WASHINGTON - Celia Cruz, la "regina della salsa",
è morta nella sua casa a Fort Lee, nel New Jersey. Aveva 77 anni, nel
novembre scorso era stata operata per un tumore al cervello, e in
seguito ad alcune complicazioni ha avuto diverse ricadute negli ultimi
mesi.
La sua morte è giunta due giorni dopo la scomparsa di Compay
Segundo, un altro grande della musica cubana ma, a differenza
dell'autore di "Chan chan", Celia Cruz non ha mai
abbracciato la rivoluzione di Fidel Castro. Nel 1960, nel corso di una
tournée in Messico, aveva infatti deciso di non tornare più a Cuba,
riuscendo poi a ottenere la cittadinanza Usa. Prima di morire, aveva
disposto di essere sepolta a Miami, dove era considerata una leggenda
dalla consistente comunità cubana anti-castrista.
Celia Cruz era celebre per il suo stile canoro energico. David
Byrne, l'ex leader dei Talking Heads che con lei registrò Loco de
amor (colonna sonora del film Something wild di Jonathan
Demme) confessò: "Cantava a un metro dal microfono e anche così
la mia voce scompariva". Celia era stata uno dei pionieri della
musica afro-cubana, un genere che prima di lei era stato dominio
assoluto degli uomini. I suoi primi successi li ottenne negli anni
Cinquanta a Cuba proprio con un gruppo afro-cubano, La Sonora Matacera.
Malgrado la popolarità, decise di lasciare l'isola con gli altri
componenti della band, prima in Messico, poi definitivamente negli
Stati Uniti. Da allora il governo cubano non le ha più permesso di
tornare sull'isola, neanche per i funerali del padre.
Nel 1962 Celia sposò il trombettista della band, Pedro Knight, che
divenne anche il suo manager e direttore d'orchestra, e che le è
rimasto vicino fino alla fine. Tra il 1966 e il 1972 realizzò ben
dodici album, sette dei quali in collaborazione con il suo grande
amico Tito Puente. La sua carriera riprese slancio a metà degli anni
Settanta, periodo in cui interpretò anche il musical di Larry Harlow
"Hommy", versione latina del "Tommy" degli Who.
Nel 1990 vinse il suo primo Grammy Award, l'Oscar della musica, per
il disco "Ritmo en el corazon", frutto della collaborazione
con Ray Barretto. Conquistò il secondo Grammy nel 2000 e il terzo lo
scorso anno per "La negra tiene tumbao". Tra gli altri
dischi famosi "Yerberito moreno" e "Que le den
Candela". Celia Cruz ha fatto anche qualche esperienza
cinematografica: nel 1992 recitò nella parte della ricca proprietaria
di un night club nel film "The Mambo King" e tre anni dopo
comparve in "The Perez Family". Nel 1994, l'allora
presidente americano Bill Clinton, le assegnò la National Medal of
Arts.