W.
Buckley, Sociology and Modern systems theory
E. Durkeim, Les regles de la methode sociologique,
M.
Crozier - E. Friedberg, L'acteur et le système
James N. Rosenau, Turbulence in world politics,
In un sistema meccanico (semplicità organizzata) gli elementi scambiano energia. In un sistema organico (completamente organizzato) gli elementi scambiano informazione e l'informazione ricevuta fa liberare energia (comportamenti) interna agli elementi.
In una macchina gli accoppiamenti meccanici non solo scambiano forze
(energia), ma anche informazioni . Tuttavia ad ogni informazione corrisponde una
ed una sola azione.
à
se si sostituisce nello sterzo alla barra l'elettronica ed il filo, quando da
una ruota arriva l'informazione di girare a destra l'altra deve avere un solo
conseguente comportamento.
à
cosa succede in un sistema meccanico se si sostituisce la possibilità
che ad ogni informazione un elemento possa reagire scegliendo tra
comportamenti diversi?
Come sceglie l'elemento tra le alternative?
Per fare scienza sociale occorre poter classificare dei tipi sociali. Per gli storici le società costituiscono tante individualità eterogenee, incomparabili. Per i filosofi, i gruppi particolari (tribù, nazioni), sono contingenti. L'unica realtà è l'umanità dai cui attributi generali nasce evoluzione sociale.
Non basta fare monografie delle varie società e compararle. Occorre definire dei tipi elementari di società su cui costruire poi casi complessi.
Morfologia sociale.
L'orda è tipo primitivo: è composta da individui senza altri aggregati
sociali. Quando essa diventa segmento sociale è un clan.
Società polisegmentari semplici. Società polisegmentari composite e
doppiamente composite (es tribù).
Organizzazione come universo di conflitto tra i suoi membri ognuno dei quali vede una gerarchia diversa di obiettivi dell'organizzazione (il suo in testa) ed attiva due strategie: una strategia offensiva per ottenere il massimo di benefici dai margini che l'organizzazione gli lascia; una strategia difensiva per difendere i suoi margini di libertà.
Confronto con una mia idea su
competizione/cooperazione:
finché l'organizzazione esiste ed è stabile i membri competono (la
struttura ha slacks disponibile).
Quando l'organizzazione ha saturato gli
slacks i membri cooperano a cambiarla.
Teoria strutturale - funzionale dell'organizzazione (Parson). Le organizzazioni si fanno attraverso l'integrazione normativa dell'azione e il concetto dei ruoli (insieme dei ruoli ed integrazione normativa dell'azione per svolgere il proprio ruolo). Tuttavia la libertà degli attori è proprio di sfuggire o modificare i ruoli assegnati loro ed il non completo rispetto delle norme (o di utilizzare il proprio ruolo come strumento per prevalere). Il conflitto dei ruoli è visto come patologico nella teoria strutturale funzionale. Invece è un dato normale della continua lotta tra gli attori.
Secondo Luhman l'organizzazione sociale si genera per la funzione di
semplificare la complessità del mondo. Ogni struttura definisce un ruolo minimo
dei membri che è quanto serve per mantenere insieme l'organizzazione (ruolo
accettato liberamente da tutti perché ne assicura la sopravvivenza) . Quindi:
l'organizzazione non sarebbe un costrutto umano, ma una specie di fatto
di natura.
Riflessione: anch'io penso che vi sia una
specie di legge generale della complessità (impachettamento delle conoscenze già
acquisite in formule che ne semplificano l'uso) che rende gestibile la
complessità crescente.
L'attore in una organizzazione è come se partecipasse ad un gioco. Vi
sono limiti e regole del gioco, che tuttavia possono essere
cambiate. L'attore è libero di giocare come vuole, ma deve stare attento a
sopravvivere.
Vi sono tipi di organizzazioni determinati o
dalla tecnologia (es. produzione di massa à
organizzazione meccanicistica) o dalla situazione ambientale o da altre
variabili?
Crozier lo esclude.
Esiste un adattamento dell'organizzazione
all'ambiente nel senso che sopravvivono quelle più adatte
perché hanno maggiore efficienza?
Anche qui, no. Es.. vi sono aziende meno efficienti che sopravvivono.
Mie idee: ogni struttura resiste alla
variazione ambientale fino a che ha slacks da giocare. Poi si cambia
struttura (equilibrio punteggiato) à
non è proprio la stessa cosa che l'adattamento. Tuttavia si assume che
ad un certo punto la struttura debba cambiare (a salti).
Casualità lineare e causalità sistemica (interazione tra cause ed effetti). Vi è una logica (coerenza) sistemica.
Nell'esaminare un'organizzazione vi sono due punti di vista che si integrano:
I due punti di vista possono integrarsi nel concetto di gioco: il gioco mette in luce libertà e strategie dell'attore, ma anche i vincoli e le regole, nonché lo sviluppo sistemico del gioco (il risultato) (es. un crimine: può essere esaminato partendo dal nostro e dai suoi rapporti con i veri attori e/o dal contesto generale da cui emergono le motivazioni del delitto).
