Addio Luciano Damiani - Scenografo e costumista
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Damiani Luciano (Bologna 1923), scenografo e costumista.
Si diploma all'Accademia di belle arti di Bologna. Le prime
esperienze scenografiche (1948) avvengono presso il Centro universitario
teatrale di Bologna. Negli anni '50 inizia un fertile periodo artistico
con il Piccolo Teatro di Milano, realizzando Il cammino sulle acque
di O. Vergani per la regia di Strehler, con il quale collabora
assiduamente fino alla fine degli anni '70. Fra i suoi spettacoli più
celebri: El nost Milan di Bertolazzi (1954-55), L'anima
buona di Sezuan di Brecht (1961), Vita di Galileo di
Brecht (1961-62), Le baruffe chiozzotte di Goldoni (1964),
Il giardino dei ciliegi di Cechov (1973-74), Il campiello
di Goldoni (1975), La tempesta di Shakespeare (1975). Lavora
con Strehler anche per il teatro musicale, inaugurando nel 1954 la
Piccola Scala di Milano con il Matrimonio segreto di Cimarosa e
allestendo spettacoli lirici fortunatissimi come Il ratto dal
serraglio di Mozart (Salisburgo 1964), L'amore delle tre
melarance di Prokof'ev e Macbeth di Verdi (Teatro alla
Scala 1975). Le elaborazioni sceniche costruite da D. fanno parte della
drammaturgia del testo. Nelle sue scenografie vi è l'esempio di come lo
spazio visuale può ritmare e accompagnare il tempo musicale. La scena
non è mai didascalica o illustrativa ma evoca attraverso citazioni
stilistiche il periodo storico dell'opera teatrale. D. stravolge l'uso
del palcoscenico inteso come impianto scenico all'italiana, invade la
platea con veli o accenni architettonici, creando nuovi spazi, usando il
vuoto come poesia della messinscena: «Le mie più belle scenografie sono
fatte di silenzi». Collabora con importanti registi come V. Puecher, L.
Squarzina, F. Enriquez, J. Vilar e L. Ronconi, con il quale progetta gli
spettacoli: Gli uccelli di Aristofane (1975) e Orestea
di Eschilo (1976) al Burgtheater di Vienna. Sempre con la regia di L.
Ronconi realizza Don Carlos di Verdi (Scala 1977) ed elabora le
scene per The Fairy Queen di Purcell (Maggio musicale
fiorentino 1987). Nel 1996 inaugura un nuovo spazio teatrale, il Teatro
Documenti, con La morte innamorata di F. Glissenti e Amor
nello specchio di G. Andreini per la regia di L. Ronconi. D. giunge
allo studio dello spazio teatrale tramite una serie di disegni e schizzi
preparatori, che documentano l'evoluzione creativa e analitica del
lavoro di progettazione e realizzazione. Adotta soluzioni innovative per
le luci, i costumi, le scenografie, introducendo materiali nuovi. Nel
corso della sua carriera si dedica alla riorganizzazione contrattuale
della figura dello scenografo bozzettista come lavoratore dello
spettacolo. Riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la Maschera
d'argento 1996 per il teatro.
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