L'attore e cantante, considerato una
leggenda nel mondo
dell'intrattenimento, si è spento all'età di 100 anni
Usa, spettacolo in lutto
per la morte di Bob Hope
Una carriera tra cinema, teatro, radio e televisione
Il suo segreto? Umorismo, gag e spirito patriottico
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Bob Hope
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Si è spenta una vera e propria leggenda dello spettacolo americano:
Bob Hope è morto oggi negli Stati Uniti, stroncato da una polmonite,
nella sua residenza di Toluca Lake. Il cantante, attore e
intrattenitore aveva festeggiato i propri cento anni appena due mesi
fa. Una ricorrenza importante, che lui aveva commentato con una delle
sue battute fulminanti: "Sono così vecchio che hanno cancellato
il mio gruppo sanguigno!".
Ora, con la sua scomparsa, se ne va un altro pezzo della Hollywood di
un tempo. Un mondo certamente diverso da quello attuale, ma ancora
presente nel ricordo di milioni di persone. Anche grazie alle
riproposizioni delle performance di Hope in tv o nel mercato home
video.
Eppure, quella che per tutti è stata una delle poche, grandi icone
americane in realtà nasce in Inghilterra, nella località di Etham,
nel 1903. Ma la sua fama è tutta legata ai decenni di carriera negli
Stati Uniti, dove si trasferisce già all'età di quattro anni: una
carriera caratterizzata dalla versatilità, dalla capacità di
spaziare dalla musica alla recitazione, al cabaret. Come pochi altri -
stelle del calibro di Bing Crosby e Frank Sinatra - hanno saputo fare.
Ma più di loro Hope, sicuramente meno affascinante nell'aspetto,
aveva una grande, rara qualità: il talento comico. La capacità di
dire la battuta giusta, e soprattutto di dirla col giusto ritmo.
Il suo debutto nel cinema che conta, quello dei lungometraggi, risale
al 1938, con la commedia targata Paramount The big broadcast,
dopo un primo tentativo - fallito - nel 1930. Ma all'epoca Bob è già
un veterano dello spettacolo: alle sue spalle ha tanti spettacoli a
Broadway, diverse esperienze radiofoniche, e anche la partecipazione a
una serie di brevi filmini della Warner.
Da allora, la carriera dell'attore, o meglio del divo, è tutta in
discesa. Senza mai discostarsi da quel tipo di film, e di comicità,
che lo aveva reso irresistibile al pubblico americano. A consolidare
ulteriormente la sua fama, la sua partnership su grande schermo con
un'altra star maschile: Bing Crosby, con cui debutta nella pellicola La
danzatrice di Singapore. Un successo tale che la formula - qualla
di un sorridente road movie tutto basato sul contrasto, fisico
e caratteriale, tra il romantico Crosby e l'energico Hope - viene
ripetuta molte volte. Più tardi, negli anni Cinquanta, una delle
partner predilette di Hope è la rossa Lucille Ball. Ma sempre in quel
decennio il divo decide di cimentarsi anche su registri diversi, più
drammatici: come nel caso di The seven little Foys, uscito nel
1955. L'ultima sua fatica risale a meno di vent'anni fa, nel film Spie
come noi (1985).
Ma il nome di Bob Hope non è legato solo alle sue interpretazioni su
grande schermo. A dimostrare il suo ruolo di icona a stelle e strisce,
ci sono le sue frequenti visite alle truppe Usa, nel corso dei vari
conflitti del Novecento: dalla Seconda guerra mondiale fino alla
guerra del Golfo. Perciò non sorprende che oggi anche George W. Bush
abbia espresso il lutto suo e del paese: "Un grande cittadino -
ha dichiarato - che ci ha fatto ridere, ci ha rasserenato lo spirito e
ha sollevato il morale di migliaia di truppe di diverse generazioni.
Piangiamo la morte di un grande uomo".
Infine, Hope va ricordato anche per le sue infinite partecipazioni
alle cerimonie degli Oscar, che lo vedono conduttore o co-conduttore
per ben 18 volte, dal 1939 al 1977. Lui però quella statuetta dorata
non l'ha vinta ma,i per la recitazione in questo o quel film. In
compenso, nel corso della sua lunghissima carriera, ha ricevutoto
quattro Oscar onorari. Il suo palmarés comprende inoltre la medaglia
d'onore del Congresso, il titolo di cavaliere concesso dalla Regina
Elisabetta e 54 lauree ad honorem.
(
28 luglio 2003
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