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L'attore, 89 anni, si è spento in una clinica
romana. Una carriera lunghissima
divisa tra palcoscenico (con la moglie Giuliana Lojodice), cinema e tv
Lutto nel mondo del teatro
è morto l'attore Aroldo Tieri
Aroldo Tieri con Giuliana Lojodice
ROMA - Addio a una leggenda del teatro italiano. Si è spento
nella notte, all'età di 89 anni, l'attore Aroldo Tieri. Era ricoverato
nella clinica San Valentino a Roma, dove è morto fra le braccia della
moglie Giuliana Lojodice. I funerali si svolgeranno domani mattina alle
11 alla parrocchia Stella Mattutina, alla Balduina.
Il palcoscenico dunque, ma anche il cinema e la televisione: Aroldo
Tieri ha attraversato tutti i campi, in una delle più lunghe e ricche
carriere artistiche dello spettacolo italiano, da quando si diplomò dopo
il primo triennio di attività dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica
(1937), fino agli ultimi lavori di prosa in coppia con la inseparabile
moglie Giuliana Lojodice, pochi anni fa.
Un attore "per tutte le stagioni", come si definiva lui stesso, dicendo
di sentirsi al suo posto solo in scena, sempre moderno e via via sempre
più acuto nelle sue interpretazioni. La sua carriera è infatti quella di
un comprimario dotato, che con tenacia e impegno diventa primo attore;
di una espertissima spalla cinematografica, per Totò e altri grandi.
Era nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 28 agosto 1917, figlio di
Vincenzo, un giornalista e commedigrafo di nome, che non l'aveva
particolarmente incoraggiato sulla strada del teatro. Il debutto avvenne
nell'alveo della scuola fondata da Silvio d'Amico, ovvero nella allora
celebre Compagnia dell'Accademia, che mise in scena il Mistero della
Natività, con la regia di Tatiana Pavlova.
Nel triennio successivo prese parte come attor giovane alla Compagnia
del Teatro Eliseo, quella passata alla storia per le interpretazioni di
Gino Cervi e Andreina Pagnani. Nel dopoguerra Tieri si misurò
soprattutto con il repertorio contemporaneo, passando con agilità dalle
commedie leggere di Rattigan e Barry, ad opere di maggior impegno,
comprese molte commedie di Pirandello, fino a La rabbia nel cuore,
dove nel ruolo dell'adolescente psicopatico rivelò il suo talento di
attore moderno, attento a tutte le sfumature psicologiche.
Nel 1952 formò una compagnia con Carlo Ninchi e Olga Villi, affrontando
con successo un repertorio eclettico. Ma intanto aveva già partecipato a
esperienze diverse. Per esempio la rivista con Anna Magnani e poi con
Walter Chiari. E poi ancora la televisione, che alla fine degli anni '50
gli diede notorietà con l'adattamento del romanzo di Dickens Nicola
Nickleby e poi come conduttore di Canzonissima nel 1960.
Il cinema intanto, dopo l'esordio nel 1939 in Mille km al
minuto e varie commedie dei telefoni bianchi durante la guerra, lo
lanciò come uno dei volti più significativi della commedia all'italiana
e come spalla di molte avventure di Totò. E con la regia di autori come
Steno, Sergio Corbucci, Lucio Fulci, Mario Soldati.
In televisione interpretò nel 1957 La Foresta pietrificata.
Fu anche ospite fisso alla radio in programmi come Gran Varietà o
Gran Gala, e interprete di molti radiodrammi.
Nel 1965 cominciò poi il sodalizio artistico e di
vita con Giuliana Lojdice: una delle coppie più longeve e più affiatate
del teatro italiano, che in quasi quaranta anni di attività è andata via
via affinando le sue qualità interpretative, nonchè le scelte sempre più
sofisticate del repertorio. Fra tanti testi eterogenei - da Shakespeare
a Salacrou, da Ugo Betti a André Roussin - i due hanno raggiunto i
vertici con Un marito, intenso inedito di Italo Svevo, (regia di
Gianfranco de Bosio); Il Misantropo di Moliere (regia di Luigi
Squarzina): Marionette che passione di Rosso di San Secondo
(regia di Giancarlo Sepe); e con alcuni Pirandello particolarmente
riusciti.
(29 dicembre 2006)