Albeggia e dopo poco la colazione atterriamo a Bangkok.
Nove ore e mezzo di volo. Veramente poco, sono le 7.15 ora locale. Ancora dentro l’aereoporto, in attesa di passare la dogana, cominciamo a vestirci adeguatamente, nel senso che rimango con jeans e magliettina bianca di cotone maniche corte.
Fuori, nonostante l’orario mattutino, fa già molto caldo, saranno 25 gradi; abbiamo lasciato Bolzano con –7.
Cominciamo l’avventura per arrivare a Hua Hin.
Di norma, per fare 250 KM, dall’aeroporto alla nostra destinazione balneare, vi sono i pulmini degli alberghi o le vetture private, che per la modica cifra di 2.400 bath = 120.000 lire, per due persone = 60.000 a testa, ti portano all’albergo di Hua Hin in 3 ore.
Considerandola un’esagerazione, in virtu’ del medio costo della vita in Thailandia, decidiamo di risparmiare, affidandoci, seppur limitatamente, ai trasporti locali.
Il risultato e’ che all’aeroporto, dopo diverse ricerche, prendiamo un pulmino shuttle, con aria condizionata, comodo e gradevole, che ci porta fino al ponte PINK LAO per 70 bath a testa = 3.500 lire.
Da qui un TAXI METER con 60 bath ci fa arrivare al terminal sud dei bus e quindi con pullman di linea, aria condizionata, in altre 3
ore a Hua Hin con 110 bath a testa.
Piccola curiosita’ economica: invece di spendere in due 2.400 bath = 120.000 lire, ce la siamo cavata con 470 bath = 23.500 lire, arrivando alle 12.30, ma divertendoci un mondo e partecipando alla vita quotidiana dei residenti. Ne valeva la pena.
Il Royal Garten Resort di Hua Hin è rimasto come me lo ricordavo.
Bello, pulito, con tanto verde. Una piscina molto grande, immersa in un giardino tropicale; bouganville, palme, frangipani, orchidee, creano dei giochi di luci ed ombre. Si sente parlare solo tedesco. Di italiani …solo noi due !
Al confine est dell’Hotel, una spiaggia grandissima ed altrettanto pulita, con una sabbia bianca e finissima.
Ci offrono il drink di benvenuto e ci permettono di riprendere fiato. Poi a cercare se sulla spiaggia c'e’ ancora il baracchino di legno dove 6 anni fa cucinavano un meraviglioso pesce alla thailandese.
C’e’ ed e’ rimasto uguale; non una tavola di legno in piu’ o un mattone messo a nuovo. L’unica aggiunta, i tavolini di legno con relativi ombrelloni piantati nella sabbia.
Gianna si accontenta di un paiolo di macedonia di frutta ed io, tanto per iniziare col piede giusto. mi pappo un tegame di Tom Yam Kung (una zuppa di pesce con gamberoni, funghi, pomodorini, cipollotti, citronella, tante verdure) piccante e buonissima.
Infine due granchioni al vapore con salsa chili a parte. La loro polpa e’ veramente squisita. Le pietanze le assaggia anche Gianna che pero’ si arrende presto allo zenzero del Tom Yam Kung.
Il caldo, ma non irresistibile, grazie ad una leggera brezzolina, ci fa scolare due birre Singha Big.
Per la cronaca e per ricordo: il tutto per 250 bath = 12.500 lire.
Ora sono le 16.30 e dopo il bagno in piscina andremo in paese. Avremmo voglia di dormire ma dobbiamo resistere fino a stasera, cosi’ domani prenderemo subito i ritmi del fuso orario thailandese, 6 ore in avanti.
Cena in una terrazza sul mare.
Hua Hin si e’ rinnovata moltissimo. E’ piena di negozi belli e tanti ristorantini. Molto pulita, molto turistica ma piacevole.
Di italiani, che notiamo, ci sono solo quattro ristoranti, dai quali, forse, ci terremo lontani.
Dicevo della cena. Speciale come sempre: zuppa di pesce con granchioni, gamberoni in salsa curry, riso bianco, riso con gamberi e uova, 3 coca cole, acqua minerale.
Poco meno di 300 bath = 15.000 lire.
Unico neo, i moscerini, che pappano Gianna sulle gambe; una quindicina di punture che pero’ dopo 10 minuti scompaiono con lo stick apposito.
Dopo cena visita al mercato serale per locali. Paccottiglia e curiosita’, capi di abbigliamento, scarpe, borse, borsette, e tanta roba da mangiare, molto simpatico, ma crolliamo di stanchezza. A letto, facciamo in tempo a guardare il TG2 delle 14.00, qui sono le 20.15 e ci addormentiamo.