Lettera al vecchio professore 

3 dicembre 1998 

Caro Prof. 

 corre voce che a fine anno ne conterai 80. Complimenti.

Quando ero tuo allievo, sia la tua posizione baronale, sia la mia giovane età mi aveva dato l'impressione che tu fossi molto più vecchio di me. Visto ora, l'intervallo che ci separa sembra quasi nullo. Effetto della contrazione einsteiniana del tempo man mano che ci avviciniamo alla velocità finale?

 Questa premessa serve per dire che anch'io ho ormai l'età per cui uno è tentato fare dei bilanci, guardare retrospettivamente la propria traiettoria vitale. Ci accorgiamo allora che vi sono stati dei punti di biforcazione dove la traiettoria è andata in un verso, ma poteva andare da tutt'altra parte. Non so se sia colpa di attrattori nascosti. Se sì, allora tu sei uno dei miei attrattori. Infatti, avrei potuto decidere di fare la tesi con Caldirola. In tal caso credo che sarei finito da tutt'altra parte. Invece subii il fascino del professore di Radioattività. D'altra parte mi sarebbe stato difficile fare la tesi con Caldirola che mi aveva dato solo 29 all'esame di Istituzioni di Fisica Teorica.

Il sullodato professore di Radioattività è responsabile di avermi fatto compulsare un volume portentoso del Jeans sugli effetti dei campi magnetici e rotazionali sui gas. Tutto questo per una tesina che doveva far vedere se i neutroni amavano o meno andare in giostra! Ma l'attrazione deve essere stata forte se malgrado ciò ho poi proseguito con lui. Adesso puoi confessare che degli effetti della forza centrifuga sui neutroni in realtà non n'è mai importato niente a nessuno. Chi avrebbe avuto il coraggio di far trottolare un reattore, solo per il gusto di appiattire un po’ la forma dl flusso? Penso neanche Rubbia! Per fortuna che allora io avevo considerato la cosa seria, e così dalla tesina passai alla tesi con te.

Ricordo però anche con affetto il suddetto professore che con piglio guerriero e lancia in resta attraversare l’atrio di via Saldini ed entrare nell’antro dei chimici ed apostrofare il povero prof. S: ”Come osi tu, vil chimico, bocciare un mio allievo, un giovane di grandi promesse e per di più un fisico?” Morto dalla paura il povero S. chiese perdono ed offrì a riparazione di far calcolare al giovane fisico per tutta l’estate gli orbitali S, P, D di certe molecole di suo interesse. E con un compenso di ben 30.000 lire al mese, puzzo di metilammine incluso.

 Un altro ricordo dei tempi. L'attrattore disse un giorno una frase storica agli allievi che si ponevano la scelta sugli studi da seguire e gli effetti sulla carriera. "Attenti a non sbagliare, a non farsi incantare dalle mode. Mio padre era un brillante giovane e decise di divenire ingegnere aeronautico, perché era un campo d'avanguardia. Che fine ha fatto poi da noi l'aeronautica?" Così, o pressappoco, dicesti. Certamente allora non ti sarà neanche sfiorato il dubbio che il futuro nucleare potesse essere men che splendido. Ed invece...

 Se non ci fosse la prescrizione per il delitto di sviamento di giovani ingenui, ti convocherei in giudizio e ti chiederei i danni. Se non che, proprio ora pare che qualcuno ci ripensi. Che sia il caso di consigliare a giovani intraprendenti di seguire la traiettoria nucleare?

Scherzi a parte, nessun pentimento su quella scelta di campo. Anzitutto mi pare che ci abbia permesso di usare tutto l'entusiasmo di cui eravamo capaci. E ci siamo anche divertiti. Io che avevo preso sul serio i neutroni in giostra, non ebbi difficoltà a prendere sul serio il più ardimentoso dei concetti di reattore, da quello ad acqua pesante, a quello a liquido organico al LMFBR  (che vor dì?, dicono a Roma).

A proposito di acqua pesante, ti racconterò un particolare. Nel '61 era previsto un convegno internazionale a Palma di Maiorca. Io, che in realtà non mi ero granché occupato di D2O (poco avanzato. Io preferivo il LMFBR) passai il mese di agosto a fare dei conti su un reticolo ad acqua pesante per avere la scusa di andare a Palma con mia moglie. Fu una bella vacanza. Non mi ricordo se c'eri anche tu, ma ricordo bene Mario S., anche perché accompagnato dalla stravagante moglie.

Quello del nucleare è' stata una stagione esaltante. Soprattutto non ci siamo mai sentiti da meno degli altri, americani o russi che fossero. Eravamo altrettanto se non più intelligenti di loro. Potevamo fare come, se non meglio, di loro. Io, giovane incosciente ma non privo di improntitudine avevo il coraggio di trattare senza imbarazzo con chi aveva realizzato bombe e reattori. Mi ricordo come discutevo in Westinghouse col dr. Shoupp per ottenere più di quanto ci spettasse per la Licenza. E per aver fatto quattro conti per Weinberg a Varenna, l'andai a trovare ad Oak Ridge, lui grande direttore, advisor del Presidente USA. Quale altra disciplina scientifica mi avrebbe permesso tanto ardire? Ero arrivato al punto di cercare di vendere centrali nucleari a tutto il mondo.

Eppure qualche volta ti sarà venuto in mente tuo padre ingegnere aeronautico!
A metà strada io mi sono stancato. Ho dato disdetta dal nucleare prima che finisse tutto in vacca (scusa l'espressione intellettualoide, ma efficace). Eppure mi spiace che tutte le energie che vi sono state profuse non abbaino poi dato risultati. Solo colpa dei Verdi? Forse un po’ anche nostra. Ci siamo fatti abbacinare dalla nostra intelligenza e creatività. Uguale o meglio degli altri. Ma la nostra capacità di fare, di realizzare?

Credo che il nucleare in Italia sia stato come un sogno di gioventù. Da giovani si vuol cambiare il mondo. Anzi, non si capisce perché non sia già stato cambiato. Chi si e occupato per tutta la vita del nucleare é rimasto giovane. E' rimasto con il sogno. Io sono invecchiato, perché ho abbandonato. Ma tu sei ancora nella bella età della perenne giovinezza nucleare.
Invece di trarre melanconiche conclusioni da come sono andate le cose nucleari, rallegrati piuttosto. Una vita fatta solo di primavere. E non è una boutade la mia perché so che sei ancora pronto ad indignarti con tutti quei fregnoni che imperversano sul nostro povero paese... Ma verrà un giorno...

Caro Carlo, penso che questa sia l'unica lettera che ti ho scritto (e scusa se non manoscrivo, per risparmiarti gli sforzi di decifrare. Un’altra cosa che non esiste più è la bella calligrafia). Ma sai che hai nostri giorni non si epistola più come una volta. Ma quando ci vuole...

Auguri e complimenti per le primavere.

  

P.S.  Ho un scoop dell’ultim’ora. Il nucleare riparte. Mi ha telefonato poco fa un mio vecchio dipendente della Sezione Energia Nucleare Fiat che non vedevo da trent’anni. Stanno organizzando una cena con tutti i vecchi nucleari Fiat. Mi ha chiesto se ci vado. Quasi quasi ci vado. Tu che ne pensi?