SPETTACOLI & CULTURA
E' morto a Roma all'età di 80 anni. Domani i
funerali in forma privata
Regista, attore, scrittore, divenne popolare con "Quelli della notte"
Addio a Riccardo Pazzaglia
protagonista del salotto di Arbore
Riccardo Pazzaglia
ROMA - Riccardo Pazzaglia se ne è andato in silenzio da vecchio
signore napoletano quale era, così come aveva vissuto. E' morto oggi a Roma
all'età di 80 anni e i funerali, per volere della famiglia, si svolgeranno
domani in forma strettamente privata.
Scrittore, attore, regista e conduttore radiofonico era nato a Napoli nel
1926 e, probabilmente, sarebbe rimasto sempre dietro le quinte del
palcoscenico se non fosse stato per Quelli della notte, trasmissione
televisiva che lo catapultò in una improvvisa e inaspettata notorietà.
Era il 1985, il programma firmato da Renzo Arbore per la Rai divenne subito
un cult cambiando per sempre il rapporto tra l'elettrodomestico più diffuso
e i telespettatori. Lui, in quel calderone colorato, chiassoso e decisamente
surreale, divenne personaggio proprio per quel suo modo elegante e sommesso
di porgere le battute che, non a caso, entrarono fulminee nel gergo degli
italiani. Aveva il compito di "alzare il livello della trasmissione", ovvero
di riportare - o fingere di farlo, che era lo stesso - la banda volutamente
scalcinata messa insieme da Arbore all'altezza di una tv dalle aspirazioni
colte.
Un compito surreale - almeno quanto il programma - che svolgeva in modo
adorabile, quasi in silenzio, riuscendo a imporre il proprio nonsense
sul caos generale, senza alzare mai la voce.
Lo aiutava sicuramente il fisico rotondetto e l'occhiale di chi aveva
studiato. Ma anche quell'aria da "vecchio signore" assolutamente fuori
registro rispetto al resto dello spettacolo.
Non a caso, il suo, era il ruolo del filosofo che a notte fonda si interroga
sul senso della vita, sul chi siamo e da dove veniamo tentando di confutare
con caparbietà la teoria del "brodo primordiale".
Arbore oggi lo ricorda così: "Era un grande uomo di idee, mai banale, che
cercava sempre il diverso: basti pensare che le sue simpatie politiche
andavano ai Borboni. Era l'antesignano di un umorismo raffinato, leggero e
pulito".
Terminata la felice parentesi televisiva - Pazzaglia non parteciperà, tre
anni dopo, all'altro grande contenitore arboriano Indietro tutta - il
filosofo torna nell'ombra, evitando di sfarinarsi in comparsate e ospitate.
Pazzaglia è stato un regista eclettico anche se non felicissimo. Di lui
si ricordano Separati in casa realizzato nell'87 sull'onda del
successo televisivo insieme a Simona Marchini, tratto dal suo libro omonimo;
L'onorata società (1961) con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia,
Vittorio De Sica e Domenico Modugno cui seguì nel '65 La fabbrica dei
soldi con Aldo Giuffrè, Carlo Croccolo e Marisa Merlini. Da attore ha
interpretato quasi tutti i film di Luciano De Crescenzo, da Croce e
delizia a 32 Dicembre e Il mistero di Bellavista.
Soprattutto è stato autore di testi melodici memorabili.
Racconta sempre Arbore che tra i motivi di stima verso Pazzaglia c'era
proprio "il suo essere un grande autore di canzoni, in particolare per
Domenico Modugno, con il quale aveva una grande intesa. Scrisse brani come
Sole, sole, sole, Lazzarella, Io, mammata e tu,
Meraviglioso".
(4 ottobre 2006)