in quella posizione». Per il secondo avvistamento si parlò di fulmini
globulari nell'alta atmosfera.
20 luglio 1966.
Piloti: Mike Collins e John Young; capsula:
Gemini 1.0; quote orbitali: km 763/257.
Alle 7,20 del mattino la Radio Svizzera trasmette la seguente
notizia: «Mai astronauti sono stati
tanto taciturni come Mike Collins e John Young. Li si è
addirittura obbligati a parlare. Collins ha alla fine dichiarato
che avevano visto un oggetto tanto grande e lucente da poter
addirittura essere scambiato per un pianeta».
12 settembre 1966.
Piloti: Charles Conrad e Richard F. Gordon;
capsula: Gemini 11; quote orbitali: km 370/185.
Sull'Atlantico meridionale Conrad fotografa «un globo di luce
giallo arancione, molto brillante». Secondo il San. José
Mercury News, al ritorno Gordon dichiara:
«Lo vedemmo dall'oblò di sinistra mentre ci superava. Sembrava
proprio un mezzo spaziale (...) Scattammo in fretta qualche foto.
era giallo-arancione, doveva essere metallico per avere simili
riflessi».
La NASA parlò del satellite sovietico Proton ITI: ma i dati
dell'orbita, ancora una volta, non coincidevano con quelli reali,
ed inoltre i satelliti del tipo Proton hanno forma di un cilindro
appiattito, mentre l'oggetto fotografato da Conrad appare simile
ad una sfera leggermente schiacciata e circondata da un anello.
Dicembre 1968.
Piloti: Frank Borman, James Lovell e William
Anders; capsula: Apollo 8; missione circumlunare.
Ecco ciò che accadde alla missione del comandante Borman,
secondo quanto rivelato dal settimanale americano National
Examiner e dallo scrittore svedese Gòsta Rehn nel suo libro
Telefaten àr hàr! (Gòteborg-Malinò,1973), a quanto consta,
mai smentiti. Durante la rotta verso il nostro satellite
l'equipaggio dell'Apollo 8 nota un oggetto discoidale che assume
una rotta parallela a quella della capsula. Gli strumenti di
bordo cessano di funzionare. Un forte senso di stordimento ed
acuti dolori alle orecchie vengono provati dagli astronauti, che
però correggono la rotta dell'Apollo.
L'UFO si allontana velocemente e a bordo gli strumenti
ricominciano a funzionare. I contatti a Terra, con Houston,
interrotti a causa delle interferenze, sono ripresi. Ma
l'avventura non è ancora finita. Entrati in orbita lunare, si
presenta un altro UFO, enorme, che emana una luce purpurea:
all'apparizione seguono ondate di calore, ronzii insopportabili,
e le apparecchiature si bloccano di nuovo.
Borman, Lovell e Anders sono colti da emicrania, difficoltà di
respirazione, tremori alle mani, «vuoti di memoria». Il tutto
dura una decina di minuti, mentre a Houston i tecnici Russel
Hoicombe e Scott Harnister stabiliscono che l'Apollo si é
allontanato dalla rotta stabilita che non potrà essere diretto
nuovamente verso la Terra. I tre astronauti escono dalla.
situazione critica per la loro presenza di spirito, facendo
ricorso ai comandi manuali. La missione può essere così portata
felicemente a termine.
Al loro ritorno la NASA fa riferimento ai disturbi
dell'equipaggio dell'Apollo 8 (il primo ad aver affettuato un
viaggio così lungo e ad aver circumnavigato il nostro
satellite), ma le vere cause di essi secondo il National Examiner
e Gosta Rehn, sono taciute per il timore di far sorgere il
panico.
Novembre 1969.
Piloti: Charles Conrad, Richard Gordon e Alan
Bean; capsula: Apollo 12; volo e discesa sulla Luna.
Durante il volo di trasferimento verso il nostro satellite, il 15
novembre alle ore 14,18 il comandante Conrad riferisce a Houston: «Da ieri siamo accompagnati da un curioso oggetto
che vediamo dagli oblò quando l'angolo di rotazione è di 35,
gradi. Che cosa potrebbe essere?»
