ADDIO MANOEL DE OLIVEIRA PORTO (OPORTO) 2 APRILE 2015
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Da
La Repubblica.it
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È morto il grande regista Manoel de Oliveira, aveva 106 anni |
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L'annuncio della sua morte è arrivato via Twitter, un mezzo che lui ignorava: Manoel Cândido Pinto de Oliveira è scomparso questa mattina. Nato a Porto l'11 dicembre 1908, nonostante i suoi 106 anni continuava a essere considerato il più grande regista e sceneggiatore che il Portogallo avesse mai avuto. Fino agli ultimi suoi giorni, aveva scelto di stare dietro la cinepresa: aveva infatti festeggiato il 106° compleanno con l'uscita in patria di quello che rimane il suo ultimo cortometraggio, O Velho do Restelo (Il vecchio di Restelo), girato in primavera e presentato all'ultima Mostra di Venezia. Quel cinema che, in poche parole, aveva descritto come "una riflessione sull'umanità" e che usava anche le altri arti come ispirazione, il teatro e la letteratura prima di tutto. Un tarlo che non lo aveva mai abbandonato e che metteva in ogni suo lavoro, considerato tra i più significativi ma anche emblematici del cinema mondiale. "Il cinema è immateriale", raccontava. "La macchina da presa, la sala, lo schermo, sono materiali, ma le immagini sono immateriali. Quando dico che il cinema è anche teatro, voglio dire che il teatro è la rappresentazione della vita, mentre il cinema è anche la rappresentazione della vita ma in questo senso è sempre teatro, perché riproduce l’essenza stessa della vita: le convenzioni. Se mi tolgo il cappello per salutare, questa è una convenzione, una cortesia, ma se esulo dalla convenzione, questo gesto non ha più alcun significato. Le convenzioni rappresentano la vita sia nel cinema che nel teatro". Terzo
di tre figli, nato e cresciuto in una facoltosa famiglia di industriali che
si occupavano di passamanerie, dopo gli studi presso i gesuiti e
l'adolescenza trascorsa da grande appassionato sportivo, negli anni Trenta
Oliveira ha cominciato a girare i primi documentari come Douro, Faina
Fluvial (1931) fino a Aniki Bobò (1942) e, poi, Acto de
primavera (1963). Ma il 900 lo vedrà protagonista indiscusso del cinema
portoghese e non solo: con la sua personalissima visione racconterà la vita
e l'esistenza umana attraverso le delizie e i dolori dell'amore, la
decadenza della vecchiaia, usando una buona dose di ironia, spesso
grottesca. Tra i suoi più importanti film c'è il capolavoro Francisca
(1981), ultimo atto di una tetralogia composta da Passato e presente
(1971), Benilde e la vergine madre (1974) e Amore di
perdizione (1978) ma la lista è lunghissima: in più di 80 anni di
carriera ha girato oltre 50 film, tra finzione e documentari, curiosamente
realizzando la maggior parte delle sue opere dopo i 60 anni. |
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Addio a Manoel Cândido Pinto de Oliveira |
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Manoel De Oliveira
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