Il campo magnetico non sarebbe altro che la presenza di fotoni che riempiono quasi tutto lo spazio e le onde del campo oscillazione nei fotoni esistenti?
Così, per capire, mi è venuto l’idea di uno spazio pieno di sferette. Se una sferetta sbatte contro le altre, che cosa succede? Nel giochino con la fila di sferette appese ad un filo ed allineate si sa che la fila rimane ferma e che solo l’ultima balza in avanti. Vi è quindi uno scambio tra la sferetta incidente e quella che ha preso il suo impeto.
E’ una rappresentazione metaforica di un campo e dell’effetto di azione a distanza? In effetti la fila delle sfere può essere lunghissima, le colpisci ad un’estremità e dopo un pò (velocità del campo?) ecco che l’ultima della fila balza in avanti.
E se fosse uno spazio pieno di sferette tutte uguali
(indistinguibili una dalle altre)?
Se l’urto è perfettamente in asse con i
punti di contatto delle sfere solo l’ultima sferetta lungo quell’asse verrà
rimbalzata avanti. E’ come se la sferetta incidente avesse attraversato tutto
lo spazio solidamente occupato per poi uscirne fuori intatta. Ma in realtà la
sferetta incidente si è fermata e l’ultima ha preso il rimbalzo.
Ma se l’urto
è disassato? Forse si vedrebbe una specie di propagazione ad onda con più di
una sferetta al limite del solido di sfere eccitate e balzare in fuori. Questa
metafora è più facile da investigare. Che possa servire a qualcosa?
Keplero pensava ad un’armonia del movimento dei satelliti e che dal rapporto delle loro velocità in orbita derivasse il fatto che noi apprezziamo come armonici solo certi rapporti di suoni (accordo di terza, ecc.). In effetti, pare che nel calcolare alcuni dei rapporti di dette velocità Keplero trovasse proprio dei rapporti uguali (con che precisione?) a quelli delle frequenze dei suoni che producono gli accordi armonici. Pitagora non avrebbe sognato invano che il mondo è fatto di numeri!
Allora, se lo spazio è, ad es., tutto pieno di fotoni ‘fermi’ e un campo magnetico anche piccolo prodotto dal movimento di un pianeta, interagisce con quei fotoni, perché l’influenza non dovrebbe arrivare anche a noi, subire noi l’influsso stellare? Se il campo è molto piccolo, ma la sua azione è prolungata nel tempo, non potrebbe avere effetti?