Chi fruisce di un’opera d’arte ne può derivare forme culturali
utilitaristiche. Ad es. un personaggio può diventare un tipo, una
situazione un
topos che può venir utilizzato per riassumere un certo tipo di sensazione.
Il
riferimento a personaggi e situazioni diventa un modo per esprimere in via
sintetica delle sensazioni. Una situazione può essere ‘kafkiana’, un
personaggio comportarsi come d’Artagnan. Così questa utilizzazione derivata
dell’opera d’arte alimenta la cultura ai livelli medio e basso, diventa
cultura di massa, integra il dizionario. Uno scrittore può lui stesso usare
riferimenti a personaggi e situazioni tipiche derivate da altre opere. Tuttavia
non è buon segno. Indica una certa voglia di fare in fretta.
I nuovi linguaggi come cinema, TV e fumetti sviluppano loro modi di
espressione, loro tipologie di linguaggio. Ad es. i fumetti hanno sviluppato
convenzioni per definire situazioni, attraverso rumori, forma della nuvoletta,
ecc. Sono anche questi degli stilemi.
Tuttavia in un’opera d’arte uno
stilema può essere lo strumento per attivare tutta una serie di riflessioni e
di immagini. Ad es., Manzoni nel raccontare la storia della Monaca di Monza, dopo
aver descritto l’approccio di Egisto dal cortile verso la finestra cui lei era
affacciata termina con lo stilema lapidario: La sventurata rispose.
Questa piccola frase nasconde tutta una serie di avvenimenti e situazioni
successive che il lettore è indotto ad immaginare.
Simboli e stilemi dei
linguaggi di massa sono più semplici, meno ambigui e meno portatori di
emozioni.