Un organizzazione è un sistema concreto d'azione: ci si può chiedere se - esaminando un dato caso - esso sia veramente un sistema concreto d'azione. Per farlo, vedere che gioco fanno gli attori, che strategia usare, se emergono vincoli d'insieme.
Mie considerazioni.
Problema: un'organizzazione è capace di affrontare e risolvere certi
problemi.
Domanda (per ambiente): quali sono le organizzazioni esistenti capaci di
affrontare certi problemi?
Oppure: dato un problema (una sfida) risolvere il problema vuol dire
creare (cercare se ne esiste già una) l'organizzazione che le risolve.
Non tutti i sistemi osservati sono un sistema
concreto d'azione (SCA). Ad es. un villaggio può essere visto come un sistema,
ma non è un SCA.
Gli SCA sono contingenti. Per lo stesso problema da risolvere si possono fare
organizzazioni/ strutture diverse.
Per ogni problema, anche - o sosprattutto - per quelli nuovi, si può scegliere
una soluzione SCA particolare (creatività). Gli SCA sono in ogni caso soluzioni
(costrutti) contingenti. Non sono naturali.
Mie idee.
Non c'è contraddizione con quello che dico io.
Per ogni problema vi è un
processo "costruttivo" che allo stesso tempo delimita il sistema
interessato all'azione, sceglie gli attori/ soluzione/ organizzazione.
Io non dico niente sulla forma organizzativa (salvo parlare di collaborazione
/competizione).
Io parlo di paradigmi a livello più generale: ogni sistema complesso tende a
seguire una certa dinamica (generazione/soluzione/impacchettamento).
Nel fare l'analisi di decisioni
prese per grandi cambiamenti si scopre che non ha senso parlare né di
una razionalità a priori né di una a posteriori, perché ciò
vorrebbe dire prescindere dal sistema in cui si svolge l'azione del decisore.
Occorre invece mettere assieme l'analisi dell'attore con quello del sistema
d'azione. Si scopre così nell'analisi di casi che ci sono più
razionalità conflittuali tra loro (le razionalità proprie di diversi attori)
che vi è resistenza del sistema che deve essere cambiata, che gli attori devono
decidere sequenzialmente (non è possibile una visone sinottica ,
d'insieme).
Mie osservazioni:
Nel caso mio non mi riferisco al problema di fare l'analisi di casi per
capire se esiste o meno un processo decisionale tipo. Mi occupo di rispondere a
sfide, costruendo la soluzione assieme alla definizione degli attori ed alla
delimitazione del sistema d'azione. Non vi è contraddizione con
l'analisi di Crozier.
Il mio vuole essere una ricetta pratica e non solo
un'analisi.
Comunque molte delle osservazioni di Crozier si applicano (non
vengono contraddette) dalla mia ricetta.
Decisioni per azioni collettive à distinguere tra razionalità del decisore e del sistema.
Si sono sviluppate metodologie (es. PPBS) per valutare costi e benefici. Ma si è verificato che non vale il modello razionale del decidere. à il problema è impreciso / vi è molta incertezza/ solo a posteriori si può giudicare bontà della decisione.
Simon propone teoria razionalità limitata: il decisore decide in funzione della sua soddisfazione (non dell'ottimo). Ma la soddisfazione varia con il decisore: es. crisi di Cuba. L'aviazione avrebbe avuto più soddisfazione se si accettava la soluzione di bombardamento chirurgico.
Ma il decisore deve anche fare i conti con il sistema (es. i suoi
collaboratori).
La razionalità (o le soddisfazioni) dei vari componenti il sistema (parti
sociali) sono spesso in contrasto. Il decisore dovrà quindi sviluppare una strategia
per superare i contrasti.
Se si lascia al sistema decidere (es. alla burocrazia sviluppare la riforma
burocratica) il sistema tenderà a difendersi.
Descrive due tipi di organizzazioni del mondo: stato-centrica, multi-centrica.
La prima corrisponde alla visione realistica standard del mondo diviso in
stati sovrani che hanno tra loro rapporti governati da accordi, convenzioni o
semplicemente rapporti di forza.
La seconda vede accanto agli stati una molteplicità di altri attori che sono
autonomi dall'autorità degli stati, almeno per una certa parte delle loro
attività.
Gli attori si possono dividere in state-free e state-bound.
(Possiamo immaginare che sia
una specie di organizzazione a matrice in cui si può dover avere due cappelli).
Strutture e processi dei due Mondi di Politica mondiale
Stato-centrico |
Multi-centrico |
No. attori
meno
di 200 |
ntinaia di migliaia |
· società globale: Prevede emergenza di un qualche potere mondiale con aumento decentralizzazione
· ritorno al sistema stati
· pluralista: predomina decentramento, si affievolisce il potere degli stati
· biforcazione permanente: stati ed attori autonomi coesistono