Nel libro ci si preoccupa del percorso che nello sviluppo dell’individuo viene fatto nell’approccio alla conoscenza (del mondo esterno?).
Il grado finale di questo
sviluppo è quello che lui chiama trans-oggettuale.
Si parte dall’interesse per
ciò che sono le proprietà dell’oggetto (fase intra-oggettuale) e si
attribuisce ciò che avviene (incluse le trasformazione dell’oggetto) a queste
sue proprietà (una specie di animismo). Poi si passa alla fase inter-oggettuale, in cui si cominciano a spiegare i fatti attraverso la
relazione tra gli oggetti. Solo nella terza fase, trans-oggettuale, si fa uno sforzo di astrazione
e generalizzazione andando a cercare le strutture alla base delle
trasformazioni.
Per supportare questa idea dello sviluppo del processo psicogentico, Piaget esamina i casi della dinamica, della geometria, dell’algebra e della fisica. E trova che sia nello sviluppo storico che in quello psicogentico sempre si passa attraverso le tre fasi.
Nella dinamica, la prima fase è quella di Aristotele che per spiegare il moto dei corpi si rifà a all’esistenza di forze interne e forze esterne. Le forze interne sono quelle per cui un corpo ha un suo posto necessario dove finirà per andare. Se è pesante cade al centro del mondo, se è leggero sale. Quindi il moto naturale è un attributo dell’oggetto (fase intra-oggettuale). Successivamente si passerà per una fase in cui si distingue tra forza esterna ed uno slancio od impeto interno (fase di relazione tra gli oggetti). In questa fase per spiegare perché se una pallina urta un piolo fisso dietro il quale è una pallina uguale, la prima si ferma e la seconda parte, si dirà che la seconda pallina ha preso slancio per imitazione della prima e la prima l’ha perso per la resistenza del piolo. Quindi si danno spiegazioni attraverso il rapporto tra le cose. Nella terza fase si passa a togliere proprietà al corpo, che non siano quelle della sua inerzia, costruendo una relazione generale tra la forza, l’accelerazione che essa imprime al corpo, attraverso una legge generale (Newton). E’ quindi una relazione strutturale che vale per tutti i corpi. Queste fasi sono rintracciabili nella storia dell’impeto in fisica, ma anche nello sviluppo della conoscenza nel bambino.
Nel caso della storia della geometria si passa da una geometria intra-figurale (Euclide) in cui si considerano solo le proprietà di una data figura, alla fase inter-figurale (Cartesio, geometria analitica, Poncelet, geometria proiettiva) in cui si riesce a trasformare una figura in un’altra - attraverso le relazione algebriche e le trasformazioni proiettive - ad una fase trans-figurale (Klein) in cui, con l’introduzione dei gruppi si fa un processo di astrazione per cui le varie geometrie derivano da gruppi di trasformazioni.
Quello che è importante notare è che la lentezza con cui nella storia della
scienza si è passati dalla prima fase alle altre è dovuta non tanto a mancanza
di metodologia appropriata, ma al blocco esercitato da pseudo-necessità. Es.: la
sfera è un corpo perfetto, il movimento circolare è perfetto, una cosa è
così perché così deve essere necessariamente.
Questo atteggiamento di pseudo-necessità lo si vede anche nella prima fase attraversata dai bambini
nella psicogenesi.