Dopo i messaggi giunti dalle più
importanti personalità del mondo, anche il nostro Paese saluta il
"capitano" Williams. "È doloroso accettare che il nostro angelo guida de
L'attimo fuggente non sia più tra noi!", ha dichiarato il
produttore Aurelio De Laurentiis
Tra i
primi a dire addio a Robin Williams, morto probabilmente suicida all'età
di 63 anni questa notte, ora italiana, per cause ancora da accertare (si
parla di soffocamento), c'è l'attore e regista Leonardo
Pieraccioni. Ricorda: "Avevo tredici anni e scrissi a Williams
per avere un autografo. Mi arrivò una sua foto dall'America rendendomi
davvero felice", scrive sull proprio profilo Facebook. "Grattai col dito
sulla firma per vedere se era stampata o era vera. Era vera. Ciao
grande!".
Il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis,
lascia la sua testimonianza con un tweet: "È doloroso accettare che il
nostro angelo guida de L'attimo fuggente non sia più tra noi!".
"È un grande dispiacere perché siamo tutti cresciuti con lui", ha
commentato Maria Grazia Cucinotta alla notizia. "Un
colpo al cuore, soprattutto per chi, come noi, fa un mestiere che spesso
coincide con la solitudine ed è ostaggio dell'egoismo di questa società.
Lo avevo incontrato a Los Angeles in occasione di varie manifestazioni
cinematografiche. Per noi attori Williams era diventato un pezzo della
nostra vita. Chiunque lo conosceva ne parlava bene. La verità", ha
aggiunto la Cucinotta in riferimento alle ipotesi di suicidio che si
stanno diffondendo in queste ore, "la sa solo lui".
"È stato un bravo attore. Nel suo sguardo c'era una malinconia che lo
rendeva molto bravo ma che lo faceva soffrire più di tanti altri". Il
regista Marco Risi ricorda Williams. "Ultimamente si
vedeva poco e intuivo che ci fosse qualcosa che avesse a che fare con la
sua forte malinconia. Mi dispiace perché se ne va un bel personaggio.
Sinceramente la notizia non mi ha colto completamente di sorpresa. Era
come se nel suo sguardo ci fosse qualcosa di veramente molto sofferto.
Si sa poi che i comici e quelli che fanno molto ridere", ha continuato
Risi, "sono quelli che soffrono di più. Totò nella vita era serissimo,
Tognazzi, che era un comico, aveva momenti di grande malinconia, come
anche Walter Chiari. Sordi, invece, faceva eccezione".
Anche nel mondo della musica la notizia della scomparsa dell'attore è
stata toccante: "Una sorpresa per tutti, un grande dolore nel mondo
dello spettacolo", dice Fiorella Mannoia. "I suoi film
e le sue interpretazioni sono momenti indimenticabili e mai avrei
creduto che dietro quel volto sempre sorridente si nascondesse un tale
dramma. Se davvero si fosse trattato di suicidio è solo la conferma di
come una malattia come la depressione non venga spesso compresa.
Purtroppo non basta essere benestanti per contrastare questo malessere
trasversale".
"Ho conosciuto Williams 10 o 15 anni fa", ha raccontato Maurizio
Costanzo, "al Parioli durante una puntata del Maurizio
Costanzo Show. All'epoca non ne ricavai l'impressione di una
persona depressa ma, al contrario, molto allegra e carina. La sua morte
mi ha molto colpito e dispiaciuto perché è una morte costruita: se ha
tentato il suicidio vuol dire che ci è arrivato via via, nel tempo".
"Non posso che esprimere un senso di fratellanza per la perdita di un
carissimo amico che ho sempre stimato". Sono queste le parole scelte dal
regista Franco Zeffirelli per commentare la morte di
Robin Wiliams.
"Un immenso dispiacere. Era un artista bravo che ricorderemo per le sue
interpretazioni che hanno permesso a molti di sorridere e divertirsi",
ha dichiarato Franca Valeri. "Stento ancora a credere
che un attore di questo livello se ne sia andato in questo modo. Io non
credo ci possa essere un legame tra cinema e solitudine, tutto dipende
dalla propria mentalità e dalla forza dal carattere".
"Ebbi la fortuna di intervistarlo ed ho il ricordo di un uomo fantastico
con il dono di saper davvero far divertire molto", ricorda la
presentatrice Mara Venier. "Con la troupe di
Domenica In lo intervistammo all'interno di Villa Borghese e fummo
costretti a interrompere le riprese perché lui faceva battute in
continuazione. Durante l'intervista si mise a scherzare sulla mia
prosperosità definendo i miei seni 'due Golden Globe'. Purtroppo il
legame tra cinema comico e solitudine è netto.
La solitudine appartiene a tutto il mondo dello spettacolo, anche se
siamo circondati da persone che ci gratificano continuamente. In
particolar modo, e anche per esperienza personale, credo che l'attore
comico sia tendenzialmente un essere molto triste e solo".
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