1 maggio 1999
Cara Alessia,
E’ vero che il gelato al sole si scioglie. Ma se è messo
in una scatola coibente, può resistere.
Allora agli esami tu, se proprio vuoi vederti come un gelato, cerca
di corazzarti contro il sole. Scherma la tua paura con la preparazione.
Se come penso, tu studi, fai il tuo dove-re di scolara diligente e volonterosa,
non devi temere. La paura ti passerà anche se da-vanti avrai un
viso severo. Ma poi non è vero che i visi saranno severi. Non certo
in Italia.
Pensa invece ai poveri ragazzi in Giappone. Per loro gli esami sono
severissimi e se non li passano, tutta la loro vita cambierà. Non
potranno più studiare nelle scuole impor-tanti, non potranno andare
all'università. Laggiù c’è un eccesso di severità,
da noi il con-trario. Quindi, parola d’ordine: diligenza, studio, niente
paura.
Vedo che hai un papà di cui puoi andare orgogliosa. E’ proprio
perché ci sono uomini che aiutano gli altri senza che nessuno glie
lo ordini, che c’è ancora speranza che anche se ogni tanto nel mondo
appaiono di pazzi le cose alla fine si aggiustano. Tu dici che non
hai capito niente della guerra del Kosovo. Se la cosa ti può aiutare,
pensa che anch’io non ho capito niente, e neanche persone più addentro
alla politica di quanto non lo sia io.
Chissà se Milosevic quando da dell’Adolf Hilter a Clinton si
guarda allo specchio? E chissà se Clinton pensa ancora che la guerra
è stata un’idea se non giusta almeno effica-ce?
Se ti può consolare, il mondo ha visto più di una pazzia,
ma poi ne è uscito. Ne usci-rà anche stavolta. E poi ci sono
le persone di buona volontà come tuo padre, che aiutano a alleviare
i dolori.
La guerra è come un terremoto od inondazione. Tuttavia queste
sono tragedie spes-so inevitabili. La guerra no.
Ciao
zio Lucio
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