7 marzo 1999

Caro Pietro,

Oggi vorrei parlare un po' di musica. So che tu conosci la chiave di violino ed anche quella di basso. Sai leggere le note. Allora leggi qua:


 

 

Vedo che sei bravo. Sapresti anche dirmi come si chiama ed a cosa serve questo strumento? Il suo nome è formato da due parole messe assieme metro e nomo. Sono due parole che derivano dal greco antico. La prima la conosci, sai cos’è un metro. Serve a misurare. La seconda parola, nomo, è il nome che i greci davano ad un canto per onorare il dio Apollo, il dio della musica.Quindi metronomo vuol dire misuratore della musica, cioè misuratore del tempo. 

Chi ha inventato la musica? Forse è stato il vento, quando tira forte e fa frusciare gli alberi? O è stato il mare quando le onde battono sugli scogli? IL vento ha inventato la melodia, mentre le onde hanno inventato il ritmo. Naturalmente sai la differenza tra il ritmo.. ta, ta, ta, tata, ta … e la melodia.
 

Ma chi è stato il primo uomo a suonare? E con quale strumento? Il primo strumento forse è stato il tamburo, il tam tam.

Poi sono venuti gli strumenti a corda. Bastava prendere un ramo d’albero, piegarlo e tirare delle corde tra i rami. 

Ecco qua uno strumento a corda. Più la corda è tirata e più il suono è alto. Ma non tirare troppo perché la corda si può spezzare. 

 

Furono i greci a perfezionare gli strumenti a corda. La chiamarono lira (da non confondersi con le nostre monete).

Eccone qua una. Apollo che era un dio tra i tanti dei greci abitavano il loro paradiso che si chiamava Olimpo, veniva rappresentato con una lira in mano. 

 

Un giorno un pastore di nome Marsia con una canna inventò un flauto. Qualcosa del genere. E con questo nuovo strumento riusciva a fare belle melodie. Era così contento del flauto che pensò di sfidare Apollo. Lui con il flauto ed Apollo con la lira.Tutti gli dei dell’Olimpo facevano da giudici.Chi avesse vinto poteva fare tutto quello che voleva dell’altro. Alla fine dettero il premio ad Apollo. Chissà poi se era stato più bravo o perché era uno degli dei, mentre Marsia era solo un uomo. Apollo che era un po' geloso e che voleva che Marsia non suonasse più, lo scorticò, cioè gli tolse la pelle. Erano brutti tempi quelli là degli antichi greci. Cosa ne pensi? 

Fatto sta che per un po' i greci suonarono solo la lira e misero da parte il flauto. 


 

Ma la storia più bella all’epoca dei Greci è quella di Orfeo. Stai a sentire. Orfeo suonava la lira. E la suonava così ben che se andava in giro per la foresta, tutti gli animali rimanevano incantati e diventavano buoni. Anche i lupi ed i leoni. E seguivano Orfeo in corteo, lupi ed agnelli, leoni e gazzelle, tutti incantati dalla musica che Orfeo suonava con la sua lira. Ecco qua Orfeo che suona.

La lira aveva nove corde, perché nove erano le Muse, le dee dell’Olimpo che proteggevano le arti: la poesia, la musica, la pittura, eccetera. Magari delle Muse ne parliamo un’altra volta. 


 

Un giorno Orfeo s’imbarcò su una nave a remi con degli amici che vennero chiamati gli Argonauti. Andavano alla ricerca del Vello d’Oro, che sarebbe stata una miracolosa e ricchissima pelliccia d’agnello tutta d’oro. Ma anche di quest’avventura ne possiamo parlare un’altra volta.

Per andare là dove c’era il vello d’oro bisognava passare vicino a degli scogli dove c’erano le sirene. Le sirene sono metà pesci e metà donne. Sonno belle a vedersi, ma guai a fidarsi. Loro cantano ed il canto fa incantare i marinai che si buttano in mare per raggiungerle e muoiono annegati. Per fortuna sulla nave c’era Orfeo che si mise a suonare la sua lira. Ed il suono era così bello che incantò anche le sirene, che smisero di cantare per stare a sentire Orfeo. 

Orfeo tornato a casa sano e salvo, incontrò Euridice, una bella signorina, e la sposò. Tutto bene finché un giorno la povera Euridice venne morsa da un serpente e morì. 

Il povero Orfeo piangeva e si disperava. Con la sua lira suonava canzoni così tristi che tutti piangevano.

Orfeo decise di scendere all’Inferno. All’epoca dei greci antichi non c’era il paradiso e l’inferno, ma solo l’inferno. E tutti i morti andavano là. In paradiso, che allora si chiamava Olimpo, ci stavano solo gli dei e le dee (che sono gli dei femmina).


 

Non saprei dirti come fece, ma fatto sta che Orfeo si trovò là dove c’è una grande palude che va attraversata per entrare nell’Inferno. Per passare la palude lo si può fare solo passando sulla barca di Cheronte, un vecchio signore forzuto, che fa passare solo le anime dei morti. Siccome Orfeo era vivo, Caronte non lo faceva passare. Allora Orfeo prese la lira e si mise a suonare. Cheronte fu commosso dalla musica e lasciò passare Orfeo che voleva andare a prendere Euridice. 

Superata la palude però bisognava affrontare dei mostri che governavano all’inferno. Mica facile. Guarda qua che bestioni. Ma Orfeo suonò la sua lira ed anche i mostri si commossero. Per aver il permesso di portare via Euridice bisognava però rivolgersi a Proserpina, che era la dea a capo dell’Inferno.

All’inizio Proserpina disse che non era possibile, che mai nessuno avrebbe potuto tornare indietro dall’Inferno. Ma poi Orfeo suonò la sua lira e Proserpina si commosse.

Disse ad Orfeo che poteva riportare Euridice sulla terra, ma che avrebbe dovuto andare avanti lui, suonare la lira e mai voltarsi indietro a guardare se Euridice lo seguisse.

Orfeo così fece. Però, quando era quasi arrivato fuori dell’Inferno, pensò:


“Vuoi vedere che Proserpina m’ha fatto uno scherzo e che Euridice non mi segue? E così si voltò indietro a guardare. E quindi ruppe il patto che aveva fatto con Proserpina.
Euridice allora dovette tornare indietro e non uscì mai più dall’inferno.

Orfeo provò ancora a suonare la lira per farsi perdonare da Proserpina,.


Ma non ci fu niente da fare.
 

Chissà se questa storia ti farà amare di più la musica. Vuoi vedere che da grande diventerai un famoso suonatore di trombetta? 

Ciao da

Tuo nonno Lucio

Post scritto

Speriamo che tu non diventa un trombone.