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La pagina di Repubblica

15 GIUGNO 2005

ADDIO VALERIA MORICONI

 

L'attrice è morta nella sua casa di Jesi, nelle Marche, a 74 anni
Nella sua lunga e brillante carriera sia teatro che cinema
Addio a Valeria Moriconi
regina dei palcoscenici italiani

 

Valeria Moriconi
Valeria Moriconi


JESI (ANCONA) - Si è spenta oggi nella sua casa marchigiana di Jesi, in seguito a una grave malattia, Valeria Moriconi, una delle più importanti attrici del teatro e del cinema italiani.

Valeria Abbruzzetti, questo il suo cognome da ragazza, era nata nel 1931 a Jesi, dove di recente aveva deciso di tornare. Aveva debuttato sul grande schermo con Alberto Lattuada e nel 1957 Eduardo De Filippo le aveva affidato la parte della protagonista in 'De Pretore Vincenzo'.

Nella sua lunga carriera la Moriconi ha girato 25 pellicole (con Visconti, Mattoli, Besson, Bolognini, il suo regista preferito) e interpretato decine di ruoli teatrali, dai classici greci a Shakespeare, da Goldoni al teatro contemporaneo. Decisivo il suo lungo sodalizio con il regista, e suo compagno di vita per molti anni, Franco Enriquez, scomparso nel 1980.

Lo scorso inverno l'attrice avrebbe dovuto portare in tournée 'Gli spettri' di Ibsen, ma per motivi di salute aveva dovuto rinunciare. Era Grande ufficiale della Repubblica e aveva vinto la Grolla d'Oro per il film di Valerio Zurlini 'Le soldatesse'.

Malgrado i riconoscimenti ottenuti con il cinema, il debutto sul palcoscenico con De Filippo le fece capire che il suo posto era in teatro. Fu però agli inizi degli anni '60 l'incontro con Franco Enriquez a promuoverla prima attrice della Compagnia dei Quattro, a fianco di Scaccia, Mauri e Luzzati. Una formazione che ebbe successo, tanto da lasciare un bel ricordo, in cui ebbe modo di distinguersi, tra l'altro, come interprete de "Il rinoceronte" di Lionesco, Edoardo II di Brecht-Marlowe, "Le dame di chez Maxim" di Feyodau.

Da allora, le nostre scene hanno avuto nella Moriconi un'attrice che non ha più tradito la sua passione per il teatro, e che soprattutto non ha mai mollato, disponibile per esperienze ardue. Una prova dietro l'altra, senza interruzione di stagione in stagione in prima linea, e senza soggiacere ai vezzi del divismo, nobile e fervida in ogni occasione. Trionfo nella prima edizione de "L'anima buona di Sezuan" di Brecht diretta da Benno Besson, successivamente va negli Stati Uniti per recitare in inglese "La Venexiana" di Anonimo, diretta da Maurizio Scaparro, i maggiori registi di casa nostra se la contendono: Aldo Trionfo per "Tutto è bene quel che finisce bene" di Shakespeare, Massimo Castri per "La vita che ti diedi" di Pirandello, Giancarlo Cobelli per "Le Trachinie" di Sofocle, Egisto Marcucci per "Emma B. vedova Giocasta" di Savinio.

In scena tutte le volte con verità e con tutta se stessa, con la testa, ma anche come si diceva una volta, con la pancia. Consacrata da uno dei maggiori premi teatrali, il Simoni, la critica non ebbe esitazioni nel definirla interprete che "sa restituire al testo e ai testi la sincerità degli amori e dei dolori esempio di grande duttilità nello spaziare dal repertorio classico a quello contemporaneo, con spessori ora ironici e brillanti, ora impulsivi e fortemente drammatici".

Lunga la sfilza dei riconoscimenti ottenuti: i premi Ubu, le Maschere d'Oro, il Duse, la nomina da parte del presidente Scalfaro a Grande Ufficiale della Repubblica. Per qualche tempo, è stata anche direttrice dello Stabile delle Marche. Enorme il suo desiderio di fare cose nuove, guardare al teatro come un continente da scoprire nella sua molteplicità (ha recitato tra l'altro anche nella commedia musicale), dimostrando così di non avere paura, di saper passare dai classici greci (nel teatro antico di Siracusa alcune delle sue prestazioni migliori) ad Ibsen (memorabile in Hedda Gabler), per approdare fino ad un autore moderno e sofisticato come l'Edward Albee di "Un equilibrio delicato", lavoro in cui esprimeva alla perfezione il senso della deriva e del disincanto del nostro tempo.

Tutto questo l'ha portata a non tirarsi mai indietro, anche quando si è trattato di riproporre, due anni fa, "La Nemica" di Dario Nicodemi, recitata con straordinaria bravura nel raffigurare il dramma di una madre. Nella lunga serie dei suoi incontri artistici non e mancata la televisione. Facendosi conoscere a un pubblico vasto nell'edizioni per il piccolo schermo di "Pigmalione", "Resurrezione", "Bisbetica Domata", "Santa Giovanna", "La presidentessa", "Il mulino del Po". Un magma imponente di figure femminili affrontato ogni volta con sensibilità e mezzi moderni.

(15 giugno 2005)

 

Addio Valeria Moriconi

 

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