Nessuno dei membri dell'equipaggio fu in grado di riconoscere
l'oggetto, che sembrava animato da un moto rotatorio. Il fatto
venne confermato da dottor Glenn Seaborg, Premio Nobel e
presidente della Commissione per l'energia Atomica, il quale ne
parlò sulla rivista Valeurs Actuelle del dicembre 1969. Ma anche
per questa missione lunare si dovettero registrare altri
imprevisti. Lo studioso tedesco Adolf Scheneider, nel suo libro Besucher aus dem All,
afferma che gli astronauti incontrarono gli altri corpi spaziali
sulla rotta dell'Apollo 12 e che così li descrissero a Houston:
«L'oggetto è luminosissimo, ha una
rotazione al secondo... o una e mezzo... o, almeno, scintilla in
quel lasso di tempo. L'altro si allontana a grande velocità». Cosi' prosegue poi Schneider:
«Quando gli astronauti arrivarono sulla Luna udirono, come i
tecnici di Houston, rumori strani: specie di pigolii, fischi,
parole incomprensibili. Ed un terzo bizarro avvenimento si ebbe
durante il ritorno sulla Terra: l'equipaggio vide sull'India un
oggetto rosso, brillante, che scomparve di . colpo. Ecco la
comunicazione dell'Apollo 12:
"Adesso è al centro del globo
terrestre, è davvero luminosissimo, sembra avere uno spessore
considerevole, è accecante. Non possiamo immaginare che cosa
sia... è grande almeno quanto Venere".
Sviluppati i film ripresi sulla Luna, si notò una specie di
alone argenteo lucente che, in apparenza, seguiva Conrad.
«Un funzionario della CIA», afferma
sempre Schneider, «dichiarò che l'organizz'azione era in
possesso di numerose prove circa l'esistenza degli UFO ed il loro
controllo da parte di esseri intelligenti».
Testimonianze dirette
Più volte gli astronauti (molti dei quali sono rimasti fortemente impressionati dall'incontro con gli UFO) hanno parlato in pubblico o rilasciato dichiarazioni . sulle, loro esperienze. Ne raccogliamo una serie delle più significative.
Maggiore Gordon Cooper
Uno degli astronauti della capsula Mercury, e ultimo americano a
volare nell.o spazio da solo.
Il 15 maggio 1963 salì nello spazio nella Mercury per effettuare
un viaggio di 22 orbite intorno al mondo. Durante l'orbita
finale, avvisò la stazione di Muchea (vicino Perth in Australia)
che stava vedendo un oggetto luminoso, grigiastro, di fronte a
lui che si avvicinava velocemente alla sua capsula. L'UFO era
solido e reale, tant'è che era stato rilevato anche dal radar
della stazione di Muchea.
L'avvistamento di Cooper fu riportato dal circuito televisivo
nazionale, che seguiva il volo passo passo; ma quando
l'astronauta atterrò, ai giornalisti fu detto che non sarebbe
stato permesso fare domande circa l'avvistamento.
Il Maggiore Cooper credeva fortemente negli UFO. Dieci anni
prima, nel J951 aveva avvistato una formazione di oggetti volanti
sconosciuti, mentre sorvolava la Germania Ovest a bordo di un
F-86. Gli oggetti erano metallici, a forma di disco e volavano ad
una considerevole altitudine.
Il maggiore Cooper rilasciò una testimonianza di fronte alle
Nazioni Unite: "Io credo che
questi veicoli extra terrestri ed i loro equipaggi stiano
visitando il nostro pianeta e provengano da altri pianeti...
Molti miei colleghi astronauti sono riluttanti a parlare di
UFO... Io ho avuto l'occasione nel 1951 di poterne osservare
molti, in due giorni diversi; erano di dimensioni differenti,
volavano in formazione da combattimento, da est verso l'ovest
d'Europa".
E secondo un' intervista registrata fatta da J.L.Ferrando, il
maggiore Cooper affermò:
"Per molti anni ho vissuto con un
segreto, imposto a me come a tutti gli astronauti. Posso ora
rivelare che ogni giorno negli Stati Uniti i nostri strumenti
radar intercettano oggetti di forme e composizioni a noi
sconosciute. E ci sono migliaia di rapporti di testimoni ed una
gran quantità di documenti che lo provano, ma nessuno vuole
renderli pubblici".
Perché? gli ha chiesto l'intervistatore.
"Perché le autorità hanno paura che la gente possa pensare
agli UFO come a invasori ostili. Perciò la parola d'ordine è
ancora: dobbiamo evitare il panico a tutti i costi".
. "Inoltre", ha aggiunto Cooper,
"sono stato testimone di un fenomeno straordinario, qui sul
pianeta Terra. E' accaduto qualche mese fa in Florida. Ho visto
con i miei occhi una zona ben delineata di terreno che si stava
consumando con delle fiamme, con quattro solchi sulla sinistra
lasciati da un oggetto volante che era sceso nel centro del
campo. I piloti avevano lasciato il veicolo (c'erano altre tracce
che lo provavano). Sembrava avessero studiato la topografia del
luogo, avevano raccolto campioni di terreno e poi, probabilmente,
erano tornati da dove erano venuti, scomparendo ad una velocità
incredibile... Casualmente ho poi scoperto che le autorità
avevano fatto di tutto perché questo avvenimento non fosse
portato a conoscenza della stampa e della televisione, per paura
di una reazione di panico da parte del pubblico".
James Lovell e Frank Borman
Nel dicembre del 1965, gli astronauti della navicella Gemini
Lovell e Borman videro degli UFO durante la loro seconda orbita
di quel volo che durò 14 giorni. Borman raccontò che vide una
navicella non identificata a poca distanza dalla capsula. La
torre di controllo di Cape Kennedy gli disse che stava vedendo la
parte finale della loro navicella. Borman confermò che quello
che stava osservando era sicuramente qualcosa di completamente
diverso dalla loro navicella.
Ecco il dialogo svoltosi fra Gemini 7 e la base:
Lovell: Un oggetto vola alto sopra di noi, ad ore 10.00!
Capcom: Qui è Houston. Ripeti ancora, 7 !
Lovell: Ho detto che c'è un oggetto che vola alto, ad ore 10.00!
Capcom: Gemini 7, è veramente un avvistamento?
Lovell: Si é vero. Siamo testimoni di numerosi avvistamenti in
questo momento.
Capcom: ...potete stimare la distanza o la grandezza?
Loveli: Gli UFO sono sulla nostra traiettoria...
Neil Armstrong e Edwin "Buzz" Aldrin .
Secondo l'astronauta della NASA Neil Armstrong (il primo uomo a metter piede sulla Luna), gli alieni hanno una base sul nostro satellite e ci dicono, in termini piuttosto decisi, di stare alla larga dalla Luna. A quanto dicono i rapporti finora noti, sia Neil Armstrong che Edwi.n Aldrin videro degli UFO dopo il famoso atterraggio sulla Luna dall'Apollo 11 il 21 luglio 1969. Uno degli astronauti riferì di aver visto una "luce" sopra e dentro un cratere durante la ripresa televisiva, seguita da una richiesta di maggiori informazioni da parte del controllo missione. Ecco il dialogo che si sarebbe svolto fra Luna e Terra:
NASA: Che cosa c'è? Controllo missione chiama
Apollo 11...
Apollo 11: Quei "cosi" sono enormi, mio Dio! Enormi!
Oh, mio Dio, non ci credereste! Vi dico che stiamo vedendo altre
' navicelle qui fuori. Sono ferme sulbordo del cratere! Sono
sulla luna e ci stanno osservando!
Un professore, ha voluto rimanere anonimo, ha inviato alle
organizzazioni ufologiche il seguente resoconto di un dialogo da
lui avuto con Neil Armstrong durante un simposio della NASA:
Professore: Che cosa accadde veramente fuori dell'Apollo 11?
Armstrong: Una cosa incredibile, anche se noi abbiamo sempre
saputo di questa possibilità. Il fatto è che loro (gli Alieni)
ci hanno intimato di allontanarci! .
Professore: Che cosa vuole dire "intimato di
allontanarci"?
Armstrong: Non posso entrare nei dettagli, posso solamente dire
che le loro astronavi sono di gran lunga superiori alle nostre
sia per dimensioni che per tecnologia. Accipicchia se erano
grandi!... e minacciose!
Professore: Ma la NASA ha ugualmente inviato sulla Luna altre
missioni dopo l'Apollo 11... .
Armstrong: Naturalmente: la NASA le aveva già annunciate a quel
tempo, e non poteva rischiare il panico sulla Terra.
Secondo l'ufologo americano Vladimir Azhazha, "Neil
Armstrong disse al Controllo Missione che due enormi oggetti
sconosciuti stavano osservando lui ed Aldrin dopo l'atterraggio
sulla Luna. Ma questo messaggio non è mai stato ascoltato dal
pubblico, perché la NASA lo ha censurato."
Aleksandr Kasantesev afferma che Buzz Aldrin fece un film a
colori dell'UFO da dentro la navicella, e continuò a filmare
loro, Armstrong e lui stesso anche quando furono fuori. Armstrong
confermò che la storia era vera, ma rifiutò di dare ulteriori
dettagli, poi ammise che la CIA voleva nascondere l'accaduto.
Donald Slayton
Astronauta del progetto Mercury, rivelò in un'intervista che
aveva visto un UFO nel 1951:
"Stavo collaudando un caccia P-51
a Minneapolis quando scorsi quell'oggetto. Ero a circa 10.000
piedi di altezza in un pomeriggio di sole. Pensai che fosse un
nibbio, poi mi resi conto che nessun nibbio vola a quell'altezza.
Più mi avvicinavo, più l'oggetto mi appariva simile a un
pallone gonfiato, grigio e di circa un metro di diametro. Ma non
appena gli andai davanti la "cosa" non somigliò più a
un pallone.
Sembrava un disco volante.
Allo stesso tempo realizzai che l'oggetto stava improvvisamente
allontanandosi da me, ad una velocità di circa 450 chilometri
l'ora. Lo inseguii per un breve tratto, ma d'improvviso l'oggetto
virò a 45 gradi, accelerò e sparì".
Maggiore Robert White
Il 17 luglio 1962 White dichiarò di aver visto un. UFO durante
un volo ad un'altezza di 80 chilometri su un X-15. Così disse
alla base: "Non ho idea di che
cosa possa essere. E' di colore grigiastro ed è di circa 10-15
metri di lunghezza". Poi, secondo
un articolo del Time Magazine, il maggiore White esclamò alla
radio: "Ci sono cose quassù! E'
indubbio!" .
Il pilota della NASA Joseph A.Walker
L'11 maggio 1962 Walker dichiarò di aver avuto disposizione di
intercettare gli UFO eventualmente avvistati durante i voli sul
suo X-15. Aveva già filmato 5 o 6 UFO durante un volo
nell'aprile del 1962 ad un'altezza di 80 chilometri. Era la
seconda volta che filmava degli ÙFO in volo.
Durante una conferenza al Secondo Meeting Nazionale sugli usi
pacifici delle ricerche spaziali dichiarò: "Non
sono autorizzato a dire nulla. Tutto quello che so é ciò che
compare sul film che è stato sviluppato dopo il volo". Nessuno di questi film fino ad oggi è mai stato fatto
visionare al pubblico.
Comandante Eugene Cernan
Cernan è stato il comandante dell'Apollo 17. In un articolo del
Los Angeles Times del 1973 affermò quanto segue:
"Molte volte mi sono state poste
domande circa gli UFO. Ho già detto pubblicamente che sono
qualche altra cosa rispetto a noi, qualcosa che viene da un'altra
civiltà".
Scott Carpenter
"In qualsiasi momento, quando gli
astronauti sono nello spazio da soli, c'è una costante
sorveglianza da parte degli UFO".
Maurice Chatelain della NASA
Nel 1979 Maurice Chatelain, responsabilè del Sistema di
Comunicazioni della NASA confermò che Armstrong aveva veramente
detto di aver visto degli UFO sul bordo di quel cratere lunare.
Chatelain pensa che gli UFO possano provenire dal nostro stesso
sistema solare, in particolare da Titano. Ecco alcune sue
dichiarazioni:
"Gli incontri ravvicinati sono
eventi ben conosciuti alla NASA, ma nessun ne ha mai parlato fin
ad ora". . Tutti i voli Apollo e Gemini sono stati seguiti a
distanza, a volte anche abbastanza ravvicinata, da veicoli
spaziali di natura extraterrestre: da dischi volanti o da UFO, se
li volete chiamare con quel nome. Ogni volta che ciò si è
verificato, gli astronauti hanno informato la torre di controllo
che ha sempre ordinato il più assoluto silenzio".
"Credo che Walter Schirra a bordo del
Mercury 8 sia stato il primo degli astronauti ad usare il nome in
codice 'Santa Klaus' per indicare la presenza di dischi volanti
nei pressi della capsula spaziale. Per esempio James Lovell, a
bordo dell'Apollo 8, disse improvvisamente 'Vi informo che c'è Santa Klaus'.
Anche se ciò accadde il giorno di
Natale del 1968, molta gente ebbe la sensazione che c'era
dell'altro dietro le sue parole".
(Fonte: I Misteri n.